Alcune persone riescono a dire tutto quello che passa loro per la testa senza subire il freno di alcun filtro. Non è detto che una simile attitudine sia un vantaggio, tuttavia non è raro invidiare chi ci riesce.
Perché nel polo opposto di questo continuum comunicativo ci sono quelle persone eccessivamente controllate nel parlare. Si tratta di una forma d’ansia in cui la necessità di controllo delle situazioni nega la possibilità di viverle da protagonisti.
Infatti, ogni nostra azione provoca necessariamente una reazione nell’ambiente attorno a noi, e le reazioni sono imprevedibili. Chi vive le discussioni con il pensiero assillante che ogni sua affermazione scatenerà un dibattito non si sente in grado di gestirlo. Allora invece di dire quello che pensa, preferisce immaginare come reagirebbero gli altri se lo facesse. Il risultato è il silenzio e il conseguente estraniarsi dalle occasioni di socialità formali e non.
Se ti riconosci in questa descrizione, sappi che puoi imparare a dire quello che pensi. Basta seguire questi 5 consigli.
#1 Definisci il tuo ruolo.
Ogni membro all’interno di un gruppo possiede delle caratteristiche che lo definiscono. Può trattarsi di competenze (esperto di…), di atteggiamenti (quello simpatico, quello serio…) oppure di un ruolo specifico nella gerarchia del gruppo (capo e dipendente…). È più facile dire quello che pensi quando questo è coerente con il tuo ruolo all’interno del gruppo. Quindi approfitta delle occasioni in cui è più naturale che tu dica la tua per esprimerti e imparare gradualmente a farlo. Una volta imparato a intervenire in queste circostanze puoi provare a generalizzare i tuoi interventi anche in situazioni e su argomenti diversi da quelli che padroneggi.
#2 Affronta il problema gradualmente.
È buona norma imparare a nuotare prima di tuffarsi in mare aperto. Se hai sempre fatto fatica ad esprimerti, capiterà che tu sia tentato di “buttarti” in una discussione complessa assecondando la frustrazione di non aver parlato fino a quel momento. Il rischio, se il tentativo va male, è di veder confermate le proprie ansie di inefficacia. Prima di partire in quarta valuta la situazione e affrontala con la consapevolezza che stai per fare qualcosa per cui non sei allenato.
#3 Identifica i tuoi interlocutori.
A volte la cosa che fa più ansia è il giudizio degli altri. Ma se analizzi la situazione con attenzione ti accorgerai che gli altri non esistono, sono solo un insieme di persone che conosci più o meno bene, con delle caratteristiche personali che puoi evincere dal contesto e dai loro discorsi. Ricorda che tu ti rivolgi a loro, non ha qualche entità astratta che può giudicarti in modo oggettivo. Per molti studenti la rivoluzione copernicana della loro carriera accademica è stata capire che il professore davanti a loro è solo un uomo con delle competenze che possono essere messe in discussione.
#4 Nessun giudizio sarà mai severo come il tuo.
La possibilità di venire giudicato negativamente ti blocca, temi di deludere gli altri. La verità è che nessuno tra le persone a cui esprimi le tue idee, sarà mai severo quanto te nel giudicarti e l’unica persona che rischi veramente di deludere sei tu. Tutti noi sovrastimiamo l’importanza e l’attenzione che gli altri danno alle nostre parole ma la verità è che nessuno ci ascolta come facciamo noi stessi.
#5 Impara a valutarti.
Fin quando esprimere le tue idee non diventa qualcosa di naturale, devi monitorare gli esiti dei tuoi tentativi. Armati di onestà intellettuale è valuta quello che racconti su queste cinque dimensioni:
– Contenuto: il messaggio che volevi trasmettere è uguale a quello che hai trasmesso?
– Forma: il modo in cui hai trasmesso il messaggio (chiaro, confuso, simpatico, serio…) e quanto la forma era appropriata alla situazione e al contenuto.
– Ansia: in quali momenti hai provato maggiore ansia e in quali non l’avvertivi più. L’ansia non è mai una sensazione costante ma varia durante lo svolgersi del comportamento.
– Soddisfazione: al netto di contenuto, forma e ansia provata, quanto sei soddisfatto di come sei riuscito a esprimere le tue idee?
– Errori: dove devi migliorare?