La potenza della “Libroterapia“

BIBLIOTERAPIA (bibljote’ra:pja), s. f.

«Ramo della medicina che cura certi disturbi dell’esistenza con la somministrazione di opere di narrativa».

(Berthoud e Elderkin, 2012)

Dal generico disagio dello stare al mondo alle comuni pene d’amore, dalle crisi esistenziali ai drammi familiari, dalla tristezza passeggera alle difficoltà tipiche delle età di passaggio, dallo smarrimento della propria identità alla caduta di ruolo, si può contrastare la resa senza condizioni al malessere affidandosi alle pagine di un libro, per rintracciare tra le righe cura e conforto. Attraverso il contatto fisico con la pagina, il momento della lettura costituisce un rito antico, un momento dedicato alla riscoperta di sé e alla presa in carico del proprio sentire, e il libro un’ancora di salvezza alla dispersione di sé e al caos.

Si può curare il cuore spezzato con Emily Brontë e il mal d’amore con Fenoglio, l’arroganza con Jane Austen e il mal di testa con Hemingway, l’impotenza con Il bell’Antonio di Vitaliano Brancati, i reumatismi con il Marcovaldo di Italo Calvino, o invece ci si può concedere un massaggio con Murakami e scoprire il romanzo perfetto per alleviare la solitudine o un forte tonico letterario per rinvigorire lo spirito.

Leggere è un modo importante per prendersi cura di sé perché i libri sono “una finestra sul mondo e una farmacia dell’anima: per qualsiasi dubbio, carenza, bisogno, i libri curano, confortano, nutrono (M. Silvera).

La dottoressa Rosa Mininno, psicologa e psicoterapeuta, evidenzia come il termine biblioterapia – coniato negli anni Trenta dallo psichiatria William Menninger – , veicoli l’importanza della lettura come strumento di promozione e crescita culturale, come mezzo attraverso cui acquisire conoscenze, potenziare le proprie capacità cognitive ed emotive, elaborare strategie di gestione del disagio, nonché come tecnica psicoeducativa e cognitiva in ambito psicoterapeutico; infatti, “molti clinici di diverso orientamento adottano la biblioterapia come un homework, cioè un compito a casa, quindi prescrivono la lettura di un libro specifico che possa sostenere e confortare i pazienti nel corso del loro percorso psicoterapico” (Racci, 2013). 

Non ci si può esimere dal citare il parere di Freud che nell’Introduzione alla psicoanalisi (1917) ricorda come nel trattamento analitico si proceda attraverso uno scambio di parole tra analizzato e medico:

“Originariamente le parole erano magie e, ancor oggi, la parola ha conservato molto del suo antico potere magico. Con le parole un uomo può rendere felice l’altro o spingerlo alla disperazione, con le parole l’insegnante trasmette il suo sapere agli allievi, con le parole l’oratore trascina con sé l’uditorio e ne determina i giudizi e le decisioni. Le parole suscitano affetti e sono il mezzo comune con il quale gli uomini si influenzano tra loro.”

Rimarrà costante nel pensiero di Freud questa fiducia assoluta nel potere salvifico della parola quale racconto personalissimo e sentito che il paziente affida al medico, narrazione di sé, della propria vicenda esistenziale, degli eventi che hanno contribuito allo strutturarsi di un malessere.

Le radici storiche e l’uso attuale

Le prime testimonianze risalgono alle biblioteche dell’antica Grecia; nel XVIII secolo i libri entrarono a far parte degli ospedali psichiatrici in Europa, poi delle divisioni dell’esercito e dal 1940 delle carceri.

Nella nota iniziale all’edizione 2016 di Curarsi con i libri, Fabio Stassi evidenzia l’uso curativo delle parole riportando come alla fine della grande guerra la lettura fu usata in un ospedale americano per alleviare le sofferenze dei reduci di guerra e dalla metà del secolo scorso per combattere l’alcolismo e la tossicodipendenza, affrontare le fobie, l’elaborazione dei lutti e perfino il bullismo.

Nella nostra epoca, più fragile di quanto possa apparire, secondo Stassi non c’è niente di più sovversivo e anticonformista che contrastare la resa senza condizioni al “male di vivere” con un ostinato elogio della speranza, del coraggio, dell’ironia – in una parola, della letteratura (Berthoud, E., & Elderkin, S., 2016)

Valore simbolico dei libri

I libri presentano una potenza sovversiva ineguagliabile, perché silenziosamente sono in grado di imprimere leggere incrinature alla staticità del pensiero comune generando riflessioni nuove, favorendo la conoscenza di prospettive diverse, incoraggiando la costruzione di nuovi schemi di azione e pensiero.

Alla luce della forza rivoluzionaria del libro, Cerroni elabora alcune immagini che esprimono con intensità le funzioni simboliche più significative del libro stesso (Racci, M., 2013):

  • Il libro-nave di pensiero, una suggestione che risale al filosofo Bacone il quale nella sua Nuova Atlantide ha definito i libri come imbarcazioni che solcano le onde del tempo, traghettando il sapere verso le future generazioni. Una simile funzione traghettatrice del libro è stata veicolata dalla poetessa Emily Dickinson, secondo la quale “non esiste vascello più veloce di un libro per portarci in terre lontane” (Racci, M., 2013).

  • Il libro oggetto-misterioso che racchiude in sé un significato, veicolato dallo scrittore il quale, come fosse un piccione viaggiatore, porta sotto l’ala un messaggio di cui ignora il contenuto. In altre parole, il testo, una volta scritto, esprime autonomamente tutto un mondo di significati seguendo una logica indipendente dal suo autore. Come scrive Umberto Eco, il libro è un’opera aperta e non un sistema chiuso, dominato da una logica ristretta, comprensibile solo a colui che l’ha composto (Racci, M., 2013).

  • Il libro-ascia, che rimanda alla celebra metafora di Kafka secondo il quale il libro deve essere un’ascia per spezzare il male ghiacciato dentro di noi. In altri termini, si evidenzia il valore sovversivo del libro, in grado di “scongelare” gli animi più freddi, riportandoli alla luce e allontanandoli dall’isolamento in cui erano costretti.

RIFERIMENTI

Racci, M. (2013). Iniziazione alla libroterapia. Edizioni Mediterranee.

Berthoud, E., & Elderkin, S. (2016). Curarsi con i libri: rimedi letterari per ogni malanno. Sellerio Editore srl.

Freud, S. (1978). Introduzione alla psicoanalisi (1915-1917). Torino: Bollati Boringhieri Editore.