Cosa resta del tempo

La bussola sta allo spazio come l’orologio sta al tempo. Proprio come stiamo nello spazio, infatti, stiamo nel tempo. Il paradosso è che, muovendoci nel tempo, non ci accorgiamo di avere un particolare orientamento che ci suggerisce le vie da percorrere.

C’è chi è sempre in ritardo, chi fissa un appuntamento per le 19:12 e chi, prima di intraprendere qualsiasi strada, non può non confrontarsi con la sua storia passata.

Ognuno di noi ha un particolare orientamento temporale.

L’atteggiamento che abbiamo nei confronti di presente, passato e futuro – frutto, spesso, di influenze sociali – fa di noi la persona che siamo e spiega tanti comportamenti umani, dai più quotidiani ai più estremi.

Paul Fraisse pioniere degli studi psicologici sul tempo diceva che ogni nostra azione ha luogo entro un orizzonte temporale. Philip Zimbardo e John Boyd con la nuova psicologia del tempo lo confermano, individuando 6 atteggiamenti nei confronti del tempo nei paesi occidentali (è possibile misurare il proprio attraverso due test, lo Zimbardo time perspective inventory ZTPI e il Trascendental-future time perspective inventory TTPI).

#1 ATTEGGIAMENTO NEGATIVO VERSO IL PASSATO. Pensieri intrusivi relativi a esperienze passate: questo è ciò che accade a chi vive ancorato a quello che avrebbe potuto fare ma non ha fatto, o che avrebbe potuto fare diversamente.

#2 ATTEGGIAMENTO POSITIVO VERSO IL PASSATO. Appartiene a questa categoria chi legge i propri eventi passati, belli o brutti che siano, in chiave positiva. Il mantra di queste persone potrebbe essere: “ciò che non mi uccide mi fortifica!”

#3 ATTEGGIAMENTO FATALISTICO VERSO IL PRESENTE. Rientrano in questo profilo quelle persone con uno scarso senso di autoefficacia che ritengono di non poter avere alcun potere sulla propria vita.

#4 ATTEGGIAMENTO EDONISTICO VERSO IL PRESENTE. A orientare la vita di queste persone sono le pressioni delle situazioni in cui si ritrovano. Ricercando la gratificazione immediata, fanno solo ciò che li fa stare bene e sono estremamente ottimisti.

#5 ATTEGGIAMENTO RIVOLTO AL FUTURO. Meglio una gallina domani anziché un uovo oggi: questa la prospettiva di coloro che, pur cercando la gratificazione, non rinunciano a fare un bilancio di costi e benefici. Efficienti e affidabili non si separano mai dalla loro agenda piena di impegni e di obiettivi raggiunti e da raggiungere.

#6 ATTEGGIAMENTO RIVOLTO AL FUTURO TRASCENDENTE. Solitamente tale atteggiamento è proprio di chi dichiara di essere credente. Tuttavia vi sono delle differenze in base al credo che si professa: Cristiani e Musulmani hanno i punteggi più alti in questa dimensione.

Qual è, quindi, il più funzionale tra i 6? Uno su tutti non c’è: un atteggiamento può essere molto utile in una situazione ma poco in altre. Paradossalmente anche un atteggiamento rivolto al futuro può, alla lunga, risultare inefficace.

Gestire il tempo per essere felici vuol dire, allora, essere flessibili e usare l’atteggiamento giusto al momento giusto. Stare in equilibrio tra passato, presente e futuro: è quello che più o meno esplicitamente la psicologa Sonja Lyubomirsky ha proposto, individuando 13 strategie per diventare più felici “nel tempo”.

Esprimere gratitudine, evitare di rimuginare e imparare a perdonare sono le strategie che proiettano il passato su una tela più nitida; compiere atti di gentilezza, coltivare legami affettivi, ampliare le esperienze di flusso, assaporare le gioie della vita e prendersi cura della mente, la maniera più corretta di interpretare il presente; nutrire ottimismo, sviluppare strategie di fronteggiamento, prefigurarsi traguardi e prendersi cura del corpo, la via maestra per il futuro; infine, coltivare la propria spiritualità, la strategia per accostarsi al futuro trascendente.

Il tempo è ciò che abbiamo di più prezioso: è limitato e nessuno potrà restituirci un singolo istante. D’altronde del tempo non resta nulla, se non il rammarico di non averlo vissuto appieno.

 

Bibliografia: Zimbardo P, Boyd J. (2009). Il paradosso del tempo.