EDUCAZIONE: LE REGOLE SONO CAMBIATE

Una volta c’erano i genitori severi che davano regole rigide ai figli nella convinzione che ciò fosse il solo ed unico metodo educativo; sembra che da allora sia passato un secolo.
Negli Stati Uniti la modalità di allevare i bambini è iniziata già a cambiare negli anni ‘60, in Italia qualche decennio più tardi, complici le nuove conoscenze in ambito psicologico e pedagogico e la diminuzione del numero di figli che hanno portato maggiore attenzione alle necessità dei bambini. Questa piccola grande rivoluzione vede il bambino diventare protagonista della sua crescita con i suoi ritmi e le sue necessità.Prendiamo come esempio l’educazione al controllo degli sfinteri. In passato il bambino veniva messo sul vasino addirittura a sei mesi e quando non riusciva a soddisfare le aspettative dei genitori magari veniva punito. Oggi questa tappa, come tante altre, è il frutto di una negoziazione tra genitori e figlio, con la conseguenza che i tempi si sono allungati.
Le nuove regole educative basate sul dialogo e che prendono sempre più piede tra genitori e figli sono sicuramente positive perché più rispettose dei tempi del bambino.
Non bisogna però perdere l’attenzione sul fatto che alcuni genitori tendono poi a cadere nell’eccesso opposto, rinunciando all’autorevolezza e dando messaggi poco chiari.

È necessario tenere a mente che un lassismo esagerato alimenta l’onnipotenza del bambino che così percepisce la possibilità di manipolare i grandi e come conseguenza può sviluppare una difficoltà nell’elaborazione di un senso di identità adeguato.
Spesso anche i discorsi sull’uguaglianza vengono travisati, generando un appiattimento delle differenze tra maschi e femmine, tra adulti e bambini. È chiaro che se un genitore esagera nel mettersi alla pari con un figlio, sarà sempre più difficile riuscire a far valere la propria autorità. È giusto che ci sia un seppur minimo “conflitto” tra genitori e figli. Perché è attraverso di esso che i figli si mettono in gioco, crescono e maturano per raggiungere i propri obiettivi.Bisognerebbe dunque adottare uno stile autorevole ma non autoritario. Come diceva san Francesco di Sales “Fortiter ac suaviter” (con decisione ma dolcemente), ad indicare che le regole devono essere applicate con fermezza e sapienza.
Non è giusto tuttavia colpevolizzare i genitori disorientati da un clima psicologico e culturale a sua volta confuso. Sicuramente in questo può aiutarli il confronto con altri genitori in un’ottica che favorisca un momento di crescita ed elaborazione.

Per approfondimenti:
– M. Ammanniti “Crescere con i figli – Le nuove regole dell’educazione” Mondadori

© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta