Li vediamo passeggiando per strada, nelle periferie, sulle fiancate dei mezzi pubblici, nelle zone abbandonate. Sono i graffiti: alcuni rappresentano delle vere e proprie opere d’arte, altri non fanno altro che deturpare il bene privato o comune. Essi rappresentano messaggi specifici; oggi i graffiti dei ragazzi hanno significati nuovi. Troviamo sui muri: scritte, firme, colorati, in bianco e nero; manifestazioni di una forte attitudine artistica o vandalistico desiderio di sporcare?
Sono nati come emblema della comunicazione giovanile tipica delle modalità espressive in Europa e negli Stati Uniti negli anni ‘60. Autori famosi hanno dato libero sfogo alla propria arte: Basquiat, Haring, Sharf; ma è possibile paragonare questi lavori a ciò che vediamo oggi sui metrò o per strada?
Indubbiamente le opere di questi autori avevano una complessità e una vitalità che oggi mancano nei graffiti. La volontà dei giovani di oggi è quella di veicolare un grido di rabbia, nella quasi totale assenza di stile.
Potremmo trovare diverse tipologie di messaggio: esistono quelli più strutturati ed articolati in cui troviamo la volontà di chi disegna di esprimere la sua arte; un giovane che magari desiderava fare il liceo artistico e che non ha potuto studiare che quindi non ha gli spazi né i mezzi per esprimersi. Egli comincerà a decorare le strade e gli spazi appropriandosene e rivendicando il suo diritto ad essere cittadino del mondo. Si tratta di un individuo che esprime una certa aggressività, forse con prepotenza ma senza violenza.
Abbiamo poi chi disegna espressamente sigle, le cosiddette tag (che possono indicare anche la firma dell’autore): non si tratta di disegni ma di scritte: tonde, riempite, colorate, tridimensionali che rivelano un senso estetico primitivo non ancora strutturato. Trapela qui un certo senso di narcisismo, legato al fatto di volerci essere, pur non avendonei mezzi espressivi. Infine, abbiamo i segni brutali, osceni, gli scarabocchi. In questi casi ci troviamo di fronte alla forma espressiva di un bambino, un atteggiamento regressivo di chi sporca per il gusto di sporcare, per fare un torto all’adulto o alla società. Similmente ad un bambino che usa le parolacce per indispettire i genitori; ci troviamo di fronte ad un Peter Pan che non vuole e non sa crescere.
Così come della grafia, anche graffiti possono essere sottoposti all’interpretazione per ricavare informazioni sugli autori spesso anonimi.
Partendo dai colori possiamo già capire alcune cose; ad esempio tanto utilizzo del rosso indica forte aggressività positiva ma anche distruttività perché richiama il colore del sangue. Così come il nero ci può indicare depressione, il bianco innocenza, voglia di amare; il celeste è legato alla delicatezza ed alla sensibilità.
Anche gli spazi occupati ci posso indicare alcune caratteristiche di personalità: gli esuberanti, infatti, tendono a produrre scritte grandi, disegni complessi e che occupano tutto lo spazio disponibile, cosa che invece non fanno i timidi. Ciò si può notare all’interno anche dello stesso disegno, quando cioè più di due mani partecipano alla produzione. Quindi un capobanda che afferma la sua supremazia sui gregari ai quali invece sono riservati piccoli spazi. Le scritte pendenti verso destra sono indicative di bisogni affettivi non soddisfatti, nostalgia dell’amore materno; mentre quelle che vanno verso sinistra indicano bisogno di ribellione verso la famiglia e tutto ciò che è tradizione, volontà di allontanamento dagli schemi comuni.
Le scritte sui muri sono spesso segni di un malessere profondo che vivono oggi i ragazzi. Indubbiamente quelle più aggressive e deturpanti vanno stigmatizzate ma vanno anche interpretate come una richiesta d’aiuto che gli adulti non posso ignorare.
© Dott. Pasquale Saviano