Il CENSIS ci ha informato che gli italiani si sono incattiviti.
Penso che ce ne siamo accorti tutti.
Il motivo viene individuato nella crisi economica, ma non sono tanto sicuro di questo.
Se infatti è vero che vi è una crisi economica, mi sembra di riscontrare più una crisi empatica. L’egoismo, che non dipende certamente dall’essere più poveri, si è impennato esattamente con la capillare diffusione della comunicazione virtuale.
Non vi è dubbio che la comunicazione non verbale è stata ridimensionata nelle interazioni tra persone e questo ci ha fatto perdere la maggior parte delle interazioni empatiche, di conseguenza ci stiamo abituando a guardare solo la nostra realtà psicologica, ignorando sempre più la realtà psicologica dei nostri interlocutori.
Manca quindi la comunicazione tra esseri umani nel senso più completo del termine.
Una postura, uno sguardo, un silenzio sono spesso più esaustivi di tante parole. Da una persona triste o allegra si possono capire tante cose, dal tono della voce si può interpretare la stessa frase come un complimento o un rimprovero. Bene, con la comunicazione virtuale, attraverso un freddo messaggio, abbiamo perso tutto ciò, nella migliore delle ipotesi possiamo condire il messaggio con una emoticon, ma quello che perdiamo a livello empatico è veramente tanto. Stiamo diventando freddi automi, ignorando le condizioni dell’altro, incapaci di interpretarne i sentimenti o le condizioni psicologiche.
Quello che misuriamo come “cattiveria” è in realtà un nuovo, normale adattamento alla mancanza di empatia, uno svilimento del sociale, una pericolosa deriva dei sentimenti condivisi. Esistiamo solo noi, noi e il cellulare….
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