La prima cosa a cui pensiamo quando si parla di violenza domestica sono i segni delle percosse sulla carne. Il prototipo mentale di violenza è qualcosa di evidente, qualcosa che colpisce anche lo spettatore esterno, qualcosa che non si può nascondere perché si impone prepotente e ci impedisce di distogliere lo sguardo.
Non è così.
La violenza ha due facce. Quella arrogante fatta di botte e segni espliciti, e quella invisibile, nascosta dietro il dolore psicologico intimo e privato delle vittime.
Il Gaslighting è un particolare tipo di violenza invisibile. Questo termine è utilizzato per definire un insidioso comportamento manipolatorio messo in atto da una persona abusante mirato a far dubitare l’altra di se stessa, della sua capacità di giudizio e del suo grado di contatto con la realtà fino a sentirsi confusa, sbagliata, in errore. Nei casi più gravi, la persona che subisce il gaslighting può arrivare persino a credersi pazza.
Il termine gaslighting deriva da un’opera teatrale del 1938 ad opera dello scrittore Patrick Hamilton, “Gas Light”, e dai suoi successivi adattamenti cinematografici. La trama racconta la vita di Paula e Gregory, lei la vittima, lui il carnefice. L’uomo per far perdere il senno alla donna, faceva sparire oggetti, abbassava le luci, le faceva credere che determinate cose non fossero in realtà mai avvenute portandola quasi alla follia.
Il gaslighting è una forma di abuso molto più comune di quanto si possa pensare. Si verifica ogni volta che qualcuno ci mente, cambiando l’evidenza dei fatti per imporci una realtà, modificata a suo piacimento e tornaconto. Come ricordo sempre, in psicologia non si parla di tutto o niente, i comportamenti si manifestano con un certo grado. Anche il gaslighting non è per forza quello descritto nell’opera teatrale e le intenzioni del gaslighter (la persona che manipola la realtà) non sono sempre violente.
Per esempio, un genitore che mente al figlio per alterare la sua percezione dei fatti e trarne vantaggio, può essere definito un gaslighter. Pensiamo al caso una vedova racconti al figlio ancora piccolo che suo padre è in viaggio, nonostante il bambino abbia assistito al funerale. Pur agendo in buona fede, la madre porterà suo figlio a dubitare della sua stessa percezione.
La ricerca dimostra che il gaslighter e la vittima sono quasi sempre partner o parenti stretti.
Quello della madre è un caso limite, solitamente il comportamento gaslighting è adottato dal coniuge abusante per allontanare il partner nel caso si vivano rapporti conflittuali, forte asimmetria nella relazione, dipendenza o evitamento e relazioni extraconiugali.
L’infedeltà è il movente più frequente. Il partner infedele non può ammettere il propria tradimento e per questo costruisce una realtà parallela dove le incongruenze nella trama della sua quotidianità sono giustificate dalla menzogna.
Il gaslighting è un comportamento difficilissimo da individuare perché spesso il carnefice si comporta in modo gentile e accomodante nei confronti della vittima.
Le fasi fondamentali del Gaslighting
Distorsione della comunicazione
Il gaslighter utilizza la sua relazione con la vittima per creare in lei confusione, insinuare nella sua mente informazioni false o tendenziose e portarla a dubitare di sé. Per esempio, una madre può far crollare le certezze del figlio proprio in virtù della fiducia che il bambino ripone in lei, uno sconosciuto non avrebbe questo potere. Lo stesso discorso vale per le relazioni amorose, lavorative o amicali, purché abbiano superato un certo livello di intimità.
Incredulità
La vittima non crede a quello che sta accadendo né a ciò che vorrebbe farle credere il suo “carnefice”. Lo scarto tra la propria percezione e quanto sostenuto da una persona con cui esiste un legame, disorienta la vittima.
Difesa
La vittima inizia a difendersi con rabbia e a sostenere la sua posizione di persona sana e ben “piantata” nella realtà oggettiva. Prova a instaurare un dialogo con il gaslighter con la speranza che questo serva a cambiare il suo comportamento.
La vittima si convince che il manipolatore ha ragione, getta le armi, si rassegna, diventa insicura, vulnerabile e dipendente. In questa fase la perversione relazionale raggiunge l’apice: la violenza si cronicizza e la vittima si convince della ragione e anche della bontà del manipolatore che, spesso, viene anche idealizzato.
La vittima di questa manipolazione mentale non ne è consapevole. La psicologa Robin Stern ha formulato una checklist per auto valutare la vulnerabilità al gaslighting. Leggi l’elenco e se la maggior parte di queste affermazioni ti descrive potresti essere vittima inconsapevole:
#1 Sei incline a criticare te stesso
#2 Ti domandi spesso se sei una persona troppo sensibile
#3 Ti capita di sentirti confuso
#4 Sei incline a chiedere a scusa, a tua madre, al tuo partner, ai tuoi amici, al tuo capo…
#5 Non capisci perché, nonostante la tua vita sia piena di cose piacevole, non sei felice
#6 Spessi devi giustificare il comportamento del tuo partner con i tuoi genitori o amici
#7 Ci sono cose che tieni nascoste ad amici o parenti per non dover dare spiegazioni
#8 Percepisci che c’è qualcosa di sbagliato, ma non riesci a dire cosa sia, nemmeno a te stesso
#9 Hai cominciato a mentire per evitare le umiliazioni
#10 Trovi problematico anche prendere decisioni semplici
#11 Ti sembra di essere cambiato, una volta eri una persona diversa, più sicura di sé, più amante del divertimento e più rilassata
#12 Ti senti senza speranza e senza gioia
#13 Ti senti come se non potessi fare niente di buono
#14 Ti domandi se sei un partner/amico/dipendente abbastanza buono
La soluzione migliore per difendersi da questo tipo di manipolazione è riuscire a individuarla in tempo. Ma potrebbe essere impossibile identificare la manipolazione, per questo motivo la propria indagine va rivolta alle persone a te care o quelle con cui trascorri molto tempo della tua giornata. Se una di loro ti fa sentire male continuamente, ti fa dubitare sempre di te, mina la tua fiducia, fa vacillare la tua sicurezza allora devi fare molta attenzione, potrebbe essere un gaslighter.
Bibliografia
ATTENTI AI MANIPOLATORI