Quando l’ansia “entra nella vita di qualcuno”, le emozioni che ne derivano sono, nella maggior parte dei casi, di spavento e paura. Il primo “attacco” segna un limite, uno spartiacque tra un prima in cui tutto era tranquillo e sereno e un dopo in cui nulla è più sicuro e conosciuto.
E’ davvero così?
L’esperienza che maggiormente viene riportata durante i colloqui è che, fino a quel momento si era riusciti a far fronte alle preoccupazioni, ai mille impegni, allo stress e ora TUTTO D’UN COLPO non è più cosi. Ci si ritrova sempre agitati nell’attesa che si manifesti un altro attacco di panico, oppure sfiancati dal persistere di uno stato ansioso costante.
Il desiderio più grande sarebbe quello di tornare indietro, come se fosse stato solo uno spiacevole incidente, un momento, destinato a non tornare. Purtroppo (o per fortuna!) cancellare l’episodio e far finta che non sia successo nulla non è possibile e non aiuta.
L’ansia è un ospite pretenzioso, non permette che lo si ignori e continua a dare segni di sè finchè non gli viene data la giusta attenzione!
Viene quindi da chiedersi, quale considerazione vuole? Innanzitutto va affrontata la realtà dei fatti, LEI c’è e si sente. Obbliga a vivere come se non si fosse più padroni del proprio corpo che, da un momento all’altro può impazzire e non rispondere più al controllo, in balia di emozioni e sentimenti incontrollabili.
LEI però, non è così potente da creare quello che non c’è, ma pesca dalla mente le paure, le preoccupazioni e tutto quello che è stato represso troppo a lungo, per tirarlo fuori nella sua forma più esplosiva. Quasi a dire: “Ora non lo puoi più ignorare!”
Nemica o amica?
La sensazione che ne deriva è quella di avere il nemico sempre alle calcagna, pronto ad assaltare nei momenti più impensati. Non è infrequente che l’attacco avvenga in momenti di relax, che l’ansia attanagli la sera davanti alla tv oppure quando si va a letto.
Si può, però, lavorare e capire che LEI ha messo in evidenza che si era andati oltre il punto di rottura, che le aspettative erano eccessive e che si era perso di vista il proprio benessere in nome di altre mille persone o cose. Da questo punto di vista è più simile ad un’amica!
Una volta che si sono compresi quali erano gli aspetti che hanno portato a questo punto e si è iniziato a lavorarci sopra, si desidererebbe una scomparsa di tutti i sintomi e le manifestazioni, ma spesso ciò non avviene. Talvolta, si sviluppa una sorta di collaborazione con la propria ansia per cui, a livello inconscio, non si è pronti a lasciarla andare via del tutto. Resta l’amica che ha permesso di capire cosa non andava e che ha consentito di evitare talune situazioni che si temevano.
“Ora sto meglio, ma quello preferisco non farlo perchè ho paura che mi torni l’ansia”
Allora cos’è?
Credo che la definizione più corretta sia che l’ansia è una MESSAGGERA. Va accolta e compresa perchè non è una nemica, ma una volta che ha trasmesso il suo messaggio è bene lasciarla andare e affrontare con maggiore consapevolezza le proprie esperienze, ricordando i momenti in cui ha fatto visita come tappe fondamentali della propria crescita personale.