AIUTARE GLI STUDENTI AD ESPRIMERE IL PROPRIO MONDO INTERIORE ATTRAVERSO LA SCRITTURA

La vita scolastica rappresenta nella preadolescenza e adolescenza il motore alla base dello sviluppo sociale dei ragazzi e non solo, anche a livello emotivo e comportamentale il gruppo di coetanei, soprattutto in classe ha un forte impatto su di loro. Fenomeni negativi che caratterizzano perlopiù la vita scolastica come l’esclusione o l’isolamento, la derisione da parte dei compagni fino ad episodi di bullismo influenzano fortemente il benessere psicologico degli adolescenti arrivando a creare in loro fenomeni legati a problemi di adattamento sociale e conseguentemente forme di autoisolamento, depressione, tristezza e ritiro sociale.

Intervenire precocemente diventa quindi una necessità forte per evitare queste conseguenze psicologiche. Oltre ad azioni mirate e messe in atto da specialisti esistono degli interventi definiti “di prevenzione secondaria” che possono essere attuati anche dai docenti qualora si rendano conto dell’insorgenza di fenomeni problematici nel contesto classe. Attraverso un approccio empatico ma pratico si possono sviluppare sessioni di “scrittura espressiva” che può costituire un efficace strumento di prevenzione secondaria ad uso dell’insegnante affinché gli alunni vengano aiutati nelle difficoltà a fronteggiare esperienze relazionali spiacevoli sviluppando attraverso la scrittura delle riflessioni per dare vita a risposte comportamentali adeguate.

L’expressive writing proposto da Pennebacker nel 1997 rappresenta uno strumento utile e facile da usare che non richiede particolari o complesse competenze per essere attuato ma che può aiutare gli studenti ad esprimere, affrontare ed elaborare episodi o esperienze negative vissute in classe o al di fuori di essa con i propri compagni. Si tratta di un uso della scrittura più riflessivo e di crescita piuttosto che basato su un approccio creativo o estemporaneo.

L’utilizzo della scrittura come metodologia per narrare le proprie esperienze di vita è da sempre considerato catartico rispetto ai vissuti negativi o spiacevoli, ma risulta essere anche un ottimo metodo per trovare un nuovo significato alla propria vita rispetto al proprio passato in un’ottica futura. Tra l’altro l’uso in psicoterapia è fortemente riconosciuto come metodo per accedere ai nuclei più profondi della psiche.
Reprimere le proprie emozioni quelle che fanno soffrire perché legate ad eventi fortemente negativi, provando quell’angoscia che si tende a nascondere ed a tenere dentro nel vano tentativo di poterla gestire, o peggio ancora far finta che nulla sia accaduto sono atteggiamenti tipici dei ragazzi che hanno subìto prevaricazioni o atti di bullismo. Ed è proprio in questi casi ed in altri simili che la scrittura autobiografica come modalità di espressione del proprio Sé attraverso la narrazione può trovare ampio spazio a scuola a tal proposito l’expressive writing permette di affiancare all’espressione verbale dei propri stati d’animo, delle difficoltà relazionali, delle proprie paure un’ulteriore componente espressiva legata a storie quando questa non è presente o non riesca ad assolvere pienamente la sua funzione catartica; parlarne può aiutare, ma scriverne a volte aiuta di più.
Grazie alla scrittura espressiva si possono esprimere in forma scritta i propri pensieri ed i sentimenti più intimi, inoltre si può raggiungere anche una maggiore vicinanza con certi eventi traumatici o stressanti ricordando altri particolari così da affrontarli in modo più proficuo e vantaggioso per la loro risoluzione, infine essa libera la mente ed aiuta nella comprensione di sé.

Attraverso La scrittura espressiva si sono visti numerosi miglioramenti negli alunni quando questa è stata usata in classe: miglioramento dei voti, riduzione delle assenze, diminuzione dei disturbi emozionali e degli stati depressivi. Ciò può essere favorito dal superamento dei blocchi emotivi negativi attraverso l’espressione scritta. Inoltre cambiamenti sono stati rilevati anche a livello mnestico con una ridotta frequenza di intrusione di pensieri negativi ed esperienze spiacevoli a livello di coscienza.
Cambiamenti anche a livello delle strutture cognitive sono stati rilevati negli studenti che hanno adoperato la scrittura espressiva in classe. Riportando in forma scritta l’evento spiacevole esso matura in modo diverso agli occhi del soggetto che lo ha vissuto generando una diversa lettura dello stesso. I benefici legati all’utilizzo della scrittura espressiva si rilevano soprattutto nelle strategie di coping. Infatti l’expressive writing partecipa al miglioramento dell’adattamento psicosociale ed alla riduzione di alcuni comportamenti ansiosi e depressivi soprattutto nei ragazzi che sono più restii ad aprirsi emotivamente con genitori ed amici.

L’utilizzo in classe è fortemente auspicato e può essere mediato dal docente che può sollecitare gli studenti a scrivere di esperienze spiacevoli avvenute nel contesto scolastico (essere stati vittime di bullismo, essere stati emarginati, aver vissuto esperienze emotivamente pesanti), Ovviamente il miglior risultato si ottiene quando i ragazzi scelgono esperienze negative avvenute a scuola e di cui non sono mai riusciti a parlare con nessuno.
In conclusione l’expressive writing si dimostra essere un ottimo strumento per gli alunni per affrontare le proprie esperienze negative, nell’immediato può portare una riduzione delle sintomatologie ansiose e depressive e quando anche questa non si verifichi in tempi brevi rappresenta comunque un utile strumento per il miglioramento del benessere. Uno strumento valido soprattutto per quei preadolescenti ed adolescenti che hanno difficoltà ad esprimere i propri vissuti emotivi ed a parlarne con i genitori ed amici.

Per approfondire:
S. Ciairano, F. Giannotta, M. Settanni, L.S. Sica “La scrittura espressiva. Uno strumento per esplorare il proprio mondo interiore” in Psicologia e Scuola, N. 13, Anno 31, gen.-feb. 2011, pp. 50-56

© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta