Nel rapporto tra alunni ed insegnanti, e tra gli stessi alunni, non è sempre facile trovare un equilibrio. Capita quindi che si incontrino molte difficoltà nel gestire le relazioni all’interno della classe, soprattutto quando si ha a che fare con bambini delle elementari.
Le diversità tra i bambini, i loro stili di apprendimento, le loro storie di vita, la presenza di difficoltà di apprendimento o di attenzione creano un clima in classe non sempre facile da gestire, con tensioni spesso forti e rapporti complicati. Costruire un gruppo classe coeso e collaborativo deve essere una priorità per poter ottenere dei risultati.
È necessario quindi lavorare su più livelli. Focalizzarsi sul rapporto insegnante-alunno, in particolare sulla propria storia scolastica, soffermandosi magari su una relazione educativa importante avvenuta con un insegnante in particolare può essere un punto di partenza, Cercare di capire le caratteristiche di quella relazione, ricordarne le caratteristiche positive, le sensazioni belle, gli stati d’animo di benessere, soffermandosi su episodi specifici e la loro risoluzione in modo positivo. Chiedersi quali risorse sono state messe in atto da entrambi e come queste risorse possono essere riattualizzate al fine di creare anche nel nuovo gruppo classe delle relazioni positive.
Alla base di una buona relazione insegnante-alunno ci sono: la sensazione di essere importante per l’altro, la certezza di essere sostenuti nella propria autonomia, la possibilità di ricevere aiuto nell’interpretare e soddisfare le richieste dell’ambiente e le capacità dell’insegnante nel motivare l’alunno al raggiungimento degli obiettivi prefissati (Pedersen, 1978).
Flessibilità e prevedibilità del lavoro a scuola ogni giorno sono elementi che andrebbero presi in considerazione per favorire lo sviluppo di una relazione ottimale tra alunno ed insegnante. Nello specifico, prevedere modelli cognitivi flessibili significa tenere conto delle caratteristiche personali ed emotive di ogni alunno come diverse dalle proprie. Allo stesso modo la prevedibilità permette all’alunno di capire cosa si può aspettare da ogni insegnante e quindi modulare il proprio comportamento e la propria modalità relazionale in base ad ognuno di loro. Cimentarsi nello scoprire le risorse di ogni alunno è la componente finale che sta alla base di questo tipo di relazione; tutti gli alunni infatti hanno delle potenzialità che se adeguatamente stimolate possono produrre cambiamento, crescita ed apprendimento, anche in quegli alunni che sembrano non avere potenzialità.
In seconda istanza, è necessario lavorare sul gruppo: infatti tutti gli elementi all’interno di un gruppo o una situazione collettiva intervengono nel funzionamento anche se singolarmente non otterrebbero lo stesso risultato. Quindi l’obiettivo deve essere la coesione per il lavoro cooperativo così da raggiungere il risultato migliore possibile e nel miglior modo possibile, insieme, in un clima di solidarietà.
Da parte dell’insegnante ci deve essere un costante intervento di adattamento e riallineamento sulla base delle caratteristiche di ogni elemento del gruppo in relazione alle situazioni che di volta in volta si verificheranno.
Bisogna essere consapevoli che la collaborazione e la cooperazione non nascono autonomamente e spontaneamente ma vanno mediate. Nel caso del gruppo è necessario stabilire uno scopo comune, riconoscere il proprio ruolo e ritenersi capaci di realizzarlo. È questo il ruolo dell’insegnante: seguire, stimolare, motivare ogni singolo alunno affinché sia disposto a mettersi in gioco individualmente per il benessere del gruppo. Attraverso attività specifiche come quelle di drammatizzazione che permettono la partecipazione anche degli alunni con difficoltà si può raggiungere un buon livello di coesione e di collaborazione; stimolare la loro creatività permette di dare spazio a percorsi di crescita.
In conclusione, possiamo dire che alla base di un buon clima in classe c’è una sana relazione tra alunno ed insegnante e una buona coesione tra i membri del gruppo classe. Spetta pertanto all’insegnante lavorare a più livelli affinché queste si verifichino, permangano e generino apprendimento, cooperazione e crescita.
Per approfondire:
S. Pezzica, “Creare un buon clima in classe” in Psicologia e Scuola, N. 11, set.-ott. 2010, pp. 4-5
© 𝗗𝗼𝘁𝘁. 𝗣𝗮𝘀𝗾𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗦𝗮𝘃𝗶𝗮𝗻𝗼
𝗣𝘀𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗼 – 𝗣𝘀𝗶𝗰𝗼𝘁𝗲𝗿𝗮𝗽𝗲𝘂𝘁𝗮