La definizione “bambini indaco” nasce nell’ambito della subcultura New Age e indica una generazione di bambini che esibisce un nuovo e insolito insieme di attributi psicologici e si comporta diversamente dagli altri bambini. Il fenomeno, descritto da alcuni autori già con riferimento agli anni sessanta, si sarebbe intensificato dagli anni novanta in poi.
L’espressione “indigo children” è stata introdotta negli anni settanta dalla parapsicologa Nancy Ann Tappe, ma ha acquisito popolarità soprattutto a partire dalla pubblicazione di The Indigo Children di Lee Carroll e Jan Tober, nel 1999. L’opera di Carroll e della Tober ha dato l’avvio a un vero e proprio movimento, che nell’ultimo decennio ha prodotto libri, documentari, film e congressi internazionali.
Le caratteristiche dei bambini indaco
Ecco alcune caratteristiche fondamentali dei bambini indaco necessarie per riconoscerli.
#1 Regalità
Si affacciano alla vita con la sicurezza di chi non ha nulla da temere. Guardano il mondo come qualcosa che appartiene a loro, non come qualcosa da scoprire. È come se meritassero di essere qui e ogni loro comportamento fosse tarato di conseguenza.
#2 Elevata autostima
Già da piccoli amano stare al centro dell’attenzione, anzi, la pretendono. Non percepiscono alcuna distanza anagrafica tra sé e gli adulti da cui sono circondati. Impongono i loro giochi, i loro racconti e i loro bisogni senza timore.
#3 Hanno problemi con l’autorità
Non sopportano gli ordini, né dei genitori né degli insegnanti. Ma è proprio a scuola che si manifestano i contrasti maggiori. Una buona padagogia prevede che al bambino vengano date delle regole motivate, cosicché lui possa elaborare dei nessi di causa ed effetto tra la disciplina e il mondo. Ovviamente non sempre al bambino viene spiegato perché dovrebbe comportarsi in un determinato modo e ci si limita a punirlo quando i suoi atti deviano da quelli imposti. In questo caso i bambini indaco divetano molto irritabili e provano un profondo disagio.
#4 Non sopportano le attese e l’inazione
Fare la fila, restare seduti molte ore dietro ai banchi di scuola, aspettare a tavola che tutti finiscano di mangiare sono tutti esempi di attività che logorano la pazienza di questi bambini. Quando vi sono costretti diventano irrequieti, muovono gli arti ritmicamente, cominciano a straparlare e attirano l’attenzione degli astanti.
#5 Sono molto creativi
Il loro modo di affrontare le normali sfide quotidiane è spesso inedito e fantasioso. Preferiscono esplorare nuove vie piuttosto che ripercorrere quelle già battute. A scuola questa ricerca del nuovo è ben esemplificata da una materia come l’italiano. Nei pensierini e nei temi scrivono cose eccezionali rispetto ai loro coetanei, però con una sintassi e una grammatica pessime. In pratica, l’aspetto creativo del compito è da 10, l’aspetto formale invece è insufficiente.
#6 A volte non si sentono capiti
Per quanto sappiano essere dirompenti e protagonisti della scena, spesso questi bambini si sentono soli. Scorgono nel mondo dettagli che sfuggono sia ai loro coetanei sia agli adulti e per questo non riescono a condividere. Non si sentono capiti.
I bambini indaco non esistono
I bambini indaco non esistono. Sono solo una definizione parapsicologica utilizzata per raccogliere i comportamenti descritti. Comportamenti che si avvicinano molto a quelli di un bambino affetto dal disturbo di attenzione iperattività.
Il problema di queste etichette è la risposta dei genitori. Molti si convincono di avere realmente a che fare con un bambino indaco e reagiscono di conseguenza. Basano i propri principi educativi su qualcosa di inventato, di falso, di inesistente. Questo può essere molto pericoloso, soprattutto se questa etichetta seducente e piena di lusinghe, nasconde dei problemi che potrebbero essere affrontati.