Mi capita diverse volte, nel mio studio, di sentire dai miei pazienti la frase:
“Ho paura di non riuscire a tornare più quella/o che ero“.
Ci sono situazioni, infatti, come fallimenti, lutti, separazioni, traumi, malattie, che sembra ci scalfiscano, togliendoci qualcosa.
Primo fra tutti: il sorriso.
Più soffriamo, più se ne vanno la serenità, la leggerezza, l’entusiasmo e la propositività… la fiducia. E ci ritroviamo “diversi“, a fare i conti con un noi che non riconosciamo più.
Guarda questa storia…
La storia parla di due falchi pulcini che, donati ad un re, vennero affidati ad un maestro di falconeria con il compito di addestrarli. Dopo qualche tempo, il maestro giunse dal re dicendogli entusiasta di aver addestrato uno dei due falchi!
Ma… l’altro? L’altro era bloccato. Nessuno riusciva a farlo staccare dal ramo sul quale era stato appoggiato da piccolo. Allora il re convocò esperti veterinari e saggi da ogni parte del mondo per scoprire l’origine del problema e risolverlo, ma non ci fu alcun cambiamento. Finché, un giorno, un contadino riuscì a far volare l’albero!
Non ti rubo il finale della storia, che ti consiglio davvero di vedere quando hai 2 minuti.
Cosa ci insegna la storia del falco che non sapeva volare?
Che quando siamo bloccati, quando abbiamo paura di fare un passo, quando rimaniamo ancorati alle nostre poche certezze, può esserci una situazione che ci costringe ad andare oltre.
In molti casi, quelle situazioni non sono “cordiali e gentili” inviti al cambiamento ma sono vere crisi che ci destabilizzano e che, proprio per questo, ci portano a “volare”!
A volte rischiamo di dimenticarci che è sempre fortissimo, dentro di noi, l’istinto di sopravvivenza: il falco non si sarebbe mai lasciato morire, cadendo assieme al “suo” ramo.
Così anche per noi, quando sembra che non ci siano più soluzioni, quando sembra che tutto stia per crollare, succede qualcosa: prendiamo delle decisioni e facciamo delle scelto che fino a prima non eravamo riusciti a immaginare e troviamo dentro di noi una forza e un’energia che non credevamo di possedere!
Il paradosso, però, è che finché qualcuno non taglia il ramo sul quale stiamo comodi, noi non ci muoviamo! Perché aspettiamo di toccare il fondo per rialzarci?
Perché aspettiamo di sfiorare il limite di sopportazione nel lavoro, nelle relazioni, nella coppia, nella salute e in tutti gli aspetti importanti della nostra vita, prima di cambiare qualcosa?
Perché il cambiamento è difficile. Oddio, se è difficile.
E probabilmente, se entrassimo nell’ottica di non opporci al cambiamento ma di fluire con esso, saremmo a tutti gli effetti degli illuminati.
DR.SSA ILARIA CADORIN
Psicologa n°9570 Albo Psicologi del Veneto
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