“La gelosia è un abbaiare di cani che attira i ladri”
(Karl Kraus)
La gelosia è il timore, la paura più o meno intensa che il nostro oggetto d’amore ci trascuri, ci abbandoni in favore di un’altra persona. Gli attori coinvolti in questa vicenda sono tre: il geloso, l’amato e il rivale (reale o immaginario). Gran parte di noi sa cosa significhi essere gelosi o avere accanto un partner geloso, secondo gradi di intensità differenti. A volte possono esserci motivazioni oggettive, altre può essere il frutto di fantasia e sospetti; in questo caso, tanto più la gelosia è infondata, tanto più si radica in dinamiche psichiche inconsce che la rendono distruttiva. L’eccesso di gelosia non ha nulla, o ben poco a che fare con l’amore: questo è importante ricordarlo, si tratta di una forma di possesso e di dipendenza affettiva. Tutti gli eccessi di gelosia, come la pretesa di avere accesso al cellulare, mail, pedinare o impedire la frequentazione di determinate persone, non sono comportamenti naturali, ma deleterie forme di controllo che se non interrotte possono avere effetti deleteri su tutti gli attori coinvolti.
Ma da dove deriva la gelosia?
Freud fa risalire la gelosia nell’infanzia, ed al bisogno dei bambini di essere amati e di essere l’unico oggetto d’amore dei genitori; così nasce la gelosia nei confronti di fratelli e sorelle e poi la gelosia edipica nei confronti del genitore dello stesso sesso e dal modo in cui tutto ciò sarà gestito dipenderà la capacità adulta di manifestare una sana ed equilibrata gelosia. Egli la differenzia in tre forme, tutte connotate da ambivalenza per la compresenza di amore e aggressività entrambe rivolti alla medesima persona.
1) Gelosia competitiva o normale: comporta sofferenza legata al vissuto reale o immaginario di perdere la persona amata, sentimenti ostili verso il rivale e un atteggiamento autocritico volto ad attribuire a sé stessi la responsabilità della perdita affettiva.
2) Gelosia proiettata: deriva dalla propria infedeltà concreta o da impulsi rimossi: chi prova più o meno inconsciamente tentazioni di tradimento le proietta sul partner convinto che l’altro non sia stato in grado di resistere.
3) Gelosia delirante: per Freud è la conseguenza di una forma di omosessualità latente che preme per manifestarsi. Come tentativo di difesa contro un impulso omosessuale troppo forte; ad esempio, nel caso di un uomo troppo geloso che attribuirebbe alla donna l’amore per un altro uomo, quando invece è egli stesso ad esserne innamorato.
E’ importante ricordare che essere geloso del tuo partner non impedirà che ti tradisca: nessuno rimane fedele perché tu sei geloso, e se anche lo fosse, come faresti a sapere se è fedele perché lo vuole o solo perché sa di essere controllato? La fedeltà non è garanzia della longevità di una coppia: a volte le relazioni finiscono senza che siano avvenuti dei tradimenti e altre volte continuano nonostante un tradimento, talvolta anche con maggiore complicità. Non è sempre il tradimento a porre fine ad una relazione, bensì la mancanza di desiderio: non mi riferisco solo a quello sessuale ma più in generale a quello di condivisione di spazi e tempi comuni. Quando imponiamo qualcosa a qualcuno, nella maggior parte dei casi sortiremo esattamente l’effetto opposto, ovvero risveglieremo ed insinueremo in lui la voglia di trasgressione e di riprendersi la libertà che gli è stata sottratta.
L’amore è libertà e rispetto dei propri ed altrui spazi. Non confondere le tue mancanze ed i tuoi bisogni di sicurezza con la relazione: queste sono cose che appartengono a te, alla tua storia e devi risolverle senza riversarle sull’altro. Non è con la costrizione che otterrai fedeltà ed un rapporto duraturo: ma col rispetto, con la condivisione di interessi comuni, il crescere assieme in un clima di armonia… ma talvolta nemmeno questo basterà, perchè ricorda: amare è una scelta, non un obbligo.
Nella gelosia c’è più egoismo che amore.
(Francois de La Rochefoucauld)