Ci vogliono più bene i cani o i gatti?

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Il saggio pubblicato di recente di Elyse Wanshel, Chi ama di più gli uomini: i cani o i gatti? (Who Loves Their Humans More—Cats Or Dogs?) ha catturato non solo la mia attenzione ma anche quella di molte altre persone. Come non potrebbe? Gli amanti dei cani e dei gatti mettono sempre a confronto gli uni e gli altri – quale è più intelligente o più fedele, quale ci ama di più – così il titolo scelto di Wanshel cade a fagiolo.

Quale sarà il vero vincitore nell’amare più l’uomo? E che cosa possiamo realmente concludere misurando i livelli di ossitocina, chiamata l’”ormone dell’amore”?

Wanshel scrive:

“Grazie a un nuovo studio fatto dal professore e neuroscienziato della Claremont Graduate University, il Dr. Paul Zak, il quale sarà presentato in un documentario della BBC2, abbiamo finalmente una risposta. Risulta che i canini dimostrano affetto verso l’Homo sapiens cinque volte di più rispetto ai loro omologhi felini”.

Un titolo di The Telegraph recitava, “Finalmente è stato dimostrato: gli scienziati hanno verificato chi tra gatti e cani ci ama di più”, e molti altri media hanno usato parole quali dimostrazione o prova. Naturalmente, questo studio preliminare ha generato un interesse internazionale.

Ma giungere direttamente alla conclusione che sia provato che i cani ci amano cinque volte di più rispetto ai gatti sembra un po’ avventato.

Mi sono quindi chiesto quanto solidi fossero i risultati di questo studio. Hanno davvero “dimostrato” che i cani amano gli esseri umani “cinque volte di più rispetto ai loro omologhi felini?” Quindi ho scritto una mail a Paul Zak per chiedere maggiori informazioni sul suo studio. Mi ha gentilmente risposto (con il permesso di citarlo):

“Si è trattato di un mini-studio per la BBC. Dato che n = 20 non è considerabile come un dato statistico significativo. La variazione di ossitocina è stata: nei cani del 57,2%, e nei gatti del 12.2%, il massimo che possiamo dire è che si tratta di una tendenza interessante”

Quando ho chiesto se ci fosse davvero un’associazione in scala 1:1 – cioè, se la quantità cinque volte maggiore dell’ossitocina misurata coincidesse davvero con un grado cinque volte superiore di affetto animale – Zak ha risposto, “Sono sempre cauto a fare un mapping 1: 1 per qualsiasi segnale neurologico e comportamento. Possiamo dire che i cani facenti parte del nostro campione sono più attaccati ai loro padroni rispetto ai gatti, ma l’elevata varianza dipende da molte ragioni. “

La prova risiede unicamente nell’ossitocina?

Quindi, che cosa possiamo affermare con certezza? Ho apprezzato molto le risposte di Zak e sono d’accordo che siamo in presenza di una tendenza interessante: i cani considerati nel mini-studio sono più attaccati ai loro padroni rispetto ai gatti. Sono anche d’accordo che non ci sia necessariamente una “mappatura 1: 1 per qualsiasi segnale neurologico o comportamento”. Chiaramente, dev’essere svolta una ricerca più approfondita su un campione più ampio. I ricercatori devono testare i gatti in un ambiente più familiare, come anche il fattore di alta varianza che il Dr. Zak ha osservato in entrambe le specie. Sarebbe interessante sapere in quali situazioni i gatti ci amano più dei cani e se ci sono differenze di genere. L’elenco delle domande sembra non avere fine, perché ci sono numerose variabili che bisogna definire grazie a studi comparativi come questo. Questo è ciò che trovo essere veramente interessante in questo tipo di progetti.

Chiaramente, dobbiamo essere molto cauti nel concludere che i cani ci amano cinque volte più dei gatti. I preconcetti prevalgono, i dati disponibili non dimostrano che questa sia una conclusione solida, e non è del tutto chiaro se la prova risieda esclusivamente nell’ossitocina.

Bibliografia
Marc Bekoff, marcbekoff.com. @MarcBekoff