Autrice: Dott.ssa Vanessa Nardelli
Supervisor: Antonino La Tona
“Sei tutta la mia vita”, “Non posso vivere senza te”, “Ti amo da morire”, sono solo alcune delle espressioni estreme con cui si vuol spesso tentare di esprimere l’amore che si prova in una relazione, espressioni (troppo) facilmente veicolate anche dai mass media e che richiamano in realtà una forma d’amore cieco, immaturo e potenzialmente dannoso.
La dipendenza affettiva, nonostante non rientri fra i disturbi mentali diagnosticati nel DSM-5 (APA, 2013), è un tipo di dipendenza rientrante nelle “New Addiction” comportamentali, che presentano un’eziologia multifattoriale ed una determinante similitudine di base neurobiologica con la dipendenza da sostanze. Sembrerebbe infatti che entrambe le tipologie di dipendenza siano caratterizzate da medesime alterazioni funzionali, responsabili delle successive risposte del comportamento del soggetto dipendente (1, 4, 3).
Più precisamente, in un individuo che presenta una certa vulnerabilità data da fattori bio-psico-sociali insieme a caratteristiche proprie, calati in un certo contesto ed a seconda dell’oggetto di dipendenza (in questo caso la persona amata), può emergere una sintomatologia basata su durata e frequenza della sofferenza percepita. Secondo Reynaud et al. (2010), la Love Addiction quindi si configura come: un modello disadattivo/problematico della relazione amorosa con deterioramento o angoscia clinicamente significativa, come manifestato da tre (o più) dei seguenti criteri (che si verificano in ogni momento, nello stesso periodo di 12 mesi, per i primi cinque criteri):
1. Esistenza di una sindrome da astinenza per l’assenza dell’amato, con significativa sofferenza e bisogno compulsivo dell’altro;
2. Considerevole quantità di tempo speso per questa relazione (in realtà o nel pensiero);
3. Riduzione di importanti attività sociali, professionali/svago;
4. Persistente desiderio o sforzi infruttuosi di ridurre o controllare la relazione;
5. Ricerca della relazione, nonostante l’esistenza di problemi creati dalla stessa;
6. Esistenza di difficoltà di attaccamento, come manifestato da uno dei seguenti:
– ripetute relazioni amorose esaltate, senza alcun periodo di attaccamento durevole; – ripetute relazioni amorose dolorose, caratterizzate da attaccamento insicuro
(1, 2).
Dunque il soggetto “addicted to love” tenderebbe ad annullarsi nel volere e nell’esistenza stessa dell’altro/a, affidandogli/le il volante della propria regolazione emotiva e di tutti i suoi bisogni, fino a negarli, rinunciarci, pur di “far felice” il partner, per giungere ad una erronea ed illusoria gratificazione, causa di una visione distorta, ossessiva e fusionale dell’amore. Il dipendente d’amore tende quindi ad aggrapparsi, sperimentando ogni modalità possibile per farlo, a relazione e partner, valutandolo letteralmente come indispensabile per la propria sopravvivenza, fino ad accettare umiliazione, aggressività, abusi, violenze e molto altro, pur di non perdere l’amato/a, che significherebbe perdere se stesso.
L’AGGRESSIVITA’ CONSEGUENTE
Laddove esistono dinamiche di relazione talmente patologiche, spesso purtroppo non mancano
possibili violenze: vari studi evidenziano la maggior probabilità di soggetti emotivamente dipendenti di ricorrere o accettare violenze, con una variabilità di genere. Sembrerebbe infatti che, mentre gli uomini dipendenti emotivamente tenderebbero ad esternalizzare gelosia, possessione, aggressività, controllo nella relazione, donne dipendenti emotivamente ricorrerebbero più a tipologie di violenza psicologica, ostilità e, nella maggior parte dei casi, tenderebbero a subire violenze domestiche, con conseguente tolleranza e giustificazione delle stesse (6).
In una così complessa unione di dinamiche relazionali, come può essere vissuta l’intimità della vita sessuale?
NELL’INTIMA SESSUALITA’
L’innamoramento è caratterizzato da una serie di risposte fisiologiche, comportamentali e psicologiche che portano il soggetto a spostare attenzione ed energie verso il soggetto amato e attraverso intenso desiderio, atto e possessività sessuale si concretizza ed evidenzia l’esperienza d’amore. Successivamente in una potenziale relazione caratterizzata da dipendenza affettiva, può accadere che questa vada a sovrapporsi con una dipendenza sessuale, sebbene si tratti di problematiche ben diverse (1).
Ancora più nello specifico, all’interno di una relazione, il soggetto dipendente è portato spesso ad utilizzare strumentalmente il sesso per sentire più vicino il partner, per fondersi in quell’amore essenziale che lo fa sentire completo, per gestire frustrazioni ed insoddisfazioni, sedando possibili discussioni o conflitti anche pericolosi, sentendosi quasi in dovere di dare al partner una vita sessuale più eccitante per una relazione più felice, infliggendosi la colpa in caso contrario. Queste modalità di pensiero possono confluire nell’accettare anche una possibile violenza od una sessualità aggressiva, non completamente aderente alla propria visione di vita sessuale, che però il dipendente emotivo arriva a far sua per la sopravvivenza della relazione, in quanto nell’intensità dell’atto sessuale passionale ritrova gesti e modalità che legge come prova dell’amore tanto bramato, divenendone così ancora più schiavo (3).
Ma da cosa ha origine tale modo di sentire e vivere la relazione?
AGLI ANTIPODI
Il soggetto emotivamente dipendente può avere una storia di traumi relazionali, problematiche di disregolazione o dissociazione emotiva. Ciò a cui ci si riferisce è la sua modalità d’attaccamento adulto, in quanto riflesso della modalità d’attaccamento vissuta durante l’infanzia con il suo caregiver (3, 2). Se il soggetto ha fatto esperienza di un attaccamento sicuro, si potranno avere giusti strumenti per gestire la relazione. Nel caso in cui invece l’attaccamento infantile vissuto sia di tipo insicuro quindi ambivalente o evitante, si avranno rispettivamente modalità caratterizzate da ansia, gelosia, pressione, respinta nel primo caso, e da freddezza, evitamento, ritiro nel secondo caso. In entrambi i casi questi tipi di attaccamento insicuro causano una radicata paura dell’abbandono, insicurezza e bassa autostima nel soggetto dipendente, che inevitabilmente riporterà nelle future relazioni, anche nelle prime esperienze in adolescenza (1, 2).
In questa delicata fase di transizione e sviluppo infatti, in cui si sperimentano le prime relazioni profonde con l’altro ed i primi rapporti sessuali, in mancanza di una corretta educazione sentimentale e sessuale, ed in virtù dei troppi messaggi disfunzionali dei mass media, degli stereotipi di genere e
sessisti, se presente in aggiunta un attaccamento infantile insicuro di base, il soggetto può incorrere in prime modalità dannose di vivere le relazioni, con azioni spesso anche aggressive e violente verso l’altro, modalità quindi destinata a ripetersi nella vita adulta (5).
Essenziale risulta perciò una primissima educazione all’amore, al parlare d’amore e di sessualità: in famiglia, a scuola, per tentare di sedare e riequilibrare vissuti emotivi dannosi e, una volta emersa la dipendenza affettiva spesso purtroppo evidente dalle gravi conseguenze, chiedere aiuto, intraprendere un percorso di psicoterapia adeguato che aiuti a risolvere sia le sofferenze manifeste che le più radicate del soggetto dipendente, per vivere al meglio con se stesso e le relazioni presenti e future.
Bibliografia
- Agnelli I. (2014). Dipendenza affettiva. Un disturbo autonomo in asse I o in Asse II? Psicoterapeuti in-formazione, 13
- Aldi G., (2018). Liberi servi. Vivere tra dipendenze vecchie e nuove. Rivista Telos, 2.
- Cabras E., Saladino V., Verrastro V. (2016) Io non ti amo ma ti desidero. Dipendenza affettiva e violenza di coppia. QUALE psicologia, 6 (3).
- Earp B.D., Wudarczyk O.A., Foddy B., Savulescu J. (2017). Addicted to love: What is love addiction and when should it be treated. Philos Psychiatr Psychol, 24 (1), 77–92.
- Marcos V., Gancedo Y., Castro B., Selaya A. (2020). Dating violence victimization, perceived gravity in dating violence behaviors, sexism, romantic love myths and emotional dependence between female and male adolescents. Revista Iberoamericana De Psicología Y Salud, 11 (2), 132-145.
- Petruccelli F., DiotaiutI P., Verrastro V., Petruccelli I., Federico R., Martinotti G., et al. (2014). Affective Dependence and Aggression: An Exploratory Study. BioMed Research International, 11.