Siamo di fronte a degli episodi di violenza assistita tutte le volte in cui un minore, o più minori (solitamente fratelli) assistono a ripetute scene di agiti o liti violente, perpetuate dal padre nei confronti della loro madre, o comunque nei confronti di un adulto significativo.
Assistere quotidianamente a comportamenti violenti tra le mura domestiche, comporta delle conseguenze emotive, cognitive e relazionali molto importanti sul minore che è costretto ad esservi: il bambino che si trova, suo malgrado, ad essere sempre presente agli episodi di violenza, non solo fisica, ma anche verbale, psicologica, sessuale svilupperà se non si interviene precocemente, delle conseguenze che si porterà dietro per tutta la vita.
La violenza assistita è un fenomeno ancora molto sottostimato, in quanto molte volte anche gli stessi genitori sono del tutto inconsapevoli di ciò che comporta far assistere continuamente i propri figli alle scene di violenza.
Capita spesso, che quando una madre decide di farsi forza e di denunciare, affermi che i figli non sono mai presenti quando avvengono queste scene, che sono nella loro stanza e che stanno facendo altro, che dormono, o che comunque non percepiscono nulla.
Non è assolutamente così, perché anche se fisicamente i figli sono in un’ altra stanza, loro vedono e sentono tutto, e se glielo chiedi ti sanno dire tutto ciò che si sono detti mamma e papà.
All’ interno delle mura domestiche, questi bambini sono spettatori passivi di una realtà che vorrebbero cambiare, ma che non riescono a modificare, perchè la madre in primis, che dovrebbe essere l’ adulto tutelante, non è in grado di riconoscere che anche quella che sta vivendo il figlio si chiama violenza.
A questo silenzio che regna in famiglia si contrappongono tutta una serie di problematiche comportamentali riscontrate in questi bambini nell’ ambiente scolastico.
In genere si può dire che un bambino che vive in un ambiente familiare violento, assumerà dei comportamenti a sua volta violenti, perché questo è quello che è stato trasmesso e insegnato a lui, questo è il modello che ha avuto come esempio. Essi apprendono che quello che vedono quotidianamente è normale, i ragazzi che si identificano col padre imparano a credere che la violenza contro le donne sia un modo valido e normale nelle relazioni affettive. Allo stesso tempo le bambine imparano che il poter esprimere i propri pensieri, le proprie emozioni è pericoloso perché potrebbe avere come conseguenza la violenza.
Tra i problemi comportamentali più spesso riscontrati vi sono:
- Ansia
- Depressione
- Problemi sonno /alimentazione
- Perdita autostima
- Rabbia
- Bullismo
Con essi compaiono anche tutta una serie di sintomi che lamenta il bambino e che non trovano una spiegazione dal punto di vista medico, come mal di testa, mal di pancia, senso di vomito.
I bambini vittime di violenza assistita necessitano di interventi riparativi, che li coinvolgano non solo a livello individuale, ma anche relazionale, perché vi è la necessità di ristabilire e di dare un nuovo significato alle relazioni significative che li coinvolgono.
dott.ssa Linda Zulianello, Psicologa, Psicologa forense, Psicopedagogista
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