COME RICONOSCERE UN ATTACCO DI PANICO

“Dottoressa, non so se quello che ho avuto è stato un attacco di panico. Mi può aiutare lei?”

Spesso chi vive per la prima volta un attacco di panico lo confonde con una crisi a livello fisico, e non psicologico e corre quindi in Pronto Soccorso. Una volta lì, e di fronte agli esiti negativi dei vari esami, i medici affermano: “Era un attacco di panico”.

Vediamo quindi come riconoscere un attacco di panico, secondo il DSM 5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali).

SINTOMI

attacco di panico

Durante un attacco di panico si manifestano improvvisamente, spesso durante lo svolgimento delle abituali attività quotidiane, quattro (o più) dei seguenti sintomi e raggiungono l’apice di intensità nell’arco di 10 minuti:

  • palpitazioni, cardiopalmo, o tachicardia
  • sudorazione
  • tremori fini o a grandi scosse
  • dispnea o sensazione di soffocamento
  • sensazione di asfissia (mancanza d’aria)
  • dolore o fastidio al petto
  • nausea o disturbi addominali
  • sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento
  • derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da sé stessi)
  • paura di perdere il controllo o di impazzire
  • paura di morire
  • parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio)
  • brividi o vampate di calore.

Questi sintomi fisici spesso sono accompagnati da una sensazione di ansia acuta, da un senso di forte apprensione e di intensa paura, a volte con sensazione di morte imminente e il desiderio impellente di allontanarsi dal luogo nel quale ci si trova.

DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO (DPA)

attacco di panicoSi parla invece Disturbo da Panico, quando gli attacchi di panico sono ricorrenti e si manifestano inaspettatamente. Inoltre la persona vive un periodo di almeno un mese in cui ha il timore persistente che questi si possano ripresentare o la preoccupazione per sue conseguenze, oppure adotta dei cambiamenti rispetto alle proprie condotte abituali (smettere di guidare o di uscire di casa).

Per diagnosticare un Disturbo da Panico o gli Attacchi di Panico va esclusa la presenza di effetti fisiologici diretti di una sostanza o di una condizione medica generale alla quale possono essere fatti risalire gli attacchi.

L’Attacco di Panico regredisce spontaneamente lasciando spesso nella persona (anche per alcuni giorni) un senso di spossatezza, di affaticamento, di avere la “testa vuota” o di derealizzazione (poco contatto con la realtà)..

CAUSE

Il Disturbo da Attacco di Panico esordisce generalmente verso i 25 – 30 anni e in Italia anche se le manifestazioni in età adolescenziale sono in aumento. Si contano più di 10 milioni di persone che ne soffrono, in prevalenza donne. Le cause alla base degli attacchi di panico non sono ancora definite e le diverse letture dipendono dalla visione teorica con la quale vengono guardati. Si può però affermare che ci sono dei fattori scatenanti, quali:

  • familiarità e genetica
  • stress (anche legato a fasi della vita, come il matrimonio, la nascita di un bambino, un lutto …)
  • modifiche nel funzionamento del cervello
  • un passato traumatico

CURA E TRATTAMENTO

I trattamenti per la problematica del panico sono principalmente tre:

  • Trattamento farmacologico

    L’assunzione di antidepressivi o ansiolitici in alcuni casi può aiutare a ridurre lo stato di ansia (ricordandosi però che si ha a  fare i conti con diversi effetti collaterali).

  • Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale

    L’obiettivo di questo approccio è di modificare e correggere le distorsioni a livello percettivo e cognitivo che sono la causa della paura e del panico; I metodi usati sono quelli del decondizionamento , della ristrutturazione cognitiva e della progressiva esposizione della persona agli stimoli che creano il terrore.

  • Psicoterapia Psicoanalitica

    Nella visione psicoanalitica gli attacchi di panico sono l’espressione di un conflitto interno e si lavora non direttamente sul sintomo quanto piuttosto sulla struttura della persona.

  • Tecniche di rilassamento e Training AutogenoSicuramente il Training Autogeno può essere molto d’aiuto nella prevenzione dell’ansia, nel dare gli strumenti per gestire ed affrontare l’attacco di panico e, nello spazio della psicoterapia, per ricercare le cause alla base di questo disturbo. Nell’articolo “Stop all’ansia con il Training Autogeno!”. Tutti questi benefici si raggiungono poiché l’apprendimento di una tecnica di rilassamento consente di abbassare il livello di ansia e, anziché amplificare il ciclo della paura, si smorza la risonanza emotiva della paura bloccando le reazioni di panico. Se vuoi provare un rilassamento, leggi l’articolo “RILASSAMENTO CONTRO LO STRESS” e ascolta il rilassamento guidato!

 

DR.SSA ILARIA CADORIN
Psicologa n°9570 Albo Psicologi del Veneto
Contatto e-mail: cadorin.ilaria@gmail.com
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