Settembre: tempo di back to work! Anche tu al rientro a lavoro hai sentito stress, affaticamento e una produttività più bassa nello svolgimento delle tue mansioni quotidiane? Non preoccuparti, non sei l’unico! In questo articolo ti presento alcuni rimedi per vivere meglio il ritorno in ufficio, a scuola o all’università.
Se è vero che ogni anno aspettiamo intensamente l’arrivo delle vacanze estive e con esse relax e divertimento, è ancora più vero che alla fine arriva puntuale il pensiero che non avremmo mai voluto tornasse: iniziamo a pensare al lavoro e al senso del dovere che ci aspettano di lì a poche ore.
Le strade sono due, o ci disperiamo, oppure iniziamo a farci buoni propositi: non fare più ritardi, lavorare più seriamente e con più concentrazione, essere meno stressati, non rimanere oltre le otto ore in ufficio, prendersi dei momenti per sé, essere più gentili con colleghi che magari non ci stanno molto simpatici, e molte altre cose.
All’arrivo, però, dell’agognato giorno del rientro a lavoro, tutte queste certezze cadono: ma perché?
Avete mai sentito parlare della sindrome da rientro? Già, esiste davvero, e ha una giustificazione anche in psicologia!
Quindi se al rientro della vostra serenissima vacanza vi sentite spenti, tristi, svogliati, ahimè… è normale!
I sintomi della sindrome da rientro
Studiosi americani hanno dimostrato che passare da un giorno all’altro da un periodo di tranquillità e riposo ad uno più impegnativo può portare a una serie di disturbi quali: stanchezza, tristezza, noia, insoddisfazione e incapacità di svolgere le normali mansioni. Ma non solo, si può arrivare anche ad avere malesseri fisici come mal di testa, inappetenza, insonnia, tachicardia e problemi muscolari.
Tutto ciò viene appunto chiamato sindrome da rientro, ed è un disturbo dell’adattamento causato dall’effetto dello stress sull’asse ipotalamo-ipofisi-surreni. Gli eventi stressanti, che possono favorire la comparsa della sindrome, sono legati alla ripresa delle normali attività a cui non si è più abituati.
5 (+1) consigli per vivere meglio la sindrome da rientro
Per evitare che questi sintomi siano tanto disfuzionali da causare disagi a livello personale e lavorativo, si possono seguire dei consigli. Eccone alcuni:
- Meglio un ritorno graduale alla normalità: non è sempre funzionale tornare subito nella solita routine. Meglio anticipare il ritorno dalle vacanze, stare qualche giorno a casa e poi riprendere il lavoro.
- Pensare a sé: come in vacanza ci siamo presi cura di noi stessi, cerchiamo di farlo anche durante la nostra vita lavorativa: fare cose che ci piacciono, uscire con gli amici, magari iscriverci a qualche corso che ci interessa e iniziare a coltivare qualche nuovo hobby.
- Attenzione all’alimentazione: non intendo perdere i kg che magari abbiamo preso in vacanza (magari, eh!), ma visto che spesso in vacanza ci viziamo anche dal punto di vista culinario, sarebbe meglio, al rientro, porre più attenzione al cibo: mangiare più sano, idratarsi molto.
- Dormire almeno 7/8 ore per notte: secondo una ricerca dell’Università del Surrey, in Inghilterra, se dormiamo bene per almeno 6-8 ore rigeneriamo le cellule del cervello, rinforziamo il sistema immunitario (quindi rischi di ammalarti di meno in autunno) e riusciamo a reagire meglio allo stress.
- Se abbiamo nostalgia dei momenti in vacanza è legittimo rituffarsi in quei ricordi che sicuramente il nostro telefono ha catturato durante quelle settimane!
E poi – perché no? – si possono anche pianificare nuove vacanze! È sicuramente consigliato dedicare qualche weekend al divertimento, al relax e alla famiglia già durante l’autunno e in vista delle vacanze natalizie. In più, non dimentichiamo che in realtà progettare un nuovo viaggio con largo anticipo vi permetterà, oltre che a risparmiare denaro, anche a vivere le settimane lavorative che vi aspettano con più entusiasmo e motivazione, nell’attesa del prossimo break.
Oltre a tutti questi semplici consigli, l’importante è avere sempre pensieri positivi e non abbattervi: se vi capitano questi sintomi, non prendete paura! Se vedete che però persistono e vi fanno vivere il vostro quotidiano con malessere, è importante parlarne con uno specialista della salute mentale.
Laura Alessio
Psicologa abilitata n. 9700 dell’Ordine degli Psicologi del Veneto
Operatrice di training autogeno