Mi piacerebbe dire che tra le mie pazienti ci sono poche donne maltrattate, ma non é così.
Solitamente sono le persone che prendo più a cuore perché quasi sempre sono donne sensibili ma forti, responsabili, empatiche: donne con un cuore grande. Per loro é assurdo pensare che possano esserci persone che sono l’esatto opposto di sé, ossia prive di valori. Per questo è ancora più difficile comprendere che un partner, il proprio partner, sia così com’è.
Quando una donna viene picchiata, la forza dell’uomo viene descritta come 10 volte superiore: “Io non ho la sua forza, io non riuscivo a fare niente.”
Raramente una donna arriva in studio raccontando di essere stata picchiata, porta una grande sofferenza per un amore che non si riesce a recuperare e che forse in realtà non c’è mai stato.
“Mi ha alzato le mani solamente 2 volte, forse 3”, mi viene riferito come se ne avesse quasi diritto.
Non esiste violenza fisica senza violenza psicologica.
Come si arriva alla violenza? Spesso senza accorgersene.
Generalmente il partner risulta intrigante e difficile da capire, un uomo che pretende molto, che dà quando ne ha voglia; a volte è passionale, altre distaccato.
La compagna, può inizialmente considerare costruttive le critiche ricevute per poi accorgersi che via via diventano sempre più offese dirette.
I tipi di uomini maltrattanti:
Il dipendente da sostanze: diventa più aggressivo sia se é in astinenza, sia quando é disinibito a causa sostanza; in ogni caso é imprevedibile. Questa e altre categorie possono coesistere.
L’egocentrico: ha un’altissima opinione di sé e svaluta la donna non facendola sentire all’altezza. Pensa di meritare un trattamento speciale dagli altri, non ha empatia e nemmeno sensi di colpa.
Il controllante: é molto rigido, perfezionista e insoddisfatto. Tutto deve essere come dice lui, sia la sua casa che la sua donna. Ogni cosa, compresa la vita e le amicizie della compagna, devono essere vagliate da lui e, comunque sia, di rado andranno gli bene.
Il persecutorio: é sospettoso, insicuro, possessivo ed estremamente geloso. Niente lo può rassicurare in merito all’amore e alla fedeltà di lei, al ché tende a farle piazza pulita intorno per evitare presunti pericoli, ma questo non lo renderà più tranquillo.
Il rabbioso: la sua aggressività si esprime verbalmente, fisicamente, sessualmente ed economicamente. Non solo verso la donna, a volte anche verso i suoi figli e i suoi animali. Prende le parole della compagna come provocazioni alle quali reagisce con grande rabbia. A lungo andare, una donna vive la relazione come se stesse camminando sulle uova.
Può una donna riemergere da una relazione malata?
Si: può tornare a brillare di luce propria e a essere felice seguendo alcune strategie che la renderanno più forte.
A volte deve; se é madre, deve per legge perché vittima del maltrattamento non è solo lei, ma lo è anche il figlio che assiste. La madre che rende il figlio partecipe, omette di tutelarlo.
Comprendere i sottili meccanismi che portano una donna a dare tanto e a ricevere dolore, permette alla vittima di maltrattamenti di riprendere a camminare sulle proprie gambe, imparando a riconoscere ed evitare in un futuro altre trappole.
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