Per millenni, seppur ci siano documentazioni relative al controllo delle nascite in ogni società a partire dall’antico Egitto, la gente faceva figli soprattutto perché era difficile evitare di averne. Nelle società primitive e tribali, i figli non solo erano una potenziale forza lavoro, ma anche membri del clan. I figli provvedevano a conservare la proprietà attraverso le generazioni. Le figlie, specialmente con un alto potenziale di matrimonio, offrivano la possibilità d’instaurare nuovi legami e consolidare poteri e beni. E sì, anche all’epoca, la gente faceva figli perché lo voleva.
Grazie al controllo delle nascite e al cambiamento dei costumi, oggi diventare genitori è più che mai una scelta. Se il fatto di scegliere di non avere figli è ormai più accettato rispetto a 25 anni fa, sempre più persone scelgono questa strada. L’evoluzione culturale – che non fa più coincidere l’assenza di prole con l’impotenza – ha generato un dialogo più aperto sulla genitorialità. Sia pubblicamente che privatamente, uomini e donne confessano la loro delusione sull’essere genitori. Un uomo padre di due figli, oggi trentenne, confessa che se fosse stato più onesto con se stesso non avrebbe fatto figli solo perché “è normale farlo”.
Detto ciò, ci sono ottime ragioni per fare un figlio tante quante sono quelle negative. Di seguito trovate una lista di quelle davvero sbagliate.
1. Per avere qualcuno che ti ami
Moltissime donne, la maggior parte delle quali ha avuto bambini molto giovane, confessa questo pensiero. Il problema in questo caso è che il peso di colmare l’affetto viene spostata sul figlio, il quale diventa il primo supporto emotivo per il genitore. Un ricetta per il disastro.
2. Perché qualcuno se lo aspetta da te
Non importa chi sia questa persona – un genitore, il partner, la società. Avere un bambino è una scelta che devi possedere sotto tutti i punti di vista perché si tratta di un impegno enorme. Questo è decisamente superiore e intenso da poter giustificare aspettative esterne. Spesso, i figli nati da questi genitori dimostrano che i loro bisogni emotivi sono spesso ignorati.
3. Per farne parte
Sì, molte donne ammettono di aver avuto paura che gli altri potessero stigmatizzarle nel caso in cui avessero deciso di non avere figli. Se siamo onesti con noi stessi riguardo alle “norme culturali” capiamo che questo è un vero problema per molte persone. Nonostante ciò, non è una motivazione sana e sufficiente per diventare genitori.
4. Per dare uno scopo alla propria vita
Nonostante sia vero che crescere un figlio può dare una motivazione alla propria vita, non è una ragione sufficiente per scegliere di averne. L’unica persona che può definire il senso della vita è se stessi. Non è un obbligo che può essere riempito da un altro essere umano, al quale si da la vita. Spesso in questi casi viene negato il proprio spazio al figlio, ignorando le proprie emozioni.
5. Per definire un’eredità
Dinastia, protezione dei beni materiale e bisogno di lasciare qualcosa dopo di sé, storicamente, sono state le ragioni per le quali avere figli. Ciò non vuol dire che questa motivazione abbia alcun valore emozionale e psicologico. Come coloro i quali fanno i figli per trovare uno scopo alla propria vita, le mamme preoccupate con l’eredità come estensioni di sé mettono una pressione estrema sui figli. I loro desideri sono ignorati.
6. Per mantenere il matrimonio unito (o proprio per sposarsi)
Nonostante i numerosi articoli sulla stampa popolare, e molte storie da film, le persone ancora credono che i bambini possano curare un rapporto di coppia sotto stress. Di certo niente è più distante dalla realtà. Anzi il disaccordo sull’educazione e l’allevamento dei figli ancora rimane una delle cause principali del divorzio.
Non importa perché si è deciso di diventare madre o padre, ciò che conta è essere sempre presenti e al meglio delle proprie capacità per la persona che avete messo al mondo, è una lezione importante da prendere a cuore e mantenere in prima linea nella propria mente.
Biografia
- Baumeister, Roy and Ellen Bratslavsky, Catrin Finkenauer and Kathleen D. Vohs, “Bad is Stronger than Good,” Review of General Psychology (2001), vol.5, no.4, 323-370.
- Deaton, Angus and Arthur A. Stone,”Evaluative and hedonic wellbeing among those with and without children at home,” PNAS (January 2014), vol.111 (no. 4), 1326-1333.
- Herbst, Chris M. and John Ifcher, “The Increasing Happiness of Parents.” Working Paper No. 2014-05-SCU-ECON. Economics Department, Leavey School of Business, Santa Clara University. 2014.
- Siegel, Daniel J. M.D. and Mary Hartzell. Parenting from the Inside Out. New York: Tarcher/Penguin, 2004.