Ops, non si dicono le parolacce! Però oggi questa parola la prendiamo in considerazione. Quante volte vi è capitato di voler “mandare a quel paese” qualcuno o qualcosa?
Da psicologa con formazione psicoanalitica, non condivido il “vaffanculo” come agito: può rivelarsi un comportamento non totalmente “educato”, “corretto”, “maturo”. Ma condivido al 100% il potere terapeutico, catartico, del “vaffanculo” mentale.
Con questo intendo dire che è altamente curativo e liberatorio riuscire a pronunciare, dentro di sé, un “vaffanculo!” a ciò che incatena, che blocca, che limita, che fa soffrire.
Che si tratti di vecchie abitudini. Di ricordi dolorosi che ritornano come macigni e che impediscono di andare avanti verso nuove direzioni. Che si tratti di una malattia che si ripresenta per l’ennesima volta. Che si tratti di situazioni della vita dove davvero sembra che “piova sempre sul bagnato”, che i problemi si susseguano senza lasciare un attimo di tregua.
Di qualsiasi cosa si tratti… è importante smettere di trattenere dentro di sé emozioni negative e riuscire a mandare a quel paese tutte quelle situazioni! Liberarsene!
Dire un “vaffanculo” mentale equivale ad affermare:
“Io sono più forte!”
(di quelle abitudini/ di quella malattia/ di quei ricordi/ dei problemi economici/ delle persone che mi hanno fatto soffrire…)
Pronunciare quella frase e permettersi di lasciare andare la rabbia, il dolore, l’amarezza, le delusioni, il rancore, la frustrazione, la paura…
è infatti un ottimo modo per ripulire la nostra mente, proprio come se buttassimo fuori da una stanza oggetti vecchi e che non vogliamo più!
E una volta che la stanza è LIBERA, una volta che la nostra mente non trattiene più quelle energie negative, avendo lo spazio per nuove aggiunte, si può cominciare a inserire “elementi”, pensieri, più costruttivi e positivi per noi.
DR.SSA ILARIA CADORIN
Psicologa n°9570 Albo Psicologi del Veneto
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