Vivere in un ambiente di lavoro sereno improntato alla correttezza dei rapporti interpersonali e ad un reciproco rispetto della libertà e dignità è un diritto per tutti i lavoratori. Una cultura lavorativa caratterizzata da un atteggiamento di cooperazione pone le basi per un clima positivo ed è un importante presupposto per il successo.
La motivazione al lavoro rappresenta quella spinta interiore che porta l’individuo ad applicarsi con impegno. Una forza interna che stimola, regola e sostiene le principali azioni compiute dalla persona e può essere descritta in modo ciclico: dall’origine del bisogno, avvertito come una tensione interiore, l’individuo ricerca in mezzi per poterlo soddisfare; quando riesce a farlo, rivaluta la situazione e verifica la presenza di nuovi bisogni. Essa è intrinseca all’individuo e non può essere indotta dall’esterno ma sollecitata o alimentata.
La motivazione al lavoro rappresenta quella spinta interiore che porta l’individuo ad applicarsi con impegno. Una forza interna che stimola, regola e sostiene le principali azioni compiute dalla persona e può essere descritta in modo ciclico: dall’origine del bisogno, avvertito come una tensione interiore, l’individuo ricerca in mezzi per poterlo soddisfare; quando riesce a farlo, rivaluta la situazione e verifica la presenza di nuovi bisogni. Essa è intrinseca all’individuo e non può essere indotta dall’esterno ma sollecitata o alimentata.
È bene tener presenti alcune regole sociologiche per vivere al meglio tutto ciò che è implicito nel luogo di lavoro:
– Siate voi stessi senza strafare, evitando abbigliamenti azzardati (jeans molto strappati, colori troppo forti, pantaloni a vita bassissima, magliette attillate o camicie troppo aperte, pancia scoperta…). È preferibile puntare su uno stile che possa rappresentarvi, ma sobrio. Allo stesso modo, evitate eccessi di profumo e utilizzate fragranze delicate e non pungenti. L’apparenza di certo non è tutto, ma sul lavoro, l’impatto che generiamo ha la sua rilevanza.
– Cercate di dimostrarvi sicuri, ma mai eccessivamente esuberanti, in quanto la sicurezza può infonderne altrettanta a chi vi sta intorno.
– Evitate di mettere in dubbio i superiori e se ritenete di avere idee migliori, presentatele sotto forma di proposta.
– Utilizzate con i colleghi un atteggiamento di ascolto attivo, esprimendo le vostre idee, senza entrare però in quel circolo vizioso che sono i pettegolezzi, i quali distolgono solo dalle mansioni, ma soprattutto lanciano un messaggio intrinseco: la disponibilità a sparlare di tutto e di tutti.
– Anche se i vostri colleghi vi sembrano dei grandi ascoltatori, evitate di fare confidenze troppo personali. Ricordate inoltre che, se un giorno doveste essere in lizza per qualche nuova mansione o promozione, i vostri sfoghi potrebbero diventare per voi punti penalizzanti.
– Cercate di vivere la pausa pranzo per ciò che è. Spesso si tende a farla, rimanendo seduti alla scrivania senza e non creando dunque quel distacco necessario a riprendere più rilassati il lavoro pomeridiano.
– Ricordate infine che non si finisce mai di imparare, quindi, anche se siete sicuri di voi stessi e delle vostre conoscenze, rimanete sempre aperti al confronto e all’ascolto.Queste modalità comportamentali sul luogo di lavoro valgono sia per i dipendenti che per i liberi professionisti e i “capi”. Chi lavora in modo indipendente non deve credere di poter avere atteggiamenti superiori o che gli permettano di imporsi su un eventuale cliente, allo stesso tempo chi ricopre un ruolo di alto livello avrà a che fare con dei dipendenti e dovrà dare un’idea seria, capace e professionale, non autoritaria e irrispettosa. Mai trascurare l’importanza di creare un clima il più possibile sereno sull’ambiente di lavoro, che è il luogo dove probabilmente si trascorre più tempo nella vita.
– Siate voi stessi senza strafare, evitando abbigliamenti azzardati (jeans molto strappati, colori troppo forti, pantaloni a vita bassissima, magliette attillate o camicie troppo aperte, pancia scoperta…). È preferibile puntare su uno stile che possa rappresentarvi, ma sobrio. Allo stesso modo, evitate eccessi di profumo e utilizzate fragranze delicate e non pungenti. L’apparenza di certo non è tutto, ma sul lavoro, l’impatto che generiamo ha la sua rilevanza.
– Cercate di dimostrarvi sicuri, ma mai eccessivamente esuberanti, in quanto la sicurezza può infonderne altrettanta a chi vi sta intorno.
– Evitate di mettere in dubbio i superiori e se ritenete di avere idee migliori, presentatele sotto forma di proposta.
– Utilizzate con i colleghi un atteggiamento di ascolto attivo, esprimendo le vostre idee, senza entrare però in quel circolo vizioso che sono i pettegolezzi, i quali distolgono solo dalle mansioni, ma soprattutto lanciano un messaggio intrinseco: la disponibilità a sparlare di tutto e di tutti.
– Anche se i vostri colleghi vi sembrano dei grandi ascoltatori, evitate di fare confidenze troppo personali. Ricordate inoltre che, se un giorno doveste essere in lizza per qualche nuova mansione o promozione, i vostri sfoghi potrebbero diventare per voi punti penalizzanti.
– Cercate di vivere la pausa pranzo per ciò che è. Spesso si tende a farla, rimanendo seduti alla scrivania senza e non creando dunque quel distacco necessario a riprendere più rilassati il lavoro pomeridiano.
– Ricordate infine che non si finisce mai di imparare, quindi, anche se siete sicuri di voi stessi e delle vostre conoscenze, rimanete sempre aperti al confronto e all’ascolto.Queste modalità comportamentali sul luogo di lavoro valgono sia per i dipendenti che per i liberi professionisti e i “capi”. Chi lavora in modo indipendente non deve credere di poter avere atteggiamenti superiori o che gli permettano di imporsi su un eventuale cliente, allo stesso tempo chi ricopre un ruolo di alto livello avrà a che fare con dei dipendenti e dovrà dare un’idea seria, capace e professionale, non autoritaria e irrispettosa. Mai trascurare l’importanza di creare un clima il più possibile sereno sull’ambiente di lavoro, che è il luogo dove probabilmente si trascorre più tempo nella vita.
© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta