Disturbo Borderline di Personalità

La parola Borderline è, oggigiorno, usata impropriamente dai più per indicare qualcuno che cambia idea velocemente o che dice bugie o ha atteggiamenti bizzarri, e si potrebbe andare avanti ad oltranza poiché questa parola è stata esaurita del suo valore diagnostico per diventare un aggettivo di uso comune.

Ma cos’è il disturbo Borderline di Personalità ?

Il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) è caratterizzato da un complesso e pervasivo pattern di instabilità delle relazioni interpersonali, nell’immagine di sé, nell’umore e da una marcata impulsività che inizia entro la prima età adula ed è presente in svariati contesti (manuale diagnostico  e statistico dei disturbi mentali DSM-5).

Come si manifesta 

I soggetti con Disturbo Borderline di Personalità sono molto sensibili alle circostanze ambientali provano intensi timori di abbandono e rabbia inappropriata, anche quando si trovano ad affrontare separazioni reali limitate nel tempo( es.quando il Clinico annuncia il termine della seduta terapeutica o ancora quando qualcuno per loro importante è in ritardo o deve disdire un appuntamento).

Le persone con DBP spesso tendono ad idealizzare le altre persone e rapidamente a svalutarle, sentendo che l’altro in questione non si occupa abbastanza di loro o non è abbastanza “presente”. Le relazioni che intraprendono sono turbolente, intense e caotiche. Non esistono le vie di mezzo.

Il timore dell’abbandono è pervasivo ed associato all’intolleranza a restare da soli ed alla necessita di avere persone  con loro  tanto da portarli ad azioni impulsive come comportamenti gesti o minacce suicidari (il suicidio riuscito si verifica nell’8-10% dei casi), o autolesivi.

La diagnosi

Per porre la diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità secondo il DSM-IV (American Psychiatric Association, 1994) devono essere presenti, simultaneamente, almeno cinque fra nove criteri diagnostici. I nove criteri, che riguardano gli stili di comportamento e gli atteggiamenti emotivi abituali del paziente, sono:

(1) forte sentimento di instabilità e incertezza circa la propria identità, 

(2) paura cronica di essere abbandonati, 

(3) drammatica instabilità nelle relazioni affettive, 

(4) marcata reattività dell’umore (rapide oscillazioni del tono emotivo fra depressione, euforia, irritabilità e ansia) 

(5) frequenti esperienze di collera immotivata, 

(6) cronici sentimenti di vuoto interiore, 

(7) transitori ma ricorrenti sintomi dissociativi (depersonalizzazione, amnesie lacunari, stati oniroidi di coscienza) oppure di ideazione paranoide, 

(8) comportamenti auto-lesivi impulsivi e incontrollabili (abbuffate compulsive, promiscuità sessuale senza attenzione a rischi di infezioni o di gravidanze indesiderate, cleptomania, abusi di alcool e droghe, ferite auto-procurate), 

(9) minacce o tentativi ricorrenti di suicidio

Frequenza  nella popolazione del disturbo borderline di personalità

Il Disturbo borderline di personalità colpisce fino al 5,9% della popolazione mondiale ed esordisce, generalmente, entro la prima età adulta. Colpisce, per lo più, soggetti di sesso femminile (75%) e va man mano a stabilizzarsi, mitigando la sua intensità con l’avanzare dell’età del soggetto, generalmente a partire dai 40-50 anni.

Principali cause e fattori di rischio

La patogenesi del Disturbo Borderline di Personalità, ha  diversi fattori di rischio finora riconosciuti o ipotizzati (tratti di personalità geneticamente determinati, disfunzioni della comunicazione familiare, traumi psicologici, fattori sociali di rischio: Paris, 1996). Un aumento considerevole del rischio si ha se si hanno parenti di primo grado con Disturbo Borderline di Personalità (un rischio 5 volte più alto), se si fa un abuso di sostanze o se vi è la presenza di comorbilità con altri disturbi.

Studi e ricerche (C. Schmahl, S. C. Herpertz e altri, 2014) sembrano dimostrare che il Disturbo borderline di personalità sia associato anche a cambiamenti e modifiche a livello strutturale e funzionale del cervello, in particolar modo in riferimento alle aree cerebrali deputate alla regolazione e al controllo degli impulsi e della sfera emotiva. 

Da tali studi, tuttavia, non sono emerse evidenze che attestino se tali modificazioni siano precedenti alla comparsa del disturbo e considerabili quindi come fattori di rischio o, al contrario, conseguenti ad esso.

Sicuramente, i contributi che possono arrivare dalla ricerca sui correlati neuronali del Disturbo borderline di personalità concorrono alla formulazione del trattamento farmacologico che spesso viene predisposto per i pazienti. Studiando l’aspetto relazionale che i soggetti con Disturbo borderline di personalità hanno avuto con le figure di riferimento  sono emersi dei trascorsi caratterizzati da incuria, abusi fisici e/o sessuali, funzioni genitoriali carenti. 

E’ bene ,tuttavia ricordare che i fattori di rischio non devono mai essere considerati come predittivi al fine diagnostico bensì vanno analizzati al fine di avere un quadro completo della storia personale del Paziente.

Terapia

La psicoterapia si è rivelato uno strumento funzionale ed efficace per la cura di questo disturbo che a seconda del Paziente può prevedere l’ausilio di una terapia farmacologica. A fine di ridurre il drop-out

( il rischio elevatissimo di interruzione prematura del trattamento è unanimemente riconosciuto come uno dei motivi principali di insuccesso nella cura del paziente borderline (Gunderson et al., 1989; Linehan, 1993a, 1993b) seguendo il modello dell’attaccamento sarebbe possibile comprendere il valore delle co-terapie nel ridurre il rischio di drop-out durante la psicoterapia degli stati borderline (Liotti, 2000).

Un esempio di co-terapia che si è dimostrata capace di ridurre il numero di drop-out nella terapia dei borderline è offerta dal doppio setting, individuale e di gruppo, con due diversi terapeuti, previsto dal modello di Linehan (1993a, 1993b). Tale modello di intervento terapeutico previene il rischio che il terapeuta venga percepito come assolutisticamente e drammaticamente  come pericoloso o come impotente.

Fonti 

http://www.psychomedia.it/pm/modther/probpsiter/liotti-1.htm

BorderlinePersonality Disorder, NIMH (National Institute of Mental Health) U.S..

DSM-5, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, American Psychiatric Association, Raffaello Cortina Editore, 2014