E’ capitato a tutti di venire in contatto con un bullo, a volte la cosa è inconsapevole e si smonta da sola, altre volte lascia un segno indelebile nella personalità di una vittima.
Il bullo è un individuo che nasconde i propri sensi di colpa, dietro una maschera beffarda. Per auto-convincersi ad essere autorevole ha bisogno di esercitare un potere subdolo verso una vittima designata. La vera forza del bullo è uno sfrenato narcisismo, privo di empatia, generato da i suoi stessi sensi di colpa. I suoi atteggiamenti, spesso sessisti ed egoistici, fanno confluire verso di se altre persone (gregari), con carattere debole, che per paura di essere emarginati fanno da spalla alle sue iniziative verso la vittima designata. Il triangolo perverso bullo, vittima, gregari genera una pericolosa modalità di azione che spesso ha tragiche conseguenze psicologiche.
Fermare il potere di un bullo non è difficile. L’arma vincente è alzare la voce. Il bullo infatti agisce nella palude omertosa dei suoi gregari, ma quando si alza la voce i gregari svaniscono e il bullo resta nudo e ridicolo. Quindi denunciare subito, illuminare la scena. Esistono varie forme di bullismo che vanno dai gruppi scolastici a vere e proprie cordate di potere in ambito lavorativo.
Contro il bullo esistono numerose organizzazioni che favoriscono l’intervento adeguato, ma se ci abituiamo tutti all’idea di alzare la voce di fronte ogni tipo di sopraffazione i bulli si sciolgono come neve al sole. Pensare al modo più idoneo di ribellarsi al bullismo è una buona regola sempre, se si reagisce subito il bullo si smonta. Occorre inoltre evitare a priori qualsiasi tipo di compromesso o dipendenza psicologica che possa frenare una reazione. Nello specifico, dare troppa confidenza a persone che si conoscono da poco, farsi fotografare o riprendere per gioco in situazioni potenzialmente compromettenti, mostrarsi debole o in cerca di sostegno.
Il bullismo fa parte del malessere di una società egoista, ma si può combattere.