Chiedere aiuto non è un sinonimo di debolezza, anzi, può essere una grande dimostrazione di forza.
Innanzitutto per chiedere aiuto è necessario arrivare alla consapevolezza di averne bisogno e questo è un primo passaggio, per niente scontato. Ammettere le proprie debolezze ed i propri limiti non è facile, infatti spesso siamo portati a negare questi aspetti persino a noi stessi e cerchiamo, consapevolmente o meno, di “non vederli” e di evitarli perché sono dolorosi.
Viviamo in una società in cui viene data molta importanza all’apparenza, in cui siamo immersi nella realtà dei social network e siamo continuamente “bombardati” da immagini ideali e spesso non veritiere. La conseguenza di ciò è che siamo sempre più spinti a mostrare solo le cose positive che ci riguardano, quelle che riteniamo essere socialmente accettabili e che supponiamo potrebbero essere apprezzate dagli altri. La vita di chiunque, però, è costellata sia da momenti positivi che da momenti di difficoltà e di debolezza (basti pensare all’esperienza del lutto che, prima o poi, ognuno di noi si trova a dover affrontare).
E’ molto importante capire a chi poter chiedere aiuto, riconoscere la profondità di alcuni legami su cui poter fare affidamento. Uno dei modi più efficaci per prevedere come le altre persone si comporteranno con noi (e, per esempio, se saranno disposte a fornirci il loro supporto ed il loro aiuto) è ripensare a come si sono comportate in passato sia nei nostri confronti sia nei confronti degli altri. Ci sono persone a noi vicine, che potrebbero addirittura essere felici di fornirci il loro aiuto nel momento in cui gli viene chiesto e questo potrebbe sorprenderci in positivo, oltre che contribuire a rinforzare il legame con loro.
La condivisione di momenti di difficoltà e di debolezza, infatti, può intensificare il legame con le persone a noi vicine e renderlo più intimo e profondo, oltre che più “reale”, non basato esclusivamente sugli aspetti più superficiali della relazione.
L’aiuto, inoltre, va chiesto e non preteso. Se non verbalizziamo le nostre difficoltà non possiamo aspettarci che le altre persone, neanche quelle che ci sono più vicine, percepiscano il modo in cui ci sentiamo. Tenerci tutto dentro non ci aiuterà a stare meglio, né aiuterà gli altri a capire che abbiamo bisogno di loro. Se non esprimiamo le nostre emozioni ed i nostri vissuti non possiamo aspettarci che gli altri li comprendano. E’ necessario chiedere, parlare, condividere quello che si sente e che si prova, scegliendo le persone giuste.
Altro aspetto importante è quello della reciprocità. Se cerchiamo aiuto e, soprattutto, se questo ci viene fornito, è anche importante essere pronti a “ricambiare il favore” se ci verrà chiesto di farlo (o, ancora meglio, se riusciamo a percepire che l’altra persona potrebbe averne bisogno).
Non si deve infine trascurare la possibilità, che non esclude le precedenti, di chiedere aiuto ad un professionista. Ci sono situazioni, che possono riguardare chiunque prima o poi, nelle quali l’aiuto di un amico, di un familiare, o del partner può non essere sufficiente o non abbastanza mirato. Quelle dello psicologo e dello psicoterapeuta, non a caso, vengono classificate come “professioni d’aiuto” e, tra le loro funzioni, vi sono quella di aumentare il livello di benessere e di salute delle persone. Una terapia può aiutarci a perseguire diversi obiettivi, sulla base della cosiddetta “domanda”, costruita insieme al terapeuta, ritagliata sullo specifico paziente e sulla particolare situazione in cui si trova. Uno psicologo o uno psicoterapeuta può aiutare le persone a mettere ordine nella propria vita o a scoprire degli aspetti personali che nemmeno immaginava le appartenessero. Una terapia adeguata aiuta ad affrontare ed, eventualmente, elaborare e superare situazioni e difficoltà più complesse, per le quali c’è bisogno di tempo e di indagare alcuni aspetti costitutivi della propria persona e del suo passato.
Normalizziamo il fatto che sia comune “non farcela” da soli sempre e comunque e che tutti, prima o poi, ci ritroviamo ad aver bisogno di aiuto.