AIUTARE I FIGLI PER UN BUON RENDIMENTO SCOLASTICO

Durante il percorso scolastico può capitare che ci si accorga delle difficoltà dei propri figli di interfacciarsi col sistema scolastico. L’attenzione dei genitori è importante, ma quando questa si trasforma in apprensione o ansia non sempre è foriera di buoni risultati. Laddove siano esclusi disagi psicologici e disturbi specifici legati all’apprendimento, è utile mettere in atto strategie che permettano di aiutare i figli a non fallire a scuola. È innanzitutto necessario porre molta attenzione al perché un figlio faccia tanta fatica a scuola, infatti se ci si pone con un occhio più vigile probabilmente si rileveranno difficoltà già presenti, non solo in ambito scolastico ma anche sociale. Fare attenzione alla vita dei propri figli è importante per prevenirne sconfitte, ma anche per favorirne l’autonomia nella crescita e nelle relazioni.

Tornando, però, all’ambito scolastico è necessario valutare diverse sfumature, ad esempio il metodo di studio. Un bambino che non abbia acquisito un buon metodo di studio, basato sull’organizzazione e sullo sviluppo di obiettivi, nel momento in cui si troverà a dover affrontare compiti e lezioni, non avrà una bussola che gli permetta di organizzarsi proficuamente. Così facendo, egli non vedrà riconosciuto l’impegno profuso perché non riuscirà probabilmente a raggiungere risultati che gli diano soddisfazione.
“Imparare ad imparare” è il primo passo fondamentale per ottenere dei risultati nello studio. La presenza di un aiuto costante e specifico che lo indirizzi verso una metodologia di studio più confacente alle sue capacità può essere un primo passo verso la riuscita nello studio.

Un’altra cosa da tenere in considerazione sono le distrazioni: nei bambini e nei giovani adolescenti la curiosità la fa da padrona in tutti momenti della loro vita. Smartphone, tv, consolle dei videogiochi hanno un ascendente tale da portarlo “a perdersi”, ora per controllare gli sms, i social network, ora per il programma televisivo preferito o la “partitella per scaricare”.
Una continua interruzione delle attività di studio inficia inevitabilmente le sue performance scolastiche. È quindi necessario eliminare almeno per il tempo dello studio tutti i possibili stimoli provenienti da tali dispositivi, apparecchi sempre attivi che fungono da distrattori ambientali. Quando si studia si studia, il resto è rimandato a dopo!

Infine è obbligatorio focalizzarsi sulla situazione emotiva che vive il bambino o l’adolescente. Una preoccupazione o un’ansia che fungono da “rumore di fondo” lo disturberanno inevitabilmente nell’espressione del proprio potenziale cognitivo. Problemi come separazioni, malattia, lutti, perdita di lavoro di un adulto, spesso sono ingestibili da un bambino che non ha quelle sovrastrutture necessarie a fare i conti con le emozioni che si accavallano dentro di lui, anche se i genitori le tentano tutte per evitare di coinvolgerlo. Un disturbo emotivo legato a queste o ad altre cause si riverserà inevitabilmente sul rendimento scolastico che è qualcosa da tenere sotto controllo costantemente e quotidianamente da parte dello studente e senza una serenità mentale ed emotiva sarà la prima cosa che verrà penalizzata. Tanti altri motivi potrebbero essere la causa di uno scarso rendimento scolastico a quest’età.

Il ruolo dei genitori, come detto, è osservare, comunicare cercando il dialogo, trovando strategie e laddove ciò non sia sufficiente, affidarsi all’aiuto di uno specialista che favorisca l’espressione dell’eventuale disagio che vive il bambino aiutandolo a superare i propri limiti.

© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta

 

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