Disturbo dissociativo di personalità:
in Europa,nei primi del ‘900,nasce il concetto di forme psicopatologiche secondarie e reattive ad eventi. La reazione psicogena fa riferimento ad ogni risposta a carattere psicopatologico che insorge in connessione logica o cronologica con avvenimenti e situazioni esterne di significato psicologico particolare o generale.
L’interesse sulle personalità multiple è nato nel 1980. Nel DSM IV (1994) questo tipo di disturbo è compreso nella categoria diagnostica “Disturbi Dissociativi”,la cui caratteristica essenziale è rappresentata:
- dalla sconnessione delle funzioni,solitamente integrate;
- dalla sconnessione della coscienza;
- dalla sconnessione della memoria;
- dalla sconnessione dell’identità.
Tale categoria diagnostica include il :
- Disturbo dissociativo d’identità (Disturbo di personalità multipla);
- Disturbo di personalizzazione;
- Amnesia dissociativa;
- Fuga dissociativa;
- Disturbo dissociativo non altrimenti specificato.
I criteri diagnostici illustrati nel DSM IV per il “Disturbo Dissociativo dell’Identità” (o “Disturbo da personalità multipla”) sono:
- Presenza di due o più identità o stati di personalità distinti,ciascuno con i suoi modi relativamente costanti di percepire,di relazionarsi e di pensare nei confronti di se stesso e dell’ambiente;
- Almeno due di queste identità o stati di personalità assumono in modo ricorrente il controllo del comportamento della persona;
- L’incapacità di ricordare importanti notizie personali è troppo estesa per essere spiegata come una banale tendenza alla dimenticanza;
- L’alterazione non è dovuta agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o ad una condizione medica generale.
Il disturbo dissociativo è un’alterazione della coscienza dell’Io e non un’alterazione strutturale della personalità,dal momento che l’amnesia dissociativa è la sua caratteristica principale.
Nel “Disturbo dissociativo dell’identità” esistono nella persona almeno due tipi diversi di personalità che si ignorano a vicenda,essendoci amnesia delle azioni,dei pensieri,delle emozioni dell’una quando è l’altra ad assumere il controllo del comportamento,presupponendo almeno due stati distinti di coscienza.
Le prime osservazioni di personalità multiple,avvennero verso la fine dell’ ‘800 durante le sedute ipnotiche dei pazienti isterici,che mettevano in evidenza la presenza di uno stato secondo di coscienza,ovvero la comparsa di un’altra personalità della quale il paziente non aveva nessuna conoscenza o solo una vaga percezione. Tale personalità veniva dimenticata al risveglio. Vi erano casi in cui il fenomeno si rappresentava spontaneamente,al di fuori dello stato ipnotico.
La seconda personalità ha caratteristiche comportamentali completamente diverse dalla personalità originale,avendo anche età e sesso diverso,e il passaggio da un’identità all’altra è improvviso. Il soggetto spesso non è consapevole,e la diagnosi è difficile in quanto è facilmente confondibile con altri disturbi di personalità come il “Disturbo Borderline di personalità”.
Le varie personalità,corrispondenti a diversi stati di coscienza,non le si devono considerare come insiemi totalmente separati,ma come frammenti di una personalità unica che sono stati separati e che si manifestano saltuariamente.
La teoria traumatica dei Disturbi Dissociativi:
Vi è un legame tra l’evento traumatico e i disturbi dissociativi. Molti soggetti che sviluppano tale tipo di disturbo,nel 98-99% dei casi,hanno nella storia personale traumi di vario tipo,specialmente di natura sessuale,avvenuti per lo più prima dei nove anni. La dissociazione,divenuta un meccanismo di difesa automatico della mente di fronte ad eventi psicologicamente traumatici,permette di isolare il trauma dal campo di coscienza. I fattori di gioco sono:
- Capacità di attuare una dissociazione difensiva nei confronti del trauma (fuga mentale) attraverso ipervigilanza,dissociazione, evita mento e confusione. Consolidamento di modelli di relazione e strategie di difesa disadattavi,compromettendo il senso di continuità della propria identità;
- Esperienze traumatiche travolgenti come un abuso fisico o sessuale,che superano le capacità di adattamento e le conseguenti operazioni difensive,in particolare del bambino;
- Influenze ambientali ed opportunità disponibili che contribuiscono a dare una forma specifica della difesa dissociativa;
- Esperienze rassicuranti con i caregiver che però non bastano per far sentire il bambino protetto.
La teoria traumatica dei disturbi dissociativi riguarda:
- Traumi psicologici reali subiti nell’infanzia che si trovano nella storia dei soggetti affetti da disturbi dissociativi in oltre il 95% dei casi;
- Sulla base di questi dati,i disturbi dissociativi sono stati considerati disturbi post-traumatici da stress cronicizzati ad insorgenza infantile;
- Traumi analoghi a quelli dei pazienti affetti da Disturbo Dissociativo sono stati riportati con alta frequenza in disturbi come: “Disturbo Borderline di personalità”; “Disturbi del comportamento alimentare”; “Disturbi d’ansia”;
- Solo alcune persone che subiscono traumi psicologici gravi sviluppano poi un Disturbo post-traumatico che si cronicizza in un numero inferiore di soggetti;
- Esistono fattori aggiuntivi che da un lato determinano la reazione al trauma e la sua cronicizzazione,dall’altro conducono al disturbo dissociativo.
La genesi dei disturbi dissociativi nel contesto delle relazioni interpersonali,dello sviluppo e dell’espressione dei sistemi motivazionali,dello sviluppo affettivo e cognitivo,prevede una successione dei fatti:
- Violenza o maltrattamento subiti da parte delle figure di attaccamento;
- Rappresentazioni multiple del sé e dell’altro come persecutore,come vittima e come salvatore;
- Le eventuali molteplici rappresentazioni di sé non integrate potranno acquisire il carattere di Alter,in prevalenza del persecutore e della vittima;
- L’adolescente può trattare una rappresentazione del sé con il pensiero astratto.
E ‘ possibile,dunque,affermare che vi è un legame tra un evento traumatico e il disturbo dissociativo: per prima cosa,tale legame,è reso possibile per via della presenza di significati molteplici dati alla figura di attaccamento o per via dell’incoerente rappresentazione del sé con l’altro; in secondo luogo,la disorganizzazione ottenuta da un tipo di attaccamento disorganizzato o disorientato,può essere un marker non specifico per fattori di rischio elevato di ogni genere.
G.C.Guerra