Il meccanismo neurochimico alla base della dipendenza è stato studiato e oggi si conosce a fondo.
Nel nostro sistema nervoso le informazioni viaggiano sotto forma di impulsi elettrici lungo una rete di fili (assoni) e palline (neuroni). Questa rete non è tutta unita, si interrompe in dei punti chiamati sinapsi. Il segnale per passare da una sinapsi all’altra e quindi continuare il suo viaggio ha bisogno dell’azione di alcune sostanze chiamate neurotrasmettitori.
Le droghe agiscono proprio a livello sinaptico, agiscono sui neurotrasmettitori amplificando o inibendo il segnale che corre lungo gli assoni da neurone a neurone. Ogni droga modifica il segnale nel nostro cervello (e in tutto i nervi del nostro corpo) in modo diverso, per questo ogni droga provoca sensazioni diverse.
Il meccanismo attraverso il quale droghe differenti provocano la dipendenza è specifico di ogni sostanza. In generale possiamo dire due cose:
– La droga agisce sui neurotrasmettitori e altera la loro efficacia, con il tempo rende la sostanza stupefacente parte integrante di quel processo. Cioè la droga diventa necessaria all’interno del processo dove prima bastava il neurotrasmettitore.
– Nel cervello sono presenti due circuiti del piacere, uno legato all’eccitazione e uno legato alla gratificazione. La droga accende questi circuiti e quindi ne vogliamo altra per tenerli accesi. Questi circuiti sono responsabili anche delle dipendenze che non derivano dall’assunzione di sostanze ma da comportamenti come il gioco d’azzardo o l’uso compulsivo di internet.
Se fosse tutto qui, saremmo tutti dipendenti dai farmaci
I farmaci sono delle vere e proprie droghe, infatti in inglese il termine usato è sempre drugs. Agiscono alterando l’azione dei neurotrasmettitori al fine di ottenere determinati effetti sul nostro organismo.
Spesso sono anche più potenti delle droghe da strada. Basta pensare alla morfina, che si dà ai pazienti per sopportare il dolore. Si tratta di eroina molto più potente. Eppure i pazienti che prendono la morfina anche per mesi, non diventano quasi mai dipendenti.
L’esperimento di Bruce Alexander
L’esperimento classico sulle droghe consisteva nel mettere una cavia dentro una gabbia con due dispenser per l’acqua, uno conteneva acqua e l’altro acqua drogata. In questo caso la cavia comincia a bere l’acqua drogata, smetteva anche di mangiare, e continuava così fino a morire.
Bruce Alexander ha pensato che in una condizione simile la cavia non avesse altra possibilità per cercare il piacere se non l’acqua drogata. Quindi si è chiesto quale dispenser avrebbe scelto la cavia se fosse stata inserita in un contesto molto più stimolante.
Per questo ha creato il paradiso delle cavie, un vero e proprio parco giochi dove oltre a essere insieme a tanti esemplari come lei, la cavia poteva correre sulle ruote, scegliere tra svariati tipi di cibo, fare sesso, costruirsi la tana e tutte quelle altre cose che trasformano una gabbia in un paese dei balocchi.
Il risultato di questo studio è incredibile. Le cavie inserite in questo ambiente, pur potendo ancora scegliere se bere l’acqua normale o se drogarsi, sceglievano di bere l’acqua normale e di decarsi a tutte le altre attività possibili.
La guerra del Vietnam conferma l’esperimento di Bruce Alexander sugli umani
Durante la guerra del Vietnam il 20% dei soldati faceva uso di eroina. Per questo si pensava che una volta tornati in america le strade si sarebbero riempite di reduci tossicodipendenti.
Fortunatamente non fu così, perché il 95% di quel 20% che faceva uso di eroina, una volta tornato a casa semplicemente smise di drogarsi.
Questo non ha senso secondo la teoria classica della dipendenza. Invece ha perfettamente senso secondo la teoria di Alexander. Nella giungla del Vietnam drogarsi è la soluzione migliore per trovare soddisfazione e gratificazione, non c’è niente di meglio da fare. Però una volta tornati a casa gli stimoli sono tanti e migliori dell’eroina.
È la tua gabbia che ti rende vulnerabile alle droghe
Per natura gli esseri umani hanno bisogno di creare legami, e quando ci riescono sono felici.
Quando questo non succede, allora abbiamo bisogno di trovare questa soddisfazione da qualche altra parte: nelle droghe, nel gioco d’azzardo, sui social network, sulla pornografia e su qualsiasi altra alternativa ai legami affettivi.
Ecco il video di Kurzgesagt – In a Nutshell che spiega tutto questo