Cos’è il genio?
È fantasia, intuizione, colpo d‘occhio e velocità d’esecuzione – diceva Monicelli nel film Amici Miei.
Vorrei approfondire la questione e tentare di definire meglio il genio.
Il genio e l’intelligenza sono attitudini diverse.
L’intelligenza è la capacità di cogliere e organizzare in una struttura sistematica le relazioni tra gli oggetti e l’ambiente che li circonda. Con il termine oggetto intendiamo qualsiasi entità inorganica, vegetale, animale o umana che in un dato momento entra in relazione con me stesso, soggetto che percepisce. Ciò che distingue le scienze dal sapere volgare è unicamente la loro forma, l’organizzazione, la facilitazione della conoscenza ottenuta sintetizzando per subordinazione di concetti il particolare nel generale e la completezza in tal modo raggiunta della conoscenza medesima.
L’intelligenza è una caratteristica quantitativa. Ogni uomo, dal premio Nobel fino al bambino che si affaccia appena alla conoscenza possiedono la stessa capacità di cogliere le relazioni di spazio, tempo e causalità, ma le possiedono in grado diverso. Delle persone capaci di comprendere e organizzare il maggio numero di relazioni tra gli oggetti nel minor tempo, diremo che sono più intelligenti.
Cosa analizza l’intelligenza.
L’intelligenza analizza l’espressione di un oggetto in una data circostanza, la forma particolare di un oggetto vincolata alle circostanze. Le circostanze sono lo spazio, il tempo e la causalità. Ogni oggetto ha un’essenza dove racchiude tutte le possibili espressioni di sé, perciò, quando analizziamo con l’intelligenza il manifestarsi di un oggetto, riusciamo a cogliere solo un caso particolare.
Facciamo un esempio. Per il ruscello che scorre già fra i sassi, i gorghi, le increspature e gli spruzzi, capricci delle schiume che vediamo alla superficie sono cose non essenziali; ma l’ubbidire alle leggi della fisica e dei fluidi costituiscono la sua essenza.
L’intelligenza può cogliere solo spruzzi, increspature e capricci delle schiume per ricercare differenze e similitudini tra questo ruscello e un altro. Creare aspettative e prevedere come devierà il corso della corrente inserendo degli ostacoli.
Dall’insieme di questi casi particolari nascono le teorie e poi le leggi della fisica in grado di spiegare l’essenza del ruscello, l’idea del ruscello; e dopo averle conosciute, l’intelligenza può osservare il prossimo ruscello e riscoprire nel caso specifico le leggi generali.
Quando arriva il genio.
L’uomo ordinario (intelligente) è incapace di una percezione del mondo pienamente disinteressata, di una contemplazione vera; non posa il suo sguardo a lungo su di un oggetto, ma per ogni cosa che gli si offre corre subito a cercare il concetto nel quale poterla classificare, come una persona che stanca va alla ricerca della sedia e poi non se ne interessa più.
La conoscenza che costituisce il sapere razionale non ha valore né utilità se non nella vita pratica e nella scienza: quella che è in grado di fare astrazioni da tale principio è la contemplazioni del genio.
La genialità consiste dunque nell’attitudine a mantenersi nell’intuizione pura, a redimere dalla schiavitù del sapere razionale la propria conoscenza, nel perdere di vista il proprio interesse e i propri fini verso l’oggetto; diventare puro soggetto conoscente per il tempo necessario a comprendere le proprie concezioni con i mezzi della scienza e dell’arte.
Riassumendo. L’intelligente è in grado di utilizzare efficacemente le leggi della fisica, intuendo la loro presenza nel caso particolare. Il genio è in grado di intravedere quelle leggi prima che siano comprese e descritte da altri.
Caratteristiche visibili del genio.
#1 Il genio nelle conversazioni non pensa alla persona con cui discorre, quanto al soggetto di cui tratta. Così, ha un modo di giudicare molto oggettivo che può offendere l’interlocutore.
#2 L’insight può cogliere la persona di genio in qualsiasi momento, da fuori queste persone sembrano a volte in preda a passioni insensate.
#3 L’attitudine del genio di osservare il mondo per quello che è, anziché per la relazione tra gli oggetti e l’ambiente, può creare una barriera comunicativa tra lui e le persone ordinarie.
#4 Non di rado genio e follia vengono confusi a causa della difficoltà che le persone ordinarie hanno nel cogliere d capire la comunicazione degli uni e degli altri.
#5 Il genio trascura la conoscenza delle relazioni tra gli oggetti per dedicarsi alla loro essenza, questa attitudine viene scambiata dalle persone ordinarie per superficialità.
#6 Il genio quando parla non utilizza molte esemplificazioni e il suo esprimersi rimane molto astratto proprio perché racconta un livello superiore di comprensione del mondo.
Bibliografia
Arthur Schopenhauer – Il mondo come volontà e rappresentazione.