Attivare il cambiamento con le tecniche paradossali

Vorresti cambiare qualcosa della tua vita, ma non ci riesci. Le tecniche paradossali possono aiutarti

L’uomo vive in bilico tra stabilità e cambiamento. Si chiede se restare fermo dov’è o fare quel fatidico passo verso qualcosa di nuovo. Quasi sempre, non è una scelta facile.

Anche quando la stabilità non è la scelta migliore, molti la preferiscono all’incertezza di cambiare. Persino i proverbi sembrano suggerire la stabilità.

Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova

Ci sono delle circostanze però, nelle quali cambiare è fondamentale. Serve a crescere, andare avanti, eliminare cattive abitudini e cattive frequentazioni. A volte cambiare significa ricominciare a vivere.

Perché usare le tecniche paradossali per promuovere il cambiamento

Chi non riesce a cambiare semplicemente decidendo di farlo, potrebbe trovare utile ricorrere a una o più tecniche paradossali. Il principio alla base è quello di scardinare i pensieri che ci ancorano alla stabilità.

Per esempio, il mio partner mi manipola, lavoro in contesto tossico, non riesco a smettere di fumare. In tutti i tre casi la stabilità è razionalmente la scelta sbagliata. Il cambiamento, cioè cambiare partner, lavoro o smettere di fumare, è senza dubbio preferibile. Tuttavia siamo in grado di attivarlo. Siamo invece bravissimi a trovare conferme per la nostra immobilità.

Un modo efficace per spezzare questo incantesimo è sostituire la paura di cambiare con un’intenzione paradossale. In questo modo, la paura di fallire nel cambiamento viene sostituita dal desiderio di ciò che ti spaventa.

Tecniche paradossali

Provocare il sintomo

La persona deve procurarsi volontariamente i sintomi di cui ha paura. Per esempio chi soffre di attacchi di panico, può respirare in un sacchetto per indursi un attacco e in questo modo imparare paradossalmente a controllare i sintomi. Serve ad acquisire controllo sulle sensazioni temute.

Impedire il cambiamento

La persona deve evitare i comportamenti che potrebbero favorire il cambiamento positivo. Non solo, deve elencarli e descriverli in termini negativi. Per esempio, in una relazione tossica la vittima potrebbe decidere di non frequentare nessuno al di fuori del partner, perché il punto di vista di un amico metterebbe in luce i motivi per lasciarlo. Esaltare in negativo ciò che in realtà andrebbe fatto aiuta a vincere i blocchi.

Cambiare posizione

Esagerare le lamentele della persona legate al cambiamento. Per esempio, se lascia il lavoro non solo non ne troverà un altro, ma sarà costretta a chiedere l’elemosina fuori dai centri commerciali perché tutta la sua famiglia e i suoi amici l’abbandoneranno per la vergogna che lei non ce l’abbia fatta. Portare alle estreme conseguenze gli effetti del cambiamento serve a contrastare le lamentele o le provocazioni.

Gestione delle ricadute

Anziché ricadere nel comportamento indesiderato per caso, si decide a tavolino quando farlo. Per esempio, se voglio smettere di fumare potrei pianificare di fumare una sigaretta dopo 10 giorni, magari in un contesto diverso da quello in cui fumerei abitualmente. In questo modo davanti a me non ho il per sempre, bensì una data di ricaduta prestabilita. Dopo di che, giunto il momento di ricadere si può decidere di non farlo e posticipare la ricaduta.

Confusione e interferenza

È una tecnica che si usa in psicoterapia. Il terapeuta risponde in maniere confusa alle affermazioni confuse del paziente. Per esempio, il paziente potrebbe spiegare in modo poco chiaro come mai vorrebbe lasciare il lavoro. Il terapeuta allora risponde in modo ancora più confuso. Questo sprona il paziente a riformulare e fare chiarezza per il terapeuta e per se stesso.

Pronostico sui risultati

Il paziente deve pianificare il cambiamento. Il terapeuta deve esagerare i problemi che il paziente incontrerà in ciascuna fase del cambiamento. Lo scopo è rendere la realtà più gestibile rispetto alle aspettative.