Le persone remissive sono quelle che faticano ad affermare le proprie idee od opinioni. In gergo, sono quegli individui che preferiscono chinare il capo anziché affrontare chi la pensa diversamente, o potrebbe pensarla diversamente.
I pensieri che motivano questo tipo di atteggiamento sono due: la paura di perdere l’altra persona e il desiderio di mantenere una buona immagine di sé.
Nel primo caso, il remissivo teme che contraddire una persona possa allontanarla. Come se la condizione esclusiva delle relazioni fosse l’avere il medesimo punto di vista.
Nel secondo caso la paura che le proprie idee non vengano accettate costringe il remissivo a tenerle per sé, protette, e a svelarle solo in condizioni di totale sicurezza, quando il giudizio altrui è poco importante o sicuramente benevolo.
Questa tipologia di persone non farà grande figura durante una riunione affollata, dove per prendere la parola serve una sicurezza che a lui manca. Ciò non vuol dire che la sua testa non sia piena di idee interessanti e utili per la discussione. A volte è necessaria una sensibilità particolare per sfruttare il loro potenziale.
Vediamo insieme cosa c’è da sapere sulle persone remissive per aiutarle a dare il meglio.
#1 Timore per l’autorità.
Lo status mette a disagio i remissivi, non riescono a esprimersi liberamente con il loro superiore o il professore. Sono quelle persone che se a un esame conoscono 100 riescono a esprimere solo 50 perché sono bloccati dall’ansia. A volte la discrepanza tra il rendimento universitario negli scritti e negli orali è il sintomo di questo tipo di personalità.
#2 Una testa piena di idee.
I remissivi pensano molto, elaborano, analizzano e producono una quantità di opinioni spesso superiore a quelle di chi apre bocca ogni volta che ha un pensiero. Coccolare mentalmente un’idea è un vantaggio perché protetta dal contraddittorio cresce più rigogliosa e forte, nello stesso tempo è uno svantaggio perché non si fa carico delle critiche costruttive.
#3 Subiscono senza reagire.
Evitare lo scontro è una prerogativa delle persone remissive. Questo non vuol dire che non serbino rancore o accettino le imposizioni senza pianificare una ritorsione. Può essere un nemico pericoloso perché laddove tu credi la questione sia esaurita loro rimuginano e possono attaccare in modo subdolo quando non te lo aspetti.
#4 Somatizzazione.
Lo sforzo mentale di subire la sicurezza degli altri ha gravi ripercussioni sul fisico del remissivo che mediamente sperimentano tensione, cefalee, gastrite e mal di fegato.
#5 La punta di un iceberg.
Quello che i remissivi lasciano trasparire di loro stessi è solo una parte infinitesimale di una personalità più complessa. Ciò che nascondono può piacerti oppure no, è molto importante indagarlo soprattutto se intraprendi con uno di loro una relazione amorosa o lavorativa.
#6 Sarcasmo.
Il modo migliore per nascondere le proprie opinioni è travestirle con l’ironia o il sarcasmo. Il remissivo usa spesso questi artifici retorici per dire quello che pensa in totale impunità. Leggere tra le righe di quello che dice scherzando è un buon modo per investigare cosa gli passa per la testa.
#7 Condizionamenti.
Le persone remissive sono facili da convincere perché raramente dicono di no. Però convincerlo esteriormente non significa averlo convinto nelle idee. Per questo spesso si contraddicono tra quanto promettono e quanto fanno.
#8 Impatto sugli altri.
Quando qualcuno è remissivo con noi poi pretendiamo lo sia sempre, perché ci fa comodo. Se all’improvviso succede il contrario non dobbiamo stupirci bensì comprendere lo sforzo che sta facendo per stabilire con noi un legame paritario.
#9 Lottano con loro stessi.
Il remissivo giorno dopo giorno lotta per assecondare il suo desiderio di esprimersi. A volte trova la forza di imporre la propria opinione, ma non essendo abituato a farlo rischia di fare delle uscite infelici, troppo aggressive e sempre inusuali rispetto a quanto è abitudine. In quel momento è irriconoscibile perché esprime in malo modo qualcosa che ha dentro da sempre.
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