𝗔𝗡𝗦𝗜𝗔 𝗘 𝗗𝗜𝗦𝗧𝗨𝗥𝗕𝗜 𝗙𝗜𝗦𝗜𝗖𝗜: 𝗤𝗨𝗔𝗟𝗘 𝗖𝗢𝗥𝗥𝗘𝗟𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘?

L’ansia può manifestarsi in molti modi diversi. A volte capire se i sintomi che rileviamo sono legati all’ansia è un processo difficile.

I disturbi d’ansia sono tra i disagi psicologici più diffusi, ma non sempre sono facili da individuare e spesso vengono confusi con altro da chi ne soffre o anche dai medici. Un ronzio nelle orecchie o un dolore al petto, ad esempio, potrebbero non essere considerati come espressioni dell’ansia ma in realtà potrebbe esistere una correlazione. Che si tratti di un sintomo somatico o di un’emozione che potrebbe non sembrare collegata all’ansia, individuare una giusta correlazione è importante per il nostro benessere. 

Tra le sintomatologie che spesso i nuovi pazienti portano ai primi colloqui c’è l’acufene (fischi, sibili, ronzii nelle orecchie). Non tutti i sintomi dell’ansia sono ben noti, quindi l’acufene di base non viene associato all’ansia. Ricerche però suggeriscono che anche le persone con acufene cronico hanno maggiori probabilità di presentare una diagnosi di ansia, soprattutto perché nel loro caso i “suoni” sono percepiti come più rumorosi. Questo può portare ad un circolo vizioso in cui l’acufene provoca ansia e quell’ansia aumenta la percezione dell’acufene.

Anche il dolore al petto rientra tra le più comuni cause di ansia. Sentire il battito cardiaco accelerato è molto comune nelle persone che soffrono d’ansia. Tuttavia l’ansia cronica può causare senso di dolore al petto. L’idea che il dolore sia causato da un infarto non fa altro che causare più ansia.

La relazione fra mente e corpo è una correlazione talmente forte che anche un prurito cronico potrebbe essere un sintomo ansioso. Questa correlazione pone in essere un altro circolo vizioso in cui l’ansia aumenta il prurito ed il prurito peggiora lo stato ansioso.

Il singhiozzo persistente o spasmi involontari del diaframma sono spesso associati a problematiche digestive, eppure anche questi sintomi possono essere causati da stress emotivo e ansia. Accade molto spesso che bambini e adolescenti sviluppino il singhiozzo come sintomo di un disagio psicologico.

Una delle più comuni reazioni difensive al trauma o allo stress è la dissociazione in cui il senso di identità, memoria e coscienza sono alterati. Può verificarsi nella depersonalizzazione (un senso di distacco o disconnessione da se stessi); o nella derealizzazione (un senso di disconnessione dall’ambiente circostante o dalla realtà). In entrambi i casi la tendenza comune è di attribuirla ad un disturbo dissociativo. Tuttavia le ricerche hanno dimostrato che soggetti estremamente ansiosi possono mettere in atto reazioni dissociative come modalità per far fronte alle paure irrazionali che spesso produce l’ansia.

La maggior parte delle persone ha familiarità con la cosiddetta sensazione delle “farfalle nello stomaco”, ma anche con altri sintomi gastrointestinali come diarrea, stipsi o nausea e sempre più spesso ritroviamo una correlazione tra ansia e sintomi gastrointestinali. Alcune condizioni infatti possono essere innescate o esacerbate da ansia e stress.

Ansia e paura possono essere la causa di rallentamenti nel flusso sanguigno perché gli ormoni dello stress come l’adrenalina causano vasocostrizione, questo fenomeno può portare a cambiamenti della temperatura corporea con conseguenti vampate di calore; ansia e stress cronici causano il rischio di malattie cardiache.

Quanti di noi digrignano i denti (il cosiddetto bruxismo)? Ecco, spesso durante il sonno c’è la tendenza a stringere i denti agendo sulle articolazioni della bocca ma anche da svegli potrebbe verificarsi la tendenza a serrare o far scivolare l’una sull’altra mandibola e mascella. Le conseguenze di questo comportamento sono: dolore alla mascella, “clic” in apertura e chiusura, dolore facciale. Molte persone non sanno di digrignare i denti la notte. Una visita odontoiatrica può svelare questa tendenza portando soluzioni per proteggere i denti.

Anche la mancanza di respiro o la dispnea cronica possono essere sintomi causati dall’ansia. Respiri affannosi, sospiri, addirittura sbadigli per tentare di riempire i polmoni caratterizzano persone ansiose; ciò può essere dovuto anche ad un effetto collaterale degli stessi farmaci prescritti per l’ansia.

L’ansia ha un modo diverso di manifestarsi per ciascuno: per alcuni potrebbe manifestarsi con sintomi fisici e dolore corporeo, altri potrebbero non avere familiarità con tali sintomi. Tuttavia alcuni sintomi comuni riportati nel DSM-V sono:
• Sensazione di irrequietezza
• Affaticamento
• Difficoltà di concentrazione
• Irritabilità
• Tensione muscolare
• Difficoltà a dormire oppure sensazione di sonno costante.

I sintomi dell’ansia influiscono fortemente sulla nostra salute e spesso si confondono con sintomi fisici che possono farci focalizzare sul corpo più che sulla mente. In generale un senso di disagio complessivo che accompagna anche malesseri fisici dovrebbe portare a rivolgersi ad un medico, soprattutto se limitano il benessere della vita quotidiana. Insieme al medico di base si può dare la giusta valutazione: fisica o psicologica. A quel punto ci potrà essere una migliore comprensione rispetto a come coltivare la propria salute e il proprio benessere anche grazie all’inizio di un percorso terapeutico.

Ricapitolando, possiamo dire che alcuni sintomi fisici che possono sembrare inspiegabili o ascrivibili a problematiche prettamente mediche in alcune situazioni potrebbero essere legati ad ansia e pertanto andrebbero trattati con l’ausilio di uno psicoterapeuta.
I disturbi d’ansia potrebbero essere gestibili, da soli, in modo autonomo, prendendosi cura di se stessi e volendosi bene ma per una risoluzione completa e definitiva è necessario affidarsi ad uno specialista della salute mentale.

© 𝗗𝗼𝘁𝘁. 𝗣𝗮𝘀𝗾𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗦𝗮𝘃𝗶𝗮𝗻𝗼
𝗣𝘀𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗼 – 𝗣𝘀𝗶𝗰𝗼𝘁𝗲𝗿𝗮𝗽𝗲𝘂𝘁𝗮