Supervisor: Antonino La Tona ©
Il termine codipendenza fu introdotto negli anni ‘40 per descrivere modelli di comportamento specifici che caratterizzano i familiari o i partner di persone che hanno dipendenze da alcol o droghe. Oggi con questo termine si indica qualcosa di più complesso che può verificarsi in molte situazioni e non solo in presenza di abuso di sostanze.
Col termine codipendenza si intende qualsiasi relazione in cui una persona perde il senso di indipendenza e crede di aver bisogno di prendersi cura di qualcun altro.
I modelli comportamentali di codipendenza sono legati al sacrificio di sé, alla tendenza a focalizzarsi sugli altri, ad un bisogno di controllo che può sfociare nel conflitto, ad una difficoltà nel riconoscere ed esprimere le emozioni. Il tutto è ascrivibile sia alle relazioni con gli altri sia con se stessi. La codipendenza porta infatti ad incanalare le proprie energie per supportare le persone senza far spazio – o anche considerare – ciò di cui si ha bisogno. È tipico di queste persone elevare i bisogni degli altri al di sopra dei propri. Più si concentrano sul supporto che ritengono necessario per gli altri, meno fanno attenzione a se stessi, alle proprie esigenze, ai propri bisogni. Ciò comporta da parte degli altri la tendenza a fare affidamento e a creare una dipendenza da cui è difficile sottrarsi.
La codipendenza produce dinamiche relazionali malsane, genera disconnessione dei propri bisogni e desideri ed influenza l’autostima ed il benessere generale. È pertanto importante riconoscere eventuali segni chiave di codipendenza nel proprio comportamento affinché ci si possa muovere verso la costruzione di confini sani, rispettando i propri bisogni.
Pur non rientrando in una specifica categoria diagnostica, la codipendenza presenta dei tratti molto chiari:
• Profondo bisogno di approvazione da parte degli altri
• Autostima che dipende da cosa gli altri pensano di noi
• Abitudine a caricarsi di più impegni di quanti se ne possano realisticamente gestire solo per alleggerire il fardello di una persona e riceverne le lodi
• Tendenza a scusarsi o assumersi la colpa per mantenere la tranquillità nella relazione
• Minimizzare o ignorare i propri desideri
• Eccessiva preoccupazione per comportamenti e abitudini delle persone care, cercando di gestirle o prendere decisioni al posto loro
• Uno stato d’animo che riflette le emozioni degli altri con conseguente senso di colpa o ansia se si fa qualcosa per se stessi
• Mettere in atto comportamenti o fare cose che non si vogliono solo per compiacere gli altri ed evitare i conflitti
• Idealizzazione del partner e delle persone care spesso tenendo in piedi relazioni tossiche
• Infine, un forte senso di rifiuto o abbandono.
Le persone che soffrono di codipendenza tendono a definire se stesse in relazione ai bisogni delle persone care, dei partner o dei familiari. In linea di massima, un certo livello di dipendenza è salutare nelle relazioni. Può essere difficile superare le vicissitudini della vita da soli, e per questo è importante cercare delle relazioni o una vita sociale che aiutino a vivere bene.
Nelle relazioni “interdipendenti” c’è un buon funzionamento di tutti i membri; pensiamo alle coppie, ai gruppi, alle comunità che nelle relazioni di interdipendenza trovano il loro benessere perché ognuno apporta delle positività secondo le proprie potenzialità. Ciò è ancora più vero nelle relazioni di coppia sane, in cui i partner non si concentrano solo sui bisogni dell’altro, ma sono disponibili a sostenerlo quando è necessario, sforzandosi di capire sempre le sue preoccupazioni. Insomma, sostenere l’altro ma non a discapito delle proprie esigenze.
Una sana dipendenza significa anche:
• Poter dichiarare i propri bisogni e i propri desideri
• Poter chiedere supporto quando ci si trova in difficoltà
• Sentirsi sicuri e a proprio agio nell’esprimere le proprie esigenze
• Essere liberi di esprimere agli altri che non si possono soddisfare le proprie richieste senza il timore di essere rifiutati.
La codipendenza si verifica ovviamente nelle relazioni, di coppia o amicali; anche se spesso nel rapporto tra familiari esistono casi molto emblematici. Può rendere difficile stabilire e mantenere sani confini, così come diventa complicato proteggersi emotivamente o prendere decisioni da soli. Una persona con una personalità codipendente probabilmente avrà la tendenza a scegliere il partner o amici “emotivamente violenti” e a non avere la difficoltà a riconoscerli rimanendo in relazioni dannose e disfunzionali. Si sentono inutili e senza scopo quando non forniscono supporto. Ma dedicarsi completamente all’altro può impedire loro di fare qualsiasi cosa per se stessi. Uno schema che si ripeterà ancora e ancora lasciando, di fatto, svuotato colui o colei che lo mette in atto con sentimenti di risentimento e rabbia.
Nella seconda parte dell’articolo vedremo da cosa è causata la codipendenza e in che modo affrontarla.
© 𝗗𝗼𝘁𝘁. 𝗣𝗮𝘀𝗾𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗦𝗮𝘃𝗶𝗮𝗻𝗼
𝗣𝘀𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗼 – 𝗣𝘀𝗶𝗰𝗼𝘁𝗲𝗿𝗮𝗽𝗲𝘂𝘁𝗮