L’arrivo di un figlio è una gioia per una coppia che l’ha desiderato tanto e che magari dopo diversi tentativi riesce a coronare un altro sogno nella propria vita. Non sempre però i due coniugi vivono allo stesso modo la tanto attesa notizia; capita così che soprattutto gli uomini appaiano spaventati, pensierosi, muti dentro, generando nelle mogli un senso di solitudine corredato da diversi dubbi su come comportarsi. Le reazioni agli eventi che ci accadono nella nostra vita sono strettamente legati ai vissuti che ognuno di noi porta dentro e caratterizzano anche le modalità comportamentali in determinate circostanze. Indubbiamente la maternità è un evento che una donna vive in modo più forte per il desiderio innato di prendersi cura di un piccolo essere vivente, ma grazie anche alle stupefacenti modificazioni ormonali, fisiologiche e psicologiche che il feto genera nella mamma. Tutte esperienze che un uomo, per forza di cose, non potrà mai provare.
La nuova vita che nasce e cresce nel grembo di una donna non è solo un’idea ma un’incarnazione che si modifica e modifica costantemente chi la vive con una relazione viscerale.
Dall’altro lato abbiamo un uomo, un partner, un neo papà che vive dentro di sé sentimenti ambigui, di contrasto legati soprattutto alla paura di non essere capace di dare al nascituro tutto ciò di cui potrebbe avere bisogno. Ciò contrasta fortemente con la realizzazione di un sogno da parte di entrambi che dovrebbe portare completezza alla relazione di coppia ed al matrimonio che solo con l’arrivo di un figlio, in alcuni casi, raggiungerà il suo culmine. In questo frangente è necessario analizzare insieme la situazione perché solo insieme si può superare l’impasse che se non adeguatamente considerata e razionalizzata può portare forti attriti nella coppia, non solo a causa delle modificazioni comportamentali ma anche per una profonda ed inevitabile paura di non essere all’altezza.
I neo papà vivono la gestazione in modo diverso, come una nuova avventura cui far fronte; un nuovo essere umano sta per venire al mondo e lui ne avrà la responsabilità, sarà sì accompagnato ed aiutato dalla moglie ma, nella sua ottica, sarà lui a doversi prendere cura della moglie e del figlio e ciò gli provoca turbamento ed insicurezza. La consapevolezza di entrambi i coniugi deve essere che da quel momento in poi essi non appartengono più solamente l’uno all’altra e viceversa, ma appartengono anche alla missione di crescere un figlio.
È lecito avere paura, è normale non sentirsi all’altezza, anche perché in ognuno di noi persistono forti i confronti con i nostri modelli genitoriali che se da un lato rappresentano l’unico esempio che abbiamo ricevuto, dall’altro spingono le coppie giovani a mettersi in discussione continuamente per evitare gli errori educativi e le mancanze commessi con loro. Trasformarsi da coniuge a genitore è un ulteriore passo di crescita nella vita, forse il più importante. Solo attraverso un forte dialogo interiore, il confronto continuo e la ricerca di un appoggio tra i coniugi certi momenti si superano, nella consapevolezza che non esistono genitori perfetti ma solo genitori attenti e capaci di mettersi in discussione, con se stessi e con i figli, ammettendo gli errori che fanno e che faranno e cercando di rimediare ad essi, anche chiedendo scusa. Crescere un figlio darà grosse soddisfazioni anche se non sarà semplice: con una continua riflessione su se stessi però, fare il genitore potrebbe rivelarsi “il mestiere” più bello del mondo.
© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta