La pandemia Covid-19 ha favorito un uso pervasivo di maschere facciali in tutto il mondo. Sebbene aiutino a prevenire l’infezione, ci sono preoccupazioni legate al possibile impatto delle maschere sulla comunicazione sociale (in primo luogo rendendo la bocca invisibile), interferendo sulla comprensione dello stato emotivo di chi le indossa.
Inoltre, poiché si ritiene che anche le manifestazioni affettive influenzino le prime impressioni di affidabilità, le maschere possono anche alterare l’affidabilità percepita di portatori di maschere sconosciuti. Rendendo le esibizioni emotive più difficili da interpretare, le maschere facciali possono anche compromettere la mimica facciale e la sincronia comportamentale che, a loro volta, aumentano i legami sociali, l’empatia e le interazioni ludiche.
Ad ogni modo, l’impatto delle maschere sul riconoscimento delle emozioni, sull’affidabilità e sull’identità del viso, tuttavia, non è necessariamente dello stesso grado.
Più specificamente, per quanto riguarda il riconoscimento delle emozioni e l’ attribuzione della fiducia, diversi studi sperimentali hanno indagato la quantità e il tipo di informazioni sociali trasmesse da specifiche regioni del viso, rivelando che la bocca è fondamentale per riconoscere le emozioni, in particolare la felicità. Allo stesso modo, i volti sono giudicati più affidabili quando il contrasto delle regioni della bocca (e degli occhi) viene aumentato mediante manipolazioni sperimentali.
Mentre, è noto che il riconoscimento dell’identità si basa sull’elaborazione della configurazione che viene facilmente interrotta quando la percezione del viso viene presentata capovolta o la sua integrità è compromessa a causa di altre manipolazioni sperimentali. Quanto sia profonda la dissociazione emozione-identità e se dipenda da diverse informazioni visive e percorsi neurali, è ancora una questione di contesa.
In uno studio pubblicato su Nature sono stati reclutati una coorte di 122 partecipanti (47 femmine; età = 33 ± 8), per indagare fino a che punto il riconoscimento delle emozioni, l’attribuzione di fiducia e reidentificazione sono modulati dall’assenza di maschera, dalla presenza di una maschera standard che occlude l’intera regione della bocca o di una maschera trasparente che ripristina l’accesso visivo alla regione della bocca.
I risultati mostrano che, a differenza delle maschere mediche standard, le maschere trasparenti risparmiano in modo significativo la capacità di riconoscere le espressioni emotive. Inoltre, le maschere trasparenti risparmiano la capacità di dedurre l’attendibilità dai volti rispetto alle maschere mediche standard che, a loro volta, smorzano la percepita inaffidabilità dei volti. Sorprendentemente,non compromettono il riconoscimento delle emozioni e l’attribuzione della fiducia, apparentemente compromettono la successiva reidentificazione dello stesso volto smascherato (come le maschere standard).
Prese insieme, queste prove supportano una dissociazione tra i meccanismi che sostengono le emozioni e l’elaborazione dell’identità. Questo studio rappresenta un passaggio fondamentale nell’analisi tanto necessaria della lettura del viso quando la parte inferiore del viso è occlusa da una maschera facciale.
Consigli utili sulla mascherina:
Ecco qualche consiglio utile in merito.
- Concentriamoci sui nostri stati d’animo per diventare più consapevoli di quello che stiamo provando.
- Se siamo in crisi, rivolgiamoci ad uno psicologo per superare il disagio, anche richiedendo un consulto online. Fortunatamente la tecnologia ci viene in aiuto e i colloqui online sono efficaci tanto quanto quelli in presenza, con il vantaggio di poter dialogare a volto scoperto.
- Se non riusciamo a capire le emozioni e le intenzioni degli altri, chiediamolo direttamente a loro con qualche semplice domanda.
- Aiutiamo gli altri a comprendere i nostri stati d’animo esprimendoli a voce.
- Osserviamo attentamente lo sguardo dei nostri interlocutori. Gli occhi sono considerati lo “specchio dell’anima” e riescono a comunicare benissimo i sentimenti.
- Un altro grande aiuto nell’interpretazione delle emozioni altrui ci viene dalla comunicazione non verbale, cioè dall’osservazione della postura, dei gesti e del tono di voce. In quanto italiani poi siamo facilitati dalla nostra tipica gestualità che spesso vale di più di mille parole.
Tutti noi non vediamo l’ora di poter togliere la mascherina e di comunicare liberamente, ma finché sarà obbligatoria cerchiamo di resistere e di superare questa piccola limitazione.