LA FOLLIA DEGLI ARTISTI.
“…Di fronte all’artista la psicoanalisi deve deporre le armi e rinunciare a capire quali sono le origini del suo genio.” (Giordano Fossi, 1994).
Falso.
Per Freud, come spiegherà lo stesso Fossi, è invece tutto chiaro.
Sublimazioni, pulsioni e fantasie inconsce sono la risposta e sono la causa. Questi meccanismi ci illuminano sul processo creativo nelle sue origini più lontane.
Nell’inconscio giacciono forze istintive e fantasie di desiderio che, nell’artista così come nell’uomo normale, cercano una realizzazione o, in linguaggio freudiano, una scarica.
Queste forze istintive sottostanno al principio del piacere.*
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*Principio del piacere: l’uomo desidera la propria felicità, l’appagamento immediato e incondizionato dei propri desideri.
Tale desiderio però si scontra quasi sempre con la realtà, ovvero con le costrizioni morali e le tradizioni sociali che sono contrarie al pieno soddisfacimento del piacere. Il principio del piacere combatte quindi con la realtà e ne deriva l’inevitabile frustrazione dei desideri.
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L’attività artistica dà espressione a questi meccanismi. Modifica la forma che assume il contenuto delle fantasie, per renderle accettabili, e modifica anche l’energia di queste forze. Attraverso la sublimazione l’energia (sessuale o aggressiva) viene neutralizzata.
Ma l’artista, mosso da istinti potenti e vivide fantasie, potrebbe diventare un nevrotico?
Sì, se non fosse per la sublimazione appunto.
Il suo lavoro realizza le sue fantasie in una forma socialmente accettabile conciliando il principio del piacere e il principio di realtà.
UNA PATOLOGIA DUNQUE?
Il rapporto è stretto, ma non è scontato e ovvio. Anzi.
Già dal romanticismo dell’ottocento esiste l’idea che le forze ispiratrici si nascondano nel profondo della psiche, laddove si annida anche la follia.
Noi però non abbiamo dati statistici attendibili per la relazione: patologia e creatività.
(Anche solo per la difficoltà dell’isolare il fattore puro di “creatività” all’interno della popolazione esplorata)
Sicuramente sia artista sia nevrotico trasformano il mondo reale.
Adler (1907) sosteneva che lo facessero per un complesso di inferiorità.
Groddeck (1934), era invece convinto che nell’artista soggiacessero tratti patologici.
GLI ARTISTI NEL CINEMA
Tra le numerosissime forme d’arte che esistono al mondo ho scelto “la settima”, perché ne sono visceralmente attratto: IL CINEMA.
Quali artisti dunque, quali registi cinematografici, si sono occupati di follia?
Quali folli hanno parlato di follia nelle loro pellicole creando un metaforico cane intento a mordersi la metaforica coda?!
Chi?!
Ditemi chi!
Non parliamo di un comunissimo Tarantino o di un fantasioso ed oscuro Tim Burton e del loro genere di follia, parliamo invece di chi proprio ha diretto film su qualche patologia!
Ebbene, mesdames et messieur, ecco a voi 10 film che parlano di Disturbi Psichiatrici, scelti da me, secondo il mio gusto.
Sì perché qui: “…non c’è democrazia, qui c’è una dittatura ferrea, la mia parola è legge”
(Semi-cit. da un Film. Chi azzecca il film e l’attore che pronuncia questa battuta vincerà una pacca sulle spalle da Antonino Cannavacciuolo)
Ed Eccoli qui:
1# “Shutter Island”
2# “A beautiful Mind”
3# “Shining”
4#“K-Pax”
5#“Rain Man – L’uomo della pioggia”
6# “Il Sesto Senso”
7# “Psyco”
8# “Memento”
9# “La leggenda del re pescatore”
10# “Qualcuno volò sul nido del cuculo”.
Buona visione a tutti!
Il cinema è il modo più diretto per entrare in competizione con Dio.
(Federico Fellini)
ps.
Dunque: Sei Folle? Sei un regista!
E i tuoi film preferiti sulla follia quali sono?
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Per approfondire ecco la Bibliografia dell’articolo:
Fossi, G. (1994). La psicoanalisi applicata: arte, letteratura, musica, cinema, storia e religione. Torino: Utet.
Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Film_sui_disturbi_psichiatrici