L’ansia è uno stato emotivo che ognuno ha provato o prova costantemente nella propria vita. Può essere innescato da un litigio, una discussione, dall’arrivo di una grande prova, tutte cose che possono capitare nella vita con una certa normalità. Tuttavia, a differenza di questi stati ansiosi che possono caratterizzare la quotidianità, i disturbi d’ansia comportano paure, preoccupazioni e stress eccessivi che incidono fortemente sulla vita quotidiana e sul benessere, fino a diventare qualcosa di profondamente debilitante.
Conoscere alcune caratteristiche dell’ansia o dei disturbi ad essa legati può aiutare ad averne una visione più chiara che aiuti ad approcciarsi in modo più funzionale.
Partiamo col dire che i disturbi d’ansia rappresentano la causa di disagio psichico più comune in tutto il mondo. Essi sono caratterizzati perlopiù da ansia sociale e a questi in molti casi possiamo trovare associate fobie specifiche, spesso legate ad animali o altezze, che alimentano l’ansia.
L’ansia è uno stato d’animo, uno stato di malessere, di disagio diverso da persona a persona che però presenta sintomi spesso comuni a più individui, come: preoccupazione eccessiva e costante, irrequietezza, irritabilità, tensione muscolare, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, senso di affaticamento, palpitazioni, sudorazione eccessiva e mal di stomaco o nausea.
Una buona percentuale di persone è destinata a sviluppare nella sua vita un malessere relativo all’ansia e in molti casi questo può evolversi in un disturbo d’ansia generalizzato. Le donne sono quelle più colpite, in percentuale il doppio rispetto agli uomini, così come le persone che attraversano fasi di cambiamenti sessuali o che non si riconoscono nel proprio sesso biologico. L’ansia non discrimina in base all’età; studi hanno rivelato che bambini e adolescenti di età compresa tra 3 e i 17 anni hanno avuto vissuti d’ansia. Il disturbo d’ansia generalizzato invece tende a svilupparsi intorno ai 35 anni di età.
Ma cosa causa l’ansia? In genere essa è legata a pensieri negativi o catastrofici e a strategie disfunzionali di coping apprese. Si tratta di pensieri che sembrano proteggere da possibili pericoli, ma che alla fine non sono altro che limitazioni comportamentali. Spesso i pensieri ansiosi determinano anche strategie di evitamento non esporsi a situazioni, contesti, oggetti); pertanto non si arriva a sperimentare il loro essere innocui così da non riuscire ad interrompere il circolo vizioso in cui si è caduti. Pensieri negativi ed evitamento si presentano spesso insieme.
Le cause dei disturbi d’ansia possono essere ritrovate, secondo il modello biopsicosociale, in diverse aree:
– Genetica. Secondo il National Institute of Mental health è più probabile sviluppare un disturbo d’ansia se in famiglia ne è già affetto un altro membro o sia presente un altro tipo di disturbo mentale.
– Ambientale. Eventi traumatici come l’abuso o l’esposizione alle violenze, soprattutto durante l’infanzia, aumentano la possibilità di sviluppare un disturbo d’ansia.
– Condizioni preesistenti. In alcuni casi, patologie come l’ipotiroidismo possono aumentare le possibilità di sviluppare un disturbo d’ansia.
Anche i fattori sociali come già detto possono avere un ruolo significativo nello sviluppo dei disturbi d’ansia. Ad esempio vessazioni psicologiche o violenze sessuali, l’imposizione di ruoli di genere tradizionali, molestie sul posto di lavoro ed altre iniquità sociali sono associate ad un aumento di disturbi d’ansia. Povertà, perdita della casa, dislocamento, degrado, perdita dell’identità culturale sono altri fattori che generano elevati livelli di ansia in alcune comunità.
L’ansia ha un forte impatto emotivo e spesso è legata anche ad altri disturbi dell’umore, come la depressione. Infatti quasi la metà delle persone che soffre d’ansia presenta anche disturbi depressivi o un disturbo da uso di sostanze.
La ricaduta sul fisico dei disturbi d’ansia è molto importante poiché le due situazioni si influenzano a vicenda. Ad esempio la sindrome dell’intestino irritabile, disturbi dell’umore cronico, ipertensione, asma ed altri disturbi o patologie fisiche sono associate a disturbi d’ansia. Così come le persone affette da un disturbo d’ansia spesso sviluppano anche malesseri fisici di un certo livello. È pertanto importante trattarli entrambi nel modo più appropriato per favorire la guarigione.
Il periodo che stiamo vivendo da un anno e più influisce fortemente sulle persone ansiose. Gli stress legati alla pandemia da COVID-19 impattano fortemente su di noi: lockdown, preoccupazioni lavorative, finanziarie, di salute hanno portato in tutto il mondo a manifestazioni più o meno prolungate di ansia e depressione. Molte persone hanno riportato aumenti dei livelli di stress e preoccupazione durante la pandemia. Gli screening delle popolazioni a livello mondiale hanno rivelato i più alti picchi di ansia nel settembre 2020.
Isolamento e solitudine vengono considerati tra i primi tre fattori che contribuiscono al peggioramento della salute mentale; questa considerazione è ancora più vera quando abbiamo a che fare con persone ansiose. Anche la riduzione delle relazioni interpersonali, l’incertezza per il futuro, la perdita di persone care hanno avuto un forte impatto sulle popolazioni mondiali e sull’aumento dell’ansia, senza tener conto di problematiche legate al razzismo, alla violenza di genere, al bullismo. Tutti fattori da non sottovalutare e che ci fanno riflettere sulla necessità di ragionare su politiche sociali di sostegno per le categorie maggiormente soggette all’ansia.
Quando mi chiedono se l’ansia è normale, rispondo che gli stati ansiosi sono perfettamente naturali. La sua presenza ha, per certi versi, ragioni evolutive sia negli animali che negli esseri umani; il disagio provocato dall’ansia portava gli uomini primitivi, i nostri antenati, a evitare il pericolo ad allontanarsi da esso ed evitare comportamenti che avrebbero potuto essere dannosi. Oggi ovviamente la fonte delle nostre paure non sono più gli animali feroci o i posti sconosciuti. Ciò che invece ci fa paura sono minacce intangibili, incertezze sul futuro ma anche traumi e conflitti che fanno parte del nostro passato. Questo crea una finestra più ampia di ansia che spesso si rivela essere improduttiva e dannosa.
Se in alcuni casi l’ansia può fungere da motivatore che ci spinge all’azione, livelli di ansia superiori alla media possono causare stress fisico e mentale influenzando fortemente il nostro funzionamento nella vita e nelle relazioni. In altre parole: sì, l’ansia è normale. Ma quando diventa tanto opprimente da interferire con le attività quotidiane e danneggiare il benessere generale sarebbe opportuno ricorrere ad un aiuto specialistico al fine di modificare le strategie di coping.
© 𝗗𝗼𝘁𝘁. 𝗣𝗮𝘀𝗾𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗦𝗮𝘃𝗶𝗮𝗻𝗼
𝗣𝘀𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗼 – 𝗣𝘀𝗶𝗰𝗼𝘁𝗲𝗿𝗮𝗽𝗲𝘂𝘁𝗮