Donne che odiano le donne. Succede spesso e succede soprattutto sul luogo di lavoro. Cerchiamo di capire perché
Una vecchia battuta diceva: “Gli uomini tra amici si insultano, le donne tra nemiche si fanno i complimenti”. Questa immagine stereotipata spesso rappresenta in modo onesto la situazione. Forse per questo sul gruppo Psiche e Benessere è arrivata questa richiesta:
Le donne sempre contro le altre, perché?
Non è facile rispondere ma cercherò di farlo nel modo più semplice possibile.
#1 Non generalizzare
La prima cosa da tenere a mente quando si affronta uno stereotipo culturale sono le eccezioni. L’amicizia tra donne esiste proprio come esiste l’odio tra uomini. Ma ci sono dei motivi socio-culturali che sbilanciano la frequenza di questi comportamenti tra i generi. Proprio come è più probabile trovare un maschio che ama il calcio, così è più facile trovare un uomo che fa gruppo con un uomo.
Faccio questa premessa per sottolineare che quanto sto per dire non rappresenta verità assoluta ma solo la parziale spiegazione di un fenomeno evidente.
#2 I confini della lotta maschile
Le donne sono disposte a tutto, gli uomini no. L’uomo studia la situazione e valuta se combattere o se accettare lo status quo. La stessa cosa fa la donna. La differenza è che la donna è disposta a mettersi in gioco molto più dell’uomo. La donna sfida l’autorità, le regole, il sistema. Non accetta che qualcosa non sia allineato con il suo modo di interpretare il mondo. Il senso di giustizia della donna è dirompente, se viene tradito la donna sta male. L’uomo invece riesce a voltarsi dall’altra parte e fingere che tutto vada nel migliore dei modo nel peggiore degli uffici possibili. L’uomo attacca solo quando lo scontro è inevitabile.
Immaginate ora l’arrivo di una donna dentro un ambiente di lavoro maschile. Il suo modo diverso di vedere le cose rompe tutti gli equilibri. Il potere costituito si vede messo in discussione attraverso modalità mai viste prime. Per i maschi coalizzarsi contro quell’elemento di disturbo diventa una cosa naturale come respirare. La donna viene messa nell’impossibilità di importare nuove dinamiche sociali nel gruppo e l’unico modo per farlo e bloccarle l’accesso a ruoli dirigenziali.
Rimando al punto 1. Questa è solo lo scenario più probabile, non l’unico possibile.
#3 Capo Vs Capa
L’uomo cerca i soldi, la donna il potere. Si tratta sempre di un discorso generale. Non sto dicendo che l’uomo non è interessato al potere e la donna non è interessata ai soldi. Però, l’uomo una volta che raggiunge il vertice preferisce circondarsi di persone con cui andare al bar che di sottoposti da comandare a distanza.
Una volta ottenuto uno stipendio in linea con le sue esigenze e le sue aspettative, la preoccupazione di un uomo al comando è promuovere l’autonomia dei suoi sottoposti. Meno hanno bisogno di lui meglio è. Sparisce e controlla in modo discreto che le cose vadano come devono andare. Si dice che l’abilità del vero leader sia quella di costruire un ambiente di lavoro dove lui non deve lavorare. La donna invece non si accontenta di raggiungere una posizione e uno stipendio adeguato. Lei il potere lo vuole esercitare. La donna al comando trova sempre il modo di ricordare ai suoi sottoposti che lei è il capo. La sua presenza è costante, si sente e pesa. Tutti gli ingredienti perfetti per fomentare una rivolta.
#4 Il cameratismo maschile
Erroneamente si crede che il cameratismo maschile sia l’attitudine degli uomini a fare gruppo tra loro. In realtà sarebbe più corretto definire il cameratismo maschile come l’attitudine a escludere le donne da alcune attività. I bambini escludono le bambine quando si gioca a pallone perché sono troppo deboli. Gli adolescenti escludono le ragazze quando si escono la sera perché fanno discorsi troppo diversi. Gli adulti escludono le donne dall’ambiente di lavoro per tanti motivi. La diversità si percepisce e tra assumere un uomo e assumere una donna, l’uomo preferisce assumere l’uomo. È un suo simile che ha imparato a conoscere fin da bambino. Dall’altra parte, la donna non preferisce assumere la donna. La donna quando deve assumere lo fa onestamente, apre le porte della squadra al candidato migliore senza badare al genere.
Ed ecco l’atroce verità. Uomini e donne sono uguali sul lavoro. Non c’è un sesso migliore dell’altro. Certo ci sono facoltà universitarie che presentano un forte sbilanciamento di genere ma è solo un fatto culturale. Uomini e donne sono alla pari su tutto quando lo strumento usato è la testa. Ma se l’uomo preferisce assumere l’uomo, e la donna invece bada al merito, ne consegue che verranno assunti più uomini.