Perché continuo a fare gli stessi errori

Caterina accende la webcam e mi spiega perché ha deciso di rivolgersi servizio di consulenza psicologica di Psiche.

«Ho 34 anni. Dieci giorni fa io e il mio ragazzo ci siamo lasciati. Stavamo insieme da otto anni. Ho sempre avuto relazioni piuttosto lunghe. Finiscono tutte allo stesso modo. I ragazzi di cui mi innamoro sono tutti uguali. Io faccio sempre gli stessi sbagli. Mi rendo conto degli errori che faccio. So qual è il problema. Eppure non riesco proprio a far funzionare le cose. Cosa c’è di sbagliato in me?»

Il tema che solleva Caterina (nome di fantasia) è piuttosto critico.

Sono in molti a non capire, dopo la catastrofe, come mai non sono stati in grado di impedirla. Anche quando si presenta tale e quale a una catastrofe precedente. Non possono accettare di non imparare nulla dai propri errori e per questo si colpevolizzano.

Abbiamo bisogno di credere che il mondo sia semplice

Il nostro cervello lavora costantemente per cercare di tenere ordinata la realtà. Come faceva la mamma con la tua cameretta. Questo lo mettiamo in quel cassetto, quest’altro lo infiliamo nell’armadio e questo lo buttiamo via, tanto è vecchio e non serve più.

Abbiamo bisogno di credere che il mondo sia semplice, prevedibile e coerente. Se accettassimo che la sorte gioca un ruolo più grande del nostro rischieremmo di impazzire per la nostra mancanza di controllo. L’incertezza provoca ansia. Quindi ci aggrappiamo a l’illusioni rassicurante secondo la quale le nostre azioni hanno conseguenze certe.

Questo è il motivo per il quale, dopo aver fallito una previsione, dopo aver distrutto un’altra storia d’amore per gli stessi motivi, dopo aver fatto lo stesso errore di sempre, ci sentiamo stupidi.

Non siamo stupidi. La verità è un’altra.

Il mondo è meno ordinato di quello che ci sembra dopo la tempesta

Il mondo non è ordinato quanto crediamo. E sopratutto non segue le logiche che gli attribuisci. Tu credi di capire il mondo, ma il mondo e le sue regole ti passano tutte sopra la testa e tu non solo non riesci a comprenderle, non riesci neppure a vederle.

A posteriori, con il senno di poi, è facile dare spiegazioni. Tutti diventano improvvisamente compententi, tutti si vantano di averlo capito prima ancora che succedesse. Non è così. La nostra unica abilità (inutile) è quella di organizzare i fatti appena accaduti in un sistema ordinato di causa effetto. Nella nostra equazione però dimentichiamo quasi sempre il caso.

Evento = Azioni + Fortuna

Quello che non riusciamo ad afferrare è la sorte. Non la puoi immaginare a priori e usarla per predire gli eventi. E a posteriori non ti serve più, può creare un modello anche senza di lei. Quindi ti illudi di avere il controllo sulle cose e sulla tua vita quando in realtà non ce l’hai.

Questo non è grave. Non serve preoccuparsi di ciò che non controlli. Devi solo preoccuparti di goderti la vita nel momento in cui passa.

Perché se la vita va a caso faccio sempre gli stessi errori

Non fai sempre gli stessi errori, ma quelli sono gli unici errori che riesci a riconoscere.

La storia di Caterina è finita semplicemente perché lei ha avuto sfortuna. Però, guardando indietro dal futuro in cui si trova è riuscita a individuare le stesse dinamiche che ha vissuto in tutte le sue relazioni sentimentali. Quelle dinamiche però non sono reali. Sono solo la tua personale interpretazione dei fatti. Sono una costruzione del tuo intuito, fatta per proteggerti. Per darti l’impressione che la vita sia coerente e razionale quando in verità è solo un gran casino.