La psicologia delle persone sempre pronte a criticare gli altri

Esistono due modalità attraverso cui possiamo metterci contro le azioni o i pensieri di qualcuno.

Due modi per criticare gli altri.

1. Lo possiamo fare apertamente durante una discussione o un momento condiviso con lui. Se le nostre idee e il nostro modo di interpretare la situazione è diverso dal suo, lo spieghiamo e gli facciamo notare la discrepanza. È il caso di una mamma che critica (e magari punisce) il comportamento del figlio.

Alla base di questa critica c’è il confronto. Non è necessario che il confronto sia alla pari. Per esempio quello tra madre e figlio non lo è mai, perché la madre sa cosa è giusto e il suo obiettivo finale è imporre al figlio una cambio di condotta. Ma non è l’unico esempio, di confronti sbilanciati ce ne sono moltissimi anche tra adulti. Pensiamo, per fare un altro esempio, al rapporto tra il capo e il suo dipendente.

Tuttavia, anche nel caso il confronto sia sbilanciato perché il ruolo di chi critica e di chi viene criticato è asimmetrico, la critica fatta apertamente è la base per creare un legame di fiducia.

Molto diverso sarebbe il caso una madre criticasse un amico del figlio utilizzandolo come esempio negativo.

2. Questo è il caso delle critiche nascoste. Quello che comunemente viene detto “parlare alle spalle”. In questo caso non vi può essere confronto, nemmeno asimmetrico. Le critiche nascoste hanno come unico effetto quello di mettere in cattiva luce i pensieri e i comportamenti di un’altra persona. 

Dopo aver raccontato le modalità attraverso cui critichiamo gli altri, presentiamo i motivi. Per una rassegna completa dei motivi più comuni per cui si criticano gli altri potete consultare questo LINK. Qui di seguito gli abbiamo raggruppati in tre categorie.

I motivi per cui criticare gli altri:

1. Per insegnare qualcosa.

È il caso della mamma con il bambino. La critica del comportamento del figlio serve a correggerlo. Le critiche costruttive sono indispensabili per crescere. Un punto di vista esterno può mettere in luce degli elementi della situazione che da soli non saremmo in grado di cogliere. Dobbiamo fare tesoro delle critiche costruttive e utilizzarle per superare i nostri fallimenti.

2. Per screditare qualcuno.

Non tutte le critiche sono costruttive, a volte la critica non veicola informazioni proattive, utili per migliorare, ma si limita a distruggere. Chi mette in atto una critica di questo genere desidera applicare una patina negativa sui pensieri o le azioni di qualcuno. È un tipo di critica molto comune nei dibattiti politici, dove spesso, l’elenco di cosa non funziona nel programma di un partito non è seguito dalle strategie per migliorare. Distruggere è molto più facile di creare.

3. Per esaltare se stessi.

Questo particolare tipo di critiche sposta la motivazione dal sociale al personale. Insegnare o screditare sono cose che facciamo per influire sul mondo esterno, mentre esaltare noi stessi serve a difendere o nutrire il nostro ego. Infatti, le persone che criticano per questo motivo, tendono a farlo sempre, in qualsiasi circostanza: sono sempre pronte a criticare gli altri.

Come funziona l’esaltazione del sé attraverso le critiche?

Il meccanismo di difesa alla base di tutto questo è la proiezione. Quando ci sentiamo in difetto dobbiamo fare qualcosa per correggere questa sensazione.

La proiezione è un meccanismo di difesa dove il soggetto espelle da sé e localizza in un altro sentimenti, desideri o qualità che sono suoi ma che egli non riconosce o rifiuta in sé.

Criticare gli altri è un modo per proiettare quello che non ci piace di noi, su un’altra persona. Maggiore è il numero di cose che non accettiamo di noi stessi e maggiori saranno le occasioni in cui criticheremo gli altri.

Facciamo qualche esempio.

Avrete certamente notato che esistono professori molto critici e altri più rilassati. È possibile che il professore molto critico verso i suoi alunni sia quello che ha sempre vissuto la scuola con maggiori difficoltà e sofferenze. Per lui sarebbe doloroso accettare una scuola più serena. Dovrebbe ammettere di aver sbagliato qualcosa. Attaccando i suoi alunni, facendoli soffrire attraverso le critiche proprio come è successo a lui, il professore severo giustifica la sua vita.

O ancora.

Le ragazze che criticano gli atteggiamenti sessualmente disinvolti delle loro coetanee, può darsi che lo facciano perché a loro quella possibilità è negata. Meglio considerare un comportamento moralmente sbagliato e raccontarci che non vogliamo agire così, piuttosto che ammettere che non ne avremmo la possibilità, perché magari non siamo abbastanza attraenti.

Cosa dovrebbero fare le persone che criticano gli altri per difendere il loro sé.

Dovrebbero imparare a riconoscere quando la loro critica è giustificata dal desiderio di influire sulle cose e distinguere questi momenti da quelli in cui la necessità di criticare è solo un rifugio. Per fare questo bisogna comprendere cosa stiamo proiettando sull’altro.

Una volta capito cosa stiamo proiettando dovremo lavorare per riuscire ad accettarlo.

Il cammino della consapevolezza e del cambiamento può essere lungo e difficoltoso, ma la posta in gioco è sempre la vita.