La scelta della scuola superiore è una decisione che va presa con la massima calma, essa infatti rappresenta l’ingresso nel mondo dei grandi e indirizza i giovani verso la propria formazione. Si tratta sicuramente di un momento delicato e pieno di dubbi che coinvolge i ragazzi e di riflesso i genitori ed i professori. In un periodo a metà tra l’infanzia e l’adolescenza, i quattordicenni si trovano ad affrontare una scelta importante, la prima per loro, un corso di studi che li dirigerà verso un percorso di vita o un altro, cioè verso il loro destino.
Liceo, istituto tecnico, professionale? La risposta deve venire da una convinzione che sta nella propria testa sgombrandola dalla considerazione che esistano scuole di “Serie A” o di “Serie B”. L’idea che i licei siano migliori degli istituti tecnici è una vecchia convinzione che caratterizzava una società in cui la strada per l’università era percorribile solo attraverso un percorso di più “alto profilo” e che l’istituto tecnico fosse la strada della fabbrica o per l’impiego dequalificante. Oggi le cose sono diverse. Il mondo del lavoro richiede innanzitutto flessibilità ed autonomia organizzativa, tutte caratteristiche che i percorsi di studio sono in grado di fornire purché li si scelga e li si segua con convinzione e passione. La domanda giusta da porsi non è quindi: “Qual è il percorso giusto per mio figlio?” ma “Come intende realizzarsi?”, “Quali sono le sue attitudini e le sue aspirazioni?”. È necessario un lungo e profondo scambio di idee basato sul confronto e sul dialogo con i figli per valutare l’ampia gamma di offerte formative e scegliere quella più attinente con ciò che essi desiderano.
Alcuni istituti offrono una preparazione che vede nell’università il suo sbocco privilegiato, altri invece indirizzano già dai primi anni verso il mondo del lavoro con corsi e tirocini basati sulla pratica fornendo degli strumenti immediatamente spendibili. Tuttavia bisogna tenere in considerazione anche “la valenza” dell’istituto, le attrezzature disponibili che coadiuvino i docenti nella didattica, quegli stessi docenti disponibili ed aperti al cambiamento per favorire la crescita degli studenti. Infatti laboratori scientifici e strumenti multimediali dovrebbero essere parte integrante di una didattica basata non solo sulla trasmissione di sterili nozioni teoriche, ma che stimoli la curiosità dei giovani e li aiuti ad acquisire conoscenze e competenze. È infatti un dato provato che l’apprendimento delle lingue e delle scienze risulta potenziato se ci si avvale di strumenti tecnologici: lavagne multimediali, visione di filmati, pratiche sperimentali; tutti strumenti essenziali per una formazione al passo con i tempi.
Infine è necessario valutare la presenza di docenti capaci di instaurare con gli alunni un rapporto basato sulla fiducia e sulla stima. Occorre capire che ogni adolescente rappresenta un mondo a sé che vive ansie, dubbi e sogni che non possono essere delusi. I professori devono riuscire ad entrare in questo mondo a volte debole ed altre volte forte affinché fungano da guida per la crescita degli adulti di domani. Come oggi afferma la pedagogia, è solo attraverso un rapporto personalizzato con gli alunni che si può raggiungere il successo scolastico. Un percorso personalizzato, basato innanzitutto sulla conoscenza dell’alunno, gli permetterà di svolgere serenamente il proprio percorso senza sentirsi pendere sul capo la spada di Damocle della bocciatura in un momento di smarrimento.
Infatti una vita scolastica fatta di serenità, di ascolto, di confronto favorisce una migliore autostima nel giovane, facendolo sentire importante e permettendogli di acquisire maggiore fiducia in se stesso: tutti aspetti psicologici importanti in una società competitiva come quella attuale. È necessario che i giovani abbiano una personalità ed una determinazione forti affinché riescano ad affrontare i continui mutamenti che caratterizzano il mondo del lavoro. Solo chi riuscirà ad essere flessibile, sicuro di sé, senza sentirsi sopraffatto dai cambiamenti, riuscirà ad essere motore del cambiamento stesso, in un’ottica di trasformazione e progresso. In conclusione è la scuola che deve vincere la sfida in una società che si fa sempre più complessa assumendo un ruolo di primaria importanza nella formazione dei ragazzi. Del resto fare la scelta giusta è un’assicurazione sul loro futuro.
© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta
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