Il fenomeno del Mobbing

Il mobbing

Sempre più spesso si sente parlare di violenza sia psicologica che fisica all’interno dell’ambiente di lavoro, esercitata da una o più persone nei confronti di un individuo. Questi atteggiamenti persecutori e vessatori sono frequenti ed hanno delle gravi ripercussioni sulla salute della vittima.

Possiamo dire che il mobbing implica un comportamento di comunicazione ostile, diretto verso un individuo che, in seguito al mobbing, viene a trovarsi in una situazione di impotenza, e proprio questo permette la ripetizione dello stesso. A causa della durata e della frequenza questo maltrattamento genera sofferenza psicologica, disturbi psicosomatici e disagio sociale.

 

Significato del termine 

Per mobbing si intendono tutti quei comportamenti violenti che si verificano sul posto di lavoro attraverso atti, parole, gesti, scritti vessatori e persecutori che arrecano offesa all’integrità psico fisica di una persona.

Le diverse tipologie di mobbing

1) mobbing dal basso o down-up: il mobbing viene esercitato da un gruppo di dipendenti nei confronti di un datore di lavoro con l’obiettivo di estrometterlo dall’azienda,

2) mobbing dall’alto: il mobber (colui che esercita il mobbing) si trova in una posizione superiore rispetto al mobbizzato. Legato a questa forma di mobbing il concetto di abuso di potere;

3) mobbing orizzontale (tra pari): si tratta di una forma di mobbing in cui il mobber e il mobbizzato ricoprono la medesima posizione all’interno dell’azienda;

4) doppio mobbing: il mobbizzato si ritrova completamente isolato e abbandonato anche dalla propria famiglia che, se in un primo momento offre sostegno alla vittima, in un secondo momento si allontana. La famiglia si chiude in se stessa per istinto di sopravvivenza, si tratta di un processo inconscio in quanto nessun componente della famiglia sarà mai consapevole di aver cessato di aiutare il proprio caro.

 

Gli attori coinvolti nel mobbing

– il mobber : è colui che compie atteggiamenti vessatori e persecutori, i quali hanno lo scopo di denigrare le qualità professionali e personali della vittima. Alcuni autori ipotizzano che il mobber presenti un disturbi narcisistico di personalità;

– il mobbizzato: si tratta della vittima, un soggetto che viene scelto come bersaglio per scaricare le frustrazioni. Lo scopo è quello di indurre la vittima a rassegnare le proprie dimissioni oppure creare le condizioni favorevoli al licenziamento. SecondoB. Hubber esistono quattro tipologie di soggetti che hanno maggiori probabilità di assumere il ruolo di vittima nel mobbing: un dipendente appena assunto, un dipendente ambizioso, un dipendente che appartiene ad una minoranza, una persona sola nell’ambiente di lavoro;

– side mobbers o spettatori: soggetti che scelgono di rimanere spettatori delle persecuzioni e agendo in questo modo amplificano le condotte vessatorie. Appartengono a questa categoria gli “indifferenti”, soggetti che si convincono della naturalezza dei comportamenti che vengono messi in atto. Quali sono le caratteristiche di questi soggetti? Si tratta di individui che hanno rapporti diretti con il mobber, che non si assumono responsabilità, che godono di molta fiducia nelle proprie capacità di giudizio. Infine appartengono a questa categoria anche quei soggetti che si schierano dalla parte del mobber per timore di essere presi di mira a loro volta.

 

Le fasi principali del processo di Mobbing (Modello di Heinz Leymann)

1) Il conflitto quotidiano: fase che viene vissuta abitualmente negli ambienti di lavoro. A volte anche un semplice equivoco può sviluppare situazioni conflittuali determinando un disagio. Sono proprio i conflitti non risolti ad innescare processi di mobbing.

2) L’inizio del mobbing e del terrore psicologico: fase in cui si assiste ad un processo di maturazione del conflitto nel quale i soggetti iniziano a relazionarsi in modo critico e rigido. Molto spesso la vittima non è consapevole di quello che accade a differenza del mobber che persegue lo scopo di isolare la vittima.

3) Fase dell’ufficializzazione: quando in un’azienda si verificano situazioni di mobbing cominciano anche a girare delle voci denigratorie che giungono anche nell’Ufficio del Personale. La dirigenza quindi cercherà di allontanare in modo pulito la vittima considerata troppo dispendiosa per l’azienda.

4) Fase dell’espulsione del dipendente dal mondo del lavoro: l’espulsione è percepita dalla vittima come un fallimento personale ed è possibile che si sviluppino oppure vengano a consolidarsi malattie nervose e fisiche di lunga durata. Inoltre diciamo che il mobbing può costituire un fattore scatenante che induce a liberare una certa aggressività. Questa può orientarsi verso l’interno del soggetto (tentativi di suicidio), oppure verso l’esterno (nei confronti del mobber oppure si assiste ad un deterioramento del mondo relazionale della vittima).

 

Le fasi principali del processo di Mobbing (Modello di Harald Ege)

1) Conflitto mirato: in questa fase viene scelta la vittima verso la quale saranno diretti i primi attacchi.

2) Inizio del mobbing: in questa fase si percepisce una maggiore distanza da parte dei colleghi e dei superiori e questo cambiamento di atteggiamenti comincia a creare nella vittima un senso di disagio.

3) Primi sintomi psicosomatici.

4) Errori ed abusi dell’Amministrazione del Personale: la vittima è costretta a richiedere sempre più spesso giorni di malattia. Le assenze frequenti dovrebbero richiamare l’attenzione dell’Ufficio del Personale per cercare di comprendere cosa sta succedendo.

5)Serio aggravamento della salute psico-fisica della vittima: la salute della vittima è compromessa e si trova ad attraversare un grave stato depressivo.

6)Esclusione dal mondo del lavoro: fase in cui la vittima non è più in grado di svolgere la sua attività professionale.

 

Dott.ssa Veronica Servidio