Con il suo esperimento nella prigione di Stanford, Zimbardo ha cercato di comprendere come e perché gli individui e i gruppi di persone che solitamente si comportano in modo umano, possono diventare capaci di violenze fisiche e psicologiche assimilabili alla tortura.
Lo psicologo americano ha definito questo processo “Effetto Lucifero” ispirandosi alla tradizione cristiana che vede Dio cacciare il suo angelo preferito, Lucifero, dopo che egli osò disobbedirgli. Lucifero, esiliato all’inferno, sarebbe così diventato Satana, signore del male.
Dalla prigione di Stanford a quella di Abu Ghraib
Secondo Zimbardo, l’Effetto Lucifero riguarda l’esercizio del potere. Date alle persone potere senza un’adeguata supervisione e avrete una ricetta per ottenere abusi. Nel 2003 Zimbardo viene incaricato di mettere a disposizione la sua competenza per comprendere le responsabilità dei soldati americani coinvolti nelle torture nella prigione irachena di Abu Ghraib.
In quel caso l’amministrazione americana aveva subito condannato i fatti sostenendo la tesi delle poche “mele marce” che avevano guastato il barile; ovvero, che la responsabilità era solo di alcuni soldati intrinsecamente “cattivi” che si erano macchiati di quelle colpe.
Secondo Zimbardo invece, la chiave per comprendere come persone comuni possano rendersi capaci di commettere tali gesti consiste nello spostare la lente di osservazione dall’individuo al sistema in cui è inserito.
Quando gli scienziati sociali si fermano all’individuo si perdono il punto fondamentale che ho scoperto diventando consulente tecnico per Abu Ghraib. Il potere è nel sistema. Il sistema crea la situazione che corrompe l’individuo, e il sistema è il background legale, politico, economico e culturale.
Una ricetta per gli abusi di potere
Quando una persona è inserita in una situazione nuova o non familiare gli abituali schemi di risposta non funzionano più. Questa può trovarsi più facilmente a rivedere principi etici e morali che rimarrebbero saldi in una situazione quotidiana. Inoltre, sono sette i processi sociali che possono favorire lo scivolamento in comportamenti violenti e abusi di potere verso l’altro.
#1 Fare il primo piccolo passo senza dargli peso
L’esperimento di Milgram cominciava con una scossa da 15 volt. Un pizzicotto, qualcosa che non si sente neanche. Tutti i partecipanti hanno dato questa scossa pensando che fosse una cosa da niente. Due terzi di loro sono arrivati a dare la scossa massima, quella da 450 volt. Le torture più efferate cominciano con piccoli abusi di potere, spesso limitati al piano verbale, cose di poco conto che possono aprire la strada verso la violenza.
#2 De-umanizzazione dell’altro
Considerare l’altro come qualcosa di meno che umano, per il colore della pelle, le credenze religiose o politiche, il genere, l’orientamento sessuale, o per qualsiasi altra ragione di discriminazione rappresenta un primo passo per legittimare implicitamente un abuso di potere.