È convinzione sempre più forte che l’amore romantico sia destinato a scemare, mentre l’amore di coppia può invece crescere nel tempo.
Due sembrano essere i fattori principali che influenzano la durata del rapporto di coppia condizionandone il finale: in primis la difficoltà di accettare il partner per quello che è dopo la prima fase di fusione, e in secondo luogo le resistenze al cambiamento apportato dall’altro.
L’amore romantico tende ad annullare le differenze tra i partner, si nutre di proiezioni reciproche, di illusioni e idealizzazioni. Tutto questo è frustrante e distruttivo poiché prima o poi le persone coinvolte vivranno la loro personale evoluzione e si evidenzieranno inevitabilmente le diversità di ognuno.
È come se non si riuscisse a questo punto ad accettare l’idea della trasformazione possibile di sé e dell’altro nel tempo.
La vera sfida sta quindi nel non perdersi mantenendo una distanza che esprima le differenze.
Cosa accade nel tempo alla coppia
Nel passaggio dalla fase di innamoramento a quella di un rapporto più maturo molte coppie si dividono pensando di aver sbagliato partner, mentre si tratterebbe invece di aumentare la tolleranza alle reciproche diversità.
Cosa serve per dare stabilità alla relazione
Sicuramente la dinamicità, intesa come la capacità di trasformarsi continuamente, l’impegno condiviso nel non abbassare mai l’attenzione su ciò di cui ha bisogno la coppia, non il partner, ma proprio la coppia, il NOI.
È una questione di controllo di un’ambivalenza, infatti si sceglie un partner per determinate caratteristiche e qualità, che spesso poi diventano i motivi per cui lo stesso non ci piace più.
L’essenza dell’amore è “lavorare per qualcosa”, “far crescere qualcosa” per usare le parole di Eric Fromm.
Le fasi che portano all’amore consolidato sono quindi:
– l’innamoramento che sembra capiti in maniera casuale (seppure è mia convinzione che l’incontro con l’altro non è mai casuale, ma arriva in un momento in cui si è più in contatto con il bisogno di appartenenza e quindi in qualche modo è comunque “diretto” dal nostro volere);
– l’amore che è un lavoro vero e proprio che presuppone fatica e l’impiego delle risorse peronali;
– la crisi, che è la vera occasione di consolidamento perché obbliga a dialogare con se stessi e con l’altro; spinge alla valutazione di cosa voglio distruggere e di cosa voglio davvero far crescere.
Il paradosso dell’amore è il rovesciamento della prospettiva iniziale:
“Io rimango unito all’altro non perché è come me, ma perché mi permette di cambiare”
L’influenza dell’eredità familiare
Ognuno di noi ama in base alla sua “mappa affettiva” acquisita dal modello di relazione acquisito in famiglia, cercando di correggerlo o riscattarlo quando non risulta soddisfacente, ma il vero laboratorio è rappresentato proprio dalla coppia, dove ciascun partner mette in campo le proprie risorse per inventarsi un nuovo modello, personalizzato, trasformato, unico.
Questo lavoro permette di scoprire quanto è più semplice vivere amando, che senza amore.
Ivana Siena
www.centropsicoterapiafamiliare.it