Il termine ironia deriva dal greco εἰρωνεία (eirōneía), cioè dissimulazione, e ha come intento quello di sottolineare un concetto, ridicolizzando il concetto stesso o la persona che lo esplicita, terminando con una risata e sfociando spesso nel sarcasmo.
L’evoluzione sociale degli esseri umani ha portato ad un’evoluzione anche nelle interazioni, tant’è che l’ironia oggi ha diverse accezioni. Inoltre essendo molto complessa come modalità interattiva, è strettamente legata alle caratteristiche della popolazione e della storia che la caratterizza.
Esistono diversi tipi di ironia:
L’auto-ironia o ironia filosofica è caratterizzata dal fatto che il soggetto che ironizza è anche l’oggetto dell’ironia e concerne spesso il rapporto dell’uomo con la realtà extra-umana.
L’ironia di stampo psicologico che ha caratterizzato gli studi di Freud si focalizza sul comportamento umano come espressione della propria psiche; ed anche in questo caso potremmo parlare di autoironia poiché l’oggetto è l’uomo stesso e la sua mente.
Esiste poi l’ironia interpersonale e sociale che caratterizza molte interazioni umane. È la maggior parte delle volte etero diretta, contingente e situazionale, legata all’argomento o alla persona di cui si sta parlando in quel momento.
Anche in letteratura esiste l’ironia: è una figura retorica che indica discordanza, incongruità o un’involontaria connessione con il vero che va aldilà del semplice significato della parola.
Il confine tra ironia e sarcasmo è molto labile e si percepisce subito (almeno agli occhi di molti); l’ironia sdrammatizza e fa sorridere di se stessi; al contrario, il sarcasmo è indicativo di frustrazioni trascurate e quindi cattiveria utilizzata per ferire.
L’ironia può essere anche un modo per cercare una sintonia con l’altro, per suscitare una risata o stimolare una riflessione, per esprimere una critica ma con occhi benevoli. Il fine del sarcasmo è invece quello di pungere, far sentire l’altro svilito in una posizione di errore, in colpa. Inoltre la convinzione di molte persone sarcastiche è di essere ironiche e per ciò adottano questo comportamento pensando di fare del bene agli altri.
L’ironia è una funzione essenziale dell’uomo e se ben dosata è creativa ed aiuta a vivere meglio cioè con uno sguardo più canzonatorio e distaccato sulla vita, su un evento o su una situazione. L’ironia è leggerezza e visione d’insieme che aiuta a vivere meglio, come in soggetti ansiosi che a volte riescono a vedere da fuori quanto siano assurdi e ridicoli certi loro comportamenti, criticandoli ed affrontandoli.
Il sarcasmo invece rappresenta il contrario dell’ironia, essendo indice di una frustrazione prolungata. La persona sarcastica è così dentro alla situazione che ne ha una visione alterata e parziale pertanto utilizza questa modalità comunicativa per ferire le persone e peggiorare le cose. L’atteggiamento sarcastico è caratteristico di persone che si sentono superiori, disilluse, dipendenti, maldestre, arrabbiate. Ognuno a modo suo utilizza questo strumento per far fronte ai propri limiti e scaricare sugli altri le proprie frustrazioni. Secondo alcuni scienziati israeliani la decodifica dei messaggi ironici avviene a livello della corteccia frontale anche se non è un “lavoro” facile per il nostro cervello. Infatti tre sono le zone della corteccia frontale e prefrontale che si attivano per decodificare il sarcasmo o l’ironia, e se una di queste tre non funziona la percezione del messaggio è distorta. Il processo inizia nella zona coinvolta nel linguaggio, poi è la volta dei lobi frontali che comprendono il contesto sociale ed infine l’area ventromediale integra tutte le informazioni. Queste ricerche portano grossi vantaggi soprattutto nei deficit cognitivi alla base dell’autismo, infatti è risaputo che gli autistici hanno difficoltà a comprendere sarcasmo ed ironia.
Il senso dell’ironia è legato in modo molto stretto all’umorismo che a sua volta rappresenta un modo di interpretare ciò che abbiamo di fronte rilevandone degli aspetti bizzarri e divertenti. Ciò aiuta a rinforzare quel benefico rapporto tra umorismo e salute; è infatti risaputo quanto sia forte il potere della risata rispetto ad aspetti psicologici e fisiologici. L’ironia ha inoltre un’azione positiva anche sul sistema immunitario.
Inoltre i risvolti comunicativi dell’ironia sono innegabili. Infatti con un commento ironico si può rimanere in un certo qual modo “opachi” a livello relazionale pur non rimanendo in silenzio. Esiste una caratterizzazione forte dell’ironia. A livello psicologico essa permette di superare una censura in modo socialmente accettabile cogliendo nel segno ma rispettando le regole del sistema sociale al quale si appartiene evitando la censura degli altri ed affrontando temi che altrimenti andrebbero taciuti. È utile anche per proteggere il proprio spazio personale mantenendo dignità, compostezza e contegno verso la propria riservatezza. È utile quando si vogliono rinegoziare significati della propria comunicazione poiché la sua ambiguità permette di dare ampio spazio all’interpretazione da parte di chi ascolta. Essa permette anche un’attenuazione del messaggio; infatti una critica trasmessa in modo ironico probabilmente sarà meglio accettata da chi la subisce.
Affinché un commento ironico possa avvenire è necessario che i partecipanti alla comunicazione siano sulla stessa lunghezza d’onda. Ma non sempre ciò accade e purtroppo la persona oggetto dell’intervento ironico si sente colpita oltremodo reagendo male; questo porta incomprensioni, rotture, ecc. È bene capire prima di usare quella che a volte può diventare un’arma che tipo di persona abbiamo di fronte. Le persone insicure e troppo sensibili possono vivere un intervento ironico in modo eccessivamente pesante e reagire chiudendosi, attaccando o allontanandosi, forse perché in quel momento si sentono messe a nudo.
L’ironia è uno strumento potente nelle relazioni con gli altri e come tale va usato con parsimonia ed attenzione. Il suo utilizzo non va confuso col goffo tentativo di far ridere la gente ad ogni costo; si tratta più di un’arte, una competenza nel saper guardare con flessibilità e giusto distacco le situazioni utilizzando il buon senso. Gli individui che sono dotati di notevole senso dell’umorismo adottano pochi standard disfunzionali nella valutazione di sé. Essi hanno sotto il profilo affettivo alti livelli di senso dello humour che a loro volta sono correlati ad alti livelli di stima di sé e bassi livelli di percezione dello stress.
Sarebbe utile includere l’umorismo nel ventaglio delle nostre abilità sociali e considerarlo un efficace strumento che ci permetta di affrontare le situazioni che richiedono una gestione complessa perché comportano uno stravolgimento nella sfera emotiva.
PER APPROFONDIRE:
S. Freud, Il motto di spirito, Bollati Boringhieri
D. Francescato, Ridere È una cosa seria. L’importanza della risata nella vita di tutti giorni, Mondadori
© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta