Vivere immersi nella società significa dover continuamente rispondere alle aspettative che il mondo esterno ha nei nostri confronti. Le modalità con le quali possiamo farlo sono infinite e dipendono dalla relazione che ci troviamo a gestire caso per caso.
Come diceva Pirandello siamo uno, nessuno e centomila, perché con il nostro capo ci comportiamo in un certo modo, con i nostri famigliari in un altro, con gli amici in uno diverso ancora e così via per ogni singolo rapporto umano che viviamo.
Questo non fa di noi delle persone false o camaleontiche, siamo semplicemente intelligenti da un punto di vista sociale. Perché solo un babbeo si comporterebbe con il suo capo esattamente come fa con il suo partner.
Dentro di noi c’è un mondo di possibilità di essere.
La nostra identità e la nostra coerenza nei comportamenti sono due cose completamente diverse. Dentro di noi, quindi dentro la nostra identità, sono racchiusa una serie infinita di abiti da vestire a seconda delle circostanze. Tutti ci appartengono in egual misura, solo che certi li indossiamo più spesso di altri.
Io sono una persona che ama stare al centro dell’attenzione e quando esco con gli amici mi ergo subito a protagonista della serata. Intrattengo, diverto, racconto e mi piace che gli altri pendano dalle mie labbra.
Quando sono al lavoro, fianco a fianco con il mio capo, sono sempre io, e la mia voglia di stare al centro non è minore. Però non passo la giornata a raccontare aneddoti divertenti su quello che ho combinato nel week end. Non lo faccio perché capisco che non sarebbe il luogo giusto per comportarmi così. Tuttavia non rinuncio alla mia voglia di protagonismo e allora cerco di fare al meglio il mio lavoro per essere notato e apprezzato.
Il mio io quando faccio il buffone per intrattenere i miei amici e il mio io quando lavoro sodo per essere il migliore in quello che faccio è lo stesso. Cambia solo il modo in cui esprime una sua esigenza.
E se il mondo mi chiede di essere diverso da quello che sono?
Avere dentro di sé un mondo di possibilità di essere non significa averle tutte. Ci saranno sempre delle situazione per le quali non abbiamo proprio nessun abito da mettere.
È un bel problema, perché senza quell’abito non si entra.
Questo significa che se un contesto ci richiede un comportamento che non è nel nostro repertorio ci troviamo di fronte a una scelta: declinare l’invito o mentire e partecipare.
È meglio deludere con sincerità che soddisfare mentendo
Soddisfare mentendo è una soluzione temporanea che prepara il campo a una crisi duratura. Perché molto raramente fingere di essere diversi da quello che siamo veramente è una strategia sostenibile nel tempo. Di solito veniamo smascherati molto presto e molto male. Finiremo sicuramente per far soffrire le persone che pensavamo di rendere felici con le nostre bugie, ma soprattutto feriremo noi stessi.
Bisogna ingoiare troppo orgoglio per rinchiudere la nostra identità dentro un cassetto in attesa che il mondo che ci circonda sia di nuovo pronto ad accettarla.
Molto meglio deludere per quello che siamo. Almeno possiamo difendere la nostra posizione e la nostra scelta.
Giustificare la verità è doloroso ma non impossibile, giustificare una bugia è impossibile e basta.