“Si impara con la pratica. Che si tratti di imparare a danzare facendo esperienza di ballo, oppure imparare a vivere facendo esperienze di vita, il principio non cambia.” (Martha Graham)
Una frase che mi piace molto. Richiama al bisogno di fare esperienza.
Fin da bambini sentiamo forte e chiaro in noi il bisogno di sperimentare, di conoscere, di curiosare. Famosa è la fase dei “Perché?” dei bambini, fase che è sinonimo di esplorazione e ricerca.
Sono proprio questi i motori che ci hanno consentito di muoverci in territori nuovi, a noi ignoti, di imparare, di fare esperienza e crescere. Sì perché un bambino che non ha modo di fare esperienza è un bambino a cui non viene data la possibilità di svilupparsi, di conoscere e quindi di costruirsi una sua visione del mondo.
È l’insieme di ogni singola esperienza che abbiamo fatto che poi ci ha reso gli uomini e le donne che siamo oggi.
L’aspetto secondo me più interessante di questo nostro fare esperienza è l’intenzione, la volontà che abbiamo sempre avuto nel farlo. Guardate quello che fanno i bambini: ogni volta che vengono catturati nell’interesse da qualcosa iniziano a dedicarci, intenzionalmente, del tempo, si iniziano ad allenare. Ed è esattamente quel tempo intenzionalmente dedicato a quel neonato interesse che ne alimenta poi la passione. Non ci crede?
Spesso si crede che la passione per qualcosa sia una caratteristica innata. O la si ha o non la si ha. Ed in parte è sicuramente vero. Quello a cui ci si appassiona inizialmente non lo si sceglie o almeno non a livello totalmente cosciente. Magari sono stati proprio i nostri genitori a farci conoscere quella che poi è diventata la nostra passione, magari è stata quella prima (efficace) prova. Non lo sappiamo. Quello che però sappiamo, perché se ci pensiamo lo notiamo, è che ogni passione ha bisogno di essere coltivata, di essere allenata. Intenzionalmente. Questo alla fine fa la differenza.
Ogni volta che decidiamo di esercitarci in un nostro interesse, quando facciamo pratica, non percepiamo solo la difficoltà dell’allenamento. Riusciamo ad andare oltre.
Ora chi di voi ha mai coltivato una passione nel lungo tempo se ne sarà reso conto facilmente.
Allenarsi, fare pratica intenzionalmente ci consente di fare esperienza, anche in negativo, e attraverso l’esperienza riusciamo a conoscerci sempre meglio. Questo processo ci porta poi a raggiungere obiettivi sempre più sfidanti usando al meglio le nostre risorse, imparando dai noi nostri errori, dai nostri fallimenti per migliorare le nostre performance, in qualsiasi campo esse siano. Aumenta così il nostro senso di soddisfazione, potremmo dire che la nostra autostima ne trae un gran giovamento.
Non vi sembra?
Io credo molto in questo processo. Credo che volersi allenare in qualcosa che ci interessa, voler fare esperienza, volerci mettere nella condizione di sperimentare abilità e competenze diverse, sia la chiave per vivere pienamente. Allo stesso tempo volersi continuare ad allenare nonostante un fallimento, ci porti ad essere persone resilienti capaci quindi di costruirsi il futuro che desiderano.
Smettere di sperimentare, al contrario, vuol dire smettere di poter conoscere le possibili opportunità che potremmo avere.
Dovremmo ricordaci la famosa citazione di Benjamin Franklin: “No gains without pains” che letteralmente significa “Nessun guadagno senza fatica”, ovvero “Chi non risica non rosica”.
Quindi vi invito ad impegnarvi, intenzionalmente, a fare pratica e a non smettere mai di fare esperienza così da poter “risicare” davvero!