Il senso della vita è un’esperienza intima e unica che caratterizza ognuno di noi. Un mistero universale con cui ognuno si deve cimentare. Pensieri complessi che possono arrivare a mettere in discussione chiunque portandoci a domande come: “Quale è lo scopo della mia vita?”, “Starò seguendo la strada giusta?”, “Riuscirò ad essere sereno?”. Quando però questi pensieri diventano invasivi e ti ritrovi ad essere sopraffatto da domande senza risposta, potresti stare attraversando una crisi esistenziale.
Ma cos’è una crisi esistenziale? Potremmo descriverla come un insieme di sentimenti persistenti e di emozioni negative legati alla domanda sul significato della vita.
Quando parliamo di crisi parliamo di una reazione emotiva e psicologica rispetto alla percezione di un pericolo, reale o meno, che rende difficile la gestione ed il funzionamento quotidiano. Domande sulla vita e sulla propria esistenza possono interessare chiunque, ma quando restano senza risposta possono diventare pensieri fissi che generano rabbia, impotenza, ansia, depressione. Nonostante la crisi esistenziale non sia inserita in alcun manuale diagnostico, essa caratterizza uno stato d’animo riconosciuto e studiato in diversi contesti clinici. E sebbene rappresenti un momento difficile da affrontare, a volte può rappresentare una spinta motivazionale a mettersi in gioco per migliorare la propria esistenza. Potresti scoprire che mettere in discussione la tua vita ti può portare su nuove strade o produrre importanti cambiamenti.
Per certi versi una crisi esistenziale genera sentimenti di paura legati all’impossibilità di gestire la propria vita. Potremmo quindi anche parlare di terrore esistenziale che spesso può sovrapporsi ai sintomi di determinate condizioni di salute mentale come il Disturbo ossessivo-compulsivo, il Disturbo Borderline di personalità, Depressione, Ansia. Ovviamente non è detto che le due cose siano correlate e chi vive una crisi esistenziale sia affetto da un disturbo di personalità o dell’umore o che ne stia sviluppando uno.
Domande sul senso della vita possono sorgere in chiunque e possono essere influenzate dall’età o eventi importanti della vita come perdite o nuovi status raggiunti. Ecco perché un nuovo lavoro o la perdita dello stesso, il matrimonio, la separazione, la nascita di un figlio, la morte di una persona cara sono eventi che ti inducono a pensare a metterti in discussione e generare una crisi esistenziale.
Da adolescente potresti essere preoccupato per il tuo percorso di vita, le tue scelte professionali, una crisi che caratterizza e parte anche dalle relazioni con i propri simili.
Quando raggiungi l’età adulta (20, 30 o 40 anni), potresti porre maggiore attenzione alle tue attuali scelte di vita e alle opportunità che hai perso. Anche in questo caso le relazioni interpersonali, di coppia, con i figli possono influire e generare domande esistenziali.
Infine superati i cinquant’anni, le domande esistenziali virano verso i rimorsi e rimpianti per le cose che hai o che non hai fatto. L’avvicinamento verso la fine della vita, la presenza di malattie croniche e debilitanti può provocare paure e crisi difficili da affrontare.
Mettere in discussione la propria vita, le scelte fatte, le direzioni prese non rappresenta di per sé una crisi esistenziale ma se questi pensieri prendono il sopravvento occupando gran parte dei giorni forse è il caso di indagare su ciò che sta succedendo.
Crescenti livelli di ansia accompagnati da improvvisi attacchi di panico, irritabilità scetticismo costanti, umore depresso, paura e sentimenti di solitudine, mancanza di auto motivazione e autostima negativa. Sono tutte caratteristiche di una possibile crisi esistenziale che si associano a pensieri come: l’ansia di morte, perdite importanti, preoccupazioni generiche e qualità delle relazioni. Gli eventi della vita che influenzano il tuo senso di dignità e autostima possono causare crisi esistenziali. La concomitanza di più fattori come la perdita del lavoro o cadere in disgrazia associati a fattori culturali può avere un forte impatto sull’autostima portandoti a pensare di aver perso la dignità. Chiederti chi sei senza i tuoi beni potrebbe portarti ad una crisi esistenziale, ma se rifletti ti accorgerai che tu non sei i tuoi averi o i tuoi beni.
Come detto, molte sono le cause che possono portare al terrore esistenziale. Tra queste troviamo la solitudine dovuta spesso a relazioni personali deteriorate che possono favorire un senso di isolamento. La qualità di certe situazioni caratterizzate da tossicità, insoddisfazione, frustrazione, sottomissione possono portare a chiederti quale sia lo scopo della tua vita e metterti in crisi.
Perdite, cambiamenti, ansia di morte sono tutti i pensieri che possono attaccare ed intaccare la nostra serenità spingendoci verso situazioni di crisi rispetto alla nostra vita. Pertanto, quando i pensieri sulla tua esistenza, sulla tua vita stessa ti fanno sentire ansioso depresso o influenzano negativamente la tua quotidianità potrebbe essere il momento di consultare un professionista della salute mentale.
A ciò potresti aggiungere alcune cose da mettere in atto per allontanare da te questi pensieri come ad esempio cominciare a ridurre le domande o spezzettandole in segmenti più piccoli. Insomma iniziare in piccolo; rispondere a domande più piccole infatti può creare delle soddisfazioni che ti aiutino a vedere come tu influisci su ciò che ti sta intorno e sulla tua vita. Invece di chiederti il senso della tua vita concentrati su ciò che hai fatto e come ti ha fatto sentire. Sentiti grato per quel che hai; non farti sopraffare dal senso di vuoto ma focalizzati sulle cose importanti che hai e quanto valgono per te.
Un’altra cosa da fare per affrontare il senso di vuoto è coltivare le relazioni. Circondati di persone con cui condividere momenti, passioni, interessi. Sviluppare e mantenere relazioni sane ci fa crescere, ci aiuta a metterci in gioco e ci permette di confrontarsi con chi è diverso da noi. Ma non dimenticare di focalizzarti su te stesso. Concentrati su ciò che ti fa stare bene, sulle cose che ti portano gioia ed appagamento. Datti degli obiettivi e cerca di perseguirli. Gli eventi passati e le circostanze della vita a volte possono essere pesanti fardelli da portare. Il passato non può essere cambiato ma il futuro è pieno di possibilità. Impara ad approcciarti a ciò che è stato con una modalità di accettazione. Concentrati sul momento presente, su ciò che deve essere e non su ciò che è stato.
Ricapitolando: chiedersi quale sia lo scopo della vita per ognuno di noi è normale, soprattutto in determinati momenti della nostra esistenza e spesso a seguito di eventi forti che ci destabilizzano impattando sulla nostra quotidianità. Molte persone affrontano questi pensieri e non sempre c’è un motivo dietro di essi.
Pensare queste cose non sempre genera una crisi esistenziale. Ma le forti emozioni generate da domande a cui non sappiamo rispondere potrebbero generare uno stato di malessere e terrore.
Una crisi esistenziale può essere negativa ma può avere anche risvolti positivi. Può generare ansia, depressione, disagio, malessere ma può anche diventare una forte motivazione ad apportare i cambiamenti nella propria vita.
Quindi non permettere alle domande su te stesso di crearti dei limiti o dei blocchi ma fa in modo che possano essere uno sprone al cambiamento.
© 𝗗𝗼𝘁𝘁. 𝗣𝗮𝘀𝗾𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗦𝗮𝘃𝗶𝗮𝗻𝗼
𝗣𝘀𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗼 – 𝗣𝘀𝗶𝗰𝗼𝘁𝗲𝗿𝗮𝗽𝗲𝘂𝘁𝗮