AIUTIAMO I RAGAZZI A GUARDARE DENTRO SE STESSI

Spesso i genitori di figli adolescenti si preoccupano che questi crescano sani e senza grilli per la testa. Che portino a termine i loro compiti e raggiungano i propri obiettivi senza perdersi per strada o frequentando amicizie che li distolgano dagli obiettivi personali.
Tuttavia non sempre è possibile tenere sotto controllo i propri adolescenti o fare in modo che essi non commettano errori; per quanto ci si sforzi ci sarà sempre qualcosa che per loro e per i genitori è difficile da gestire.
Ciò accade soprattutto quando si frequentano gruppi di amici o coetanei che non hanno degli obiettivi chiari o che non hanno la fortuna di una famiglia che si interessi alla loro crescita.

La vita degli adolescenti si svolge perlopiù a scuola. Essa diventa, quindi, non solo luogo di apprendimento e conoscenze, ma anche un luogo in cui si può imparare a conoscersi meglio. La scuola con la richiesta di impegni e continuità permette ai giovani di rinforzare le proprie capacità, la volontà di porsi dei traguardi e di perseguirli con determinazione. Di certo non è l’unico luogo e non rappresenta l’unica opportunità di mettersi in gioco, ma è sicuramente la più presente nella vita degli adolescenti che rappresenta l’occasione per sviluppare la capacità di progettare e programmare: una delle più importanti conquiste di questa fase.
In questo frangente ogni adolescente deve cominciare a chiedersi che tipo di adulto vuole diventare e cominciare a programmare i passi da seguire durante la crescita. Alcuni ragazzi puntano sul gruppo dei pari con cui condividono interessi e divertimento e dal quale si sentono apprezzati e benvoluti. Ciò, però, può portare a perdere di vista la propria identità che si fonde con quella della compagnia; purtroppo capita spesso, come se ognuno esistesse solo come parte di quel gruppo.

Ma è in questo contesto che i genitori devono agire cercando di dare al ragazzo o alla ragazza quegli input che li pongono in un’ottica riflessiva affinché comincino a pensare al loro futuro. Può essere utile cominciare a porre delle domande su cosa pensano di se stessi, cosa vedono nel loro futuro, quali sentono come lati forti e quali come punti da migliorare. Chiedere anche come vedono i loro rapporti con gli amici, con l’altro sesso, con gli stessi genitori può essere un ottimo gancio per capire a cosa pensano i figli. Sono domande complesse, che andrebbero riproposte periodicamente ed in forme diverse, e che non ammettono risposte facili o scontate ma che vanno sempre poste in un’ottica di dialogo e di crescita.
Si può offrire ai figli una propria visione come una sorta di specchio, favorire l’introspezione al fine di facilitare in loro un’autonomia di giudizio che li svincoli dall’eccessiva dipendenza dal gruppo.
Il confronto con i coetanei ed il loro apprezzamento rappresenta qualcosa che aiuta nella crescita e favorisce un’approfondita conoscenza di sé favorendo anche l’identità personale. Gli adolescenti però hanno anche la necessità di una sorta di specchio che “rifletta” i loro comportamenti, atteggiamenti, modi di fare, tenendoli ancorati alla realtà e permettendogli di capire che cosa pensano di se stessi.

I genitori dovrebbero dunque provare, insieme a loro, a fare un bilancio di come stanno crescendo, mantenendo sempre toni bassi basati sull’ascolto e sul confronto più che sullo scontro. Questo atteggiamento è importante perché favorisce la cementificazione di un rapporto, quello genitori/figli non sempre facile da gestire: solo così si può accedere a quello spazio del desiderio e del progetto di sé, svincolandosi dal peso dell’immagine sociale che potrebbe produrre comportamenti poco utili.

© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta