Mente: Ciao… mi sento sola.
Cuore: Ci sono io qui giù.
Mente: Ci conosciamo?
Cuore: Conosco te ma tu ancora non conosci me!
Mente: Davvero? Com’è possibile? Non ci credo!
Cuore: Mi dispiace, io invece credo.
Mente: Posso avvicinarmi?
Cuore: Si.
Mente: C’è troppo caldo, mi brucio. La mia natura è fredda, ho paura di
sciogliermi.
Cuore: Non temere, vieni vicino.
Mente: Eccomi. Come ti chiami?
Cuore: Non mi chiamo, sono gli altri a definirmi: la maggioranza mi
chiama «Cuore». Sono una specie di bussola.
Mente: Cuore: che nome buffo. Perché non hai gli occhi? Sei cieco?
Cuore: In un certo senso lo sono; gli occhi non mi servono.
Mente: E come fai a vedere?
Cuore: Sento. Sento tutte le cose. A volte però, quando tu bisbigli o gridi… mi confondo e smetto di vedere. Quando avevo 5 anni la mia voce era l’unica… Poi sei arrivata tu ed hai cominciato a prendere decisioni al posto mio.
Mente: Vuoi dire che sei migliore di me? Io organizzo, concettualizzo,
confronto informazioni, ragiono… E tu cosa fai?
Cuore: Amo. Amo anche te.
Mente: Ami? Che significa?
Cuore: Non posso raccontarti l’Amore: abbracciami.
Mente: Ho paura di perdermi!
Cuore: Abbracciami…
Mente: Sei sicuro?
Cuore: Abbracciami…
Mente: Io… io… io… muoio.
Cuore: Non temere, solo una parte di te potrà morire. Resta qui tra le mie
braccia, non aver paura: la paura non abita qui.
Mente: Non esisterò più… Dove sono?
Cuore: Nel tutto.
Mente: Nel tutto?
Cuore: Si, ora esisti nel tutto.
Mente: Resterai con me?
Cuore: Per sempre, uniti per sempre.
Mente: Tu ed io, per sempre?
Cuore: Si, noi due in Uno, per sempre.
Martina Crepaldi in Avrah Ka Dabra – creo quel che dico di Dario Canil